Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

OPERAZIONE 'CAMPUS': 6 ARRESTI PER “ESAMI FACILI” ALL'UNIVERSITÀ DI MESSINA, INFLUENZAVANO LE PROVE DI AMMISSIONE A NUMERO CHIUSO

In manette sono finiti Domenico Antonino Montagnese e Salvatore D' Arrigo, con l'accusa di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso finalizzata alla corruzione e altri reati. Ai domiciliari il consigliere provinciale, Santo Galati Rando detto Dino e il docente di Statistica  Marcello Caratozzolo. L'inchiesta denominata Operazione 'Campus' per “esami facili” sostenuti all'università di Messina, influenzando le prove di ammissione alle facoltà a numero chiuso, è condotta dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Liliana Todaro della Dda di Messina, coordinati dal procuratore capo Guido Lo Forte. 6 le ordinanze di custodia cautelare, tra
Messina e Brescia: a capo dell’organizzazione un calabrese legato alla 'ndrangheta. Coinvolto il consigliere provinciale Santo Galati Rando detto Dino e il prof. Marcello Caratozzolo

MESSINA, 06/07/2013 - La Dia, Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare, in corso di esecuzione tra Messina e Brescia, nei confronti di altrettante persone nell'ambito di un'inchiesta per “esami facili” sostenuti all'università di Messina, influenzando le prove di ammissione alle facoltà a numero chiuso.

L'operazione, denominata 'Campus' è condotta dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Liliana Todaro della Dda di Messina, coordinati dal procuratore capo Guido Lo Forte.

La Dia ritiene di avere scoperto un'organizzazione in grado di pilotare gli esiti degli esami universitari. A capo dell’organizzazione sarebbe Domenico Antonino Montagnese, un calabrese legato alla 'ndrangheta ma sarebbero pure coinvolti personaggi come il consigliere provinciale, Santo Galati Rando detto Dino, un docente di Statistica e Scienze economiche nell’Ateneo di Messina. Inoltre il prof. Marcello Caratozzolo. La Dia nei loro confronti ha emesso ordinanza agli arresti domiciliari. A entrambi è contestata l'associazione per delinquere, corruzione, millantato credito e voto di scambio.

Altri destinatari di provvedimenti restrittivi sono: Domenico Antonino Montagnese, già indagato nell'inchiesta Panta Rei (contestato pure un caso di usura e tentata estorsione con l'aggravante del metodo mafioso), Salvatore D'Arrigo, fermato a Brescia: disposto l'arresto in carcere per ambedue.

Nell'inchiesta Campus sono indagate altre tre persone, per due di loro è stato disposto l'obbligo di firma. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni ambientali e telefoniche, di pedinamenti, etc. E' emerso il reciproco scambio di favori tra sodali, culminato, col riferimento al voto di scambio, nel sostegno politico offerto a Santo Galati Rando, detto Dino, alle elezioni regionali del 28 ottobre 2012 in Sicilia: barattate preferenze elettorali con idoneità scolastiche garantite attraverso scuole private.

L'inchiesta è coordinata dalla DIA di Messina. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio, all'usura e al millantato credito. I provvedimenti dell'operazione 'Campus', richiesti dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Liliana Todaro della Dda peloritana, coordinati dal procuratore capo Guido Lo Forte, sono in corso di esecuzione tra Messina e Brescia.

L’Università di Messina, non appena le verrà notificato il provvedimento restrittivo relativo al Dott. Marcello Caratozzolo, provvederà alla sospensione cautelare dello stesso che, come è emerso stamane, è stato coinvolto in un’inchiesta ad ampio raggio da cui viene interessato anche l’Ateneo peloritano. Ateneo che, come si evince dalle indagini, sarebbe parte lesa nel procedimento, qualora le accuse mosse dalla magistratura trovassero riscontri in sede processuale. Per questo è intenzione del Rettore, Prof. Pietro Navarra, convocare con urgenza gli Organi di Governo per proporre sin da ora la costituzione di parte civile dell’Università, nel caso in cui il percorso dell’indagine dovesse portare all’apertura di un processo. L’Ateneo, inoltre, si riserva di adottare al suo interno tutti quei provvedimenti che risulteranno giustificati in rapporto alla gravità delle contestazioni mosse dall’Autorità giudiziaria.

In questa occasione, l’Ateneo intende altresì affermare con forza la propria estraneità al sistema di corruzione che sembra emergere dalle risultanze investigative. Il Rettore ribadisce la piena fiducia nel corpo docente la cui immagine non deve essere compromessa dall’agire di singoli e da fatti che vedono estranea la stragrande maggioranza della comunità accademica.

L’Università di Messina, esprimendo la più ferma condanna verso tutti gli episodi che hanno violato quelle regole di condotta improntate sulla legalità e il merito a cui fortemente si ispira, assicura la massima collaborazione alle Autorità inquirenti – nelle quali ripone la massima fiducia – affinché si possa fare piena luce sui fatti. Infine, il nuovo Governo dell’Ateneo conferma con determinazione il proprio impegno nel contrasto di tutte le eventuali forme di infiltrazione criminose che possano intaccare l’operato dell’Università di Messina.

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