Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

MAMME NO MUOS: LE INFILTRAZIONI MAFIOSE SONO DA TUTT'ALTRA PARTE

Niscemi, 10/08/2013 - Sono indignato e amareggiato per quanto sto leggendo sui giornali ed ascoltando alle televisioni riguardo le sconcezze e le inesattezze che si stanno dicendo e scrivendo riguardo la manifestazione di ieri contro il Muos.
Io ieri ero li', come in tante altre occasioni, a registrare con la mia telecamerina che oramai tutti conoscete e a documentare quello che vedo, nel modo piu' imparziale possibile.
E ho visto tante cose che, nelle versioni giornalistiche, sono state poi in effetti stravolte.

La cosa che piu' mi meraviglia e mi indigna e' di come tanti gionalisti, che erano li' presenti e che io vedevo coi miei occhi, poi scrivono e raccontano le cose mentendo in maniera spudorata, e sapendo di mentire per giunta. Devo quindi leggere e sentire che, tra le tante inesattezze, e' stato sparato un bengala contro l'elicottero della polizia.

Io ero distante 100 metri circa dal punto in cui e' partito il bengala, lo abbiamo visto tutti quelli che eravamo li' che il bengala era in aria. Non so chi lo abbia sparato e quali erano le motivazioni di cio', ma posso assicurare e garantire che l'elicottero della polizia non si trovava assolutamente nelle vicinanze quando quel bengala e' stato lanciato, il che mi fa pensare che si trattasse in realta' di un segnale concordato da non so chi per avvisare altre persone sulle cose da fare.
Ma sui giornali e sulle tv viene riportato che il bengala e' stato sparato contro l'elicottero. E' assolutamente falso, e quelli che lo hanno detto e scritto sono dei bugiardi e dei falsi.

Leggo pure che il corteo e' stato un flop: falso anche questo. C'erano migliaia di persone, almeno 2- 3 mila persone al corteo, e considerato il periodo, le temperature tropicali, il fatto che ieri a Niscemi c'era la festa della patrona, il fatto che il percorso da fare era tutto in salita e quindi proibito per anziani, bambini, donne con passeggini e persone sofferenti, e che si e' camminato per un paio d'ore a temperature soffocanti, e nonostante cio' 2- 3 mila persone si sono riversate ugualmente li', e tuttavia da giornalisti li' presenti vedo scrivere che il corteo e' stato un flop. Vergognatevi a scrivere queste cose.
Entro la base sono entrate 300 persone e il corteo si e' subito sciolto dopo gli scontri con la polizia: falso falso falso.
Gli scontri con la polizia sono avvenuti, non lo nego, li ho pure filmati e mandati in onda, ma dal video da me postato non si vede alcun poliziotto ferito, il quale deve essersi probabilmente ferito in un'altra occasione e non durante quello scontro, ma posso assicurare che personalmente io e tanti altri non sapremmo dire chi sono i manifestanti che hanno partecipati agli scontri, perche' non li conosciamo, non credo siano di Niscemi, e questo la polizia credo che lo sappia benissimo perche' oramai conosce uno per uno tutti gli attivisti nostrani. Eppure, nonostante cio', escono fuori notizie che i no muos siano violenti e vicini addirittura ai black block. Infine, la mafia: il presidente Crocetta continua nelle sue affermazioni infamanti secondo cui vi siano addirittura infiltrazioni mafiose fra i no muos.

Io non so quanto possa essere veritiera o no questa affermazione. Quel che posso dire io personalmente e' che, tra tutti gli attivisti che conosco personalmete e che ho frequentato in tutti questi mesi, non ce ne e' uno che possa essere ritenuto un mafioso. Se come dice il presidente la mafia cerca di infiltrarsi fra gli ambienti No Muos per cercare di mettere radici, tutti noi sappiamo quanto cio' possa suonare falso e stonato, in quanto e' da tutti risaputo che da sempre gli attivisti hanno denunciato il fatto che la mafia, come denunciato dallo stesso senatore Lumia cosi' tanto caro al predidente Crocetta, ha interessi a che il Muos si faccia, altro che a lottare contro il Muos. Quindi, affermare che la mafia sia no muos, a me personalmente suona falso e squallido.

Ma il problema vero secondo me' e' che il presidente Crocetta, che dell'antimafia ha da sempre fatto il suo cavallo di battaglia, oramai e' diventato uno di quelli che, quando le cose vanno storte e non sapendo a chi dare la colpa di cio', se ne esce dicendo che c'e' la mafia di mezzo cosi' trova un capro espiatorio per dichiararsi lui innocente e colpevole gli altri. Dimenticando pero' di dire che, se e ' vero che ci sono mafiosi infiltrati, che faccia i nomi, i cognomi, e li denunci, come cosi' tanto si vanta sempre di fare, piuttosto che continuare a gettare fango e discredito sugli attivisti no muos, su Niscemi,sulle mamme no muos, sulla Sicilia e sui siciliani. E che, invece di sparare nel mucchio per colpirne uno, che miri direttamente all'individuo e lo denunci, se ne ha le prove, piuttosto che limitarsi a dire, infangando un intero popolo di 5 milioni di persone, che ci sono infiltrati mafiosi fra i no muos.

Dimenticando di dire anche un'altra cosa: prendendo per buona l'ipotesi che ci siano infiltrati mafiosi che cerchino di mettere radici fra i no muos, se cio' fosse vero, sarebbe dovuto non al fatto che i no muos sono dei delinquenti disposti a collaborare con la mafia pur di arrivare al dunque, ma bensi' completamente l'opposto, ossia che, poiche' la mafia vive e prospera laddove vi e' disagio sociale, desolazione, poverta' spirituale, conflitti con le istituzioni, poverta', disperazione, non e' certo sparando nel mucchio che si risolve il problema infiltrazioni, ma bensi' facendo venire meno proprio quelle situazioni che danno motivo alla mafia di attecchire: se dunque i mafiosi cercano di avvicinarsi ai no muos perche' c'e' un disagio sociale dovuto al fatto che la popolazione non si sente piu' tutelata da uno stato e da una realta' politica composta da uomini corrotti e fasulli, il problema non si risolve dicendo: ci sono infiltrazioni mafiose, ma si risolve dando risposte oneste, corrette e sincere ai bisogni dell''uomo e della popolazione.

Ossia: se la popolazione non si sente tutelata da uomini corrotti, bisogna sradicare il male, ossia il politico corrotto, e mettere al suo posto un amministratore onesto, corretto e sincero, che tuteli ed abbia a cuore l'interesse del popolo e delle persone, e che dimostri tale affezione con atti, parole, azioni e dimostrazioni di lealta' ed attaccamento ai propri doveri. E che dimostri coi fatti, e non solo a parole pronunciate in campagna elettorale e con proclami, che l'interesse di un buon governante e' il benessere dei cittadini.
Ultima cosa: che il presidente Crocetta non dimentichi di parlare del fatto che, purtroppo, in Sicilia fa piu' danni la malapolitica, spesso e volentieri connessa essa stessa con la mafia, piu' che la mafia stessa, che non avrebbe motivo di esistere e sopravvivere se non ci fossero le condizioni sociali adatte alla sua sopravvivenza.

Cosa che invece la malapolitica siciliana, da troppi e troppi anni, fa e continua a fare. I nomi degli ultimi due governatori siciliani, Lombardo e Cuffaro, e le loro vicende processuali, dovrebbero insegnare qualcosa a chi amministra e si riempie la bocca di parole ma che coi fatti dimostra poi un'altra cosa.
  
Maurizio Giannetto

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