Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

SANITÀ, PUNTI NASCITA: "GARANTIRE SICUREZZA A MAMME E BAMBINI SENZA FARE PROPAGANDA"

Palermo, 16/08/2013 - "La necessità di dotare il territorio di una rete adeguata di punti nascita non può prescindere dall'inderogabile esigenza di sicurezza per le gestanti, le mamme e bambini/nascituri. Assistiamo invece a dichiarazioni, o peggio ancora a decisioni formali che sull'onda del'emozione dettata da fatti di cronaca sembrano andare in direzione contraria, violando sia la legge sia le più elementari norme di sicurezza."

Lo affermano i deputati regionali del Partito dei Siciliani - MpA, che con una Interpellanza urgente al Presidente Crocetta e all'Assessore Borsellino chiedono chiarimenti sul Decreto con cui l'Assessorato alla Salute ha stabilito quali punti nascita mantenere attivi in deroga alla normativa nazionale, che prevede che le strutture possano essere mantenute lì dove si prevedono almeno 1.000 parti annui.

Nell'atto ispettivo, il cui primo firmatario è il Presidente del Gruppo Giovanni Di Mauro, si richiama il testo dell'accordo Stato – Regioni del Dicembre 2010, che raccomanda di adottare stringenti criteri per la riorganizzazione della rete assistenziale, fissando il numero di almeno 1.000 nascite/anno quale parametro standard cui tendere, nel triennio, per il mantenimento o l'attivazione dei punti nascita e che concede la possibilità di deroga "solo e soltanto sulla base di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni legati alle varie aree geografiche interessate" e comunque per punti che non prevedano meno di 500 parti annui.

A riprova del fatto che le decisioni assunte dal Governo regionale non sono dettate da alcun criterio oggettivo, i parlamentari del PdS-MpA citano i due casi contrapposti di Nicosia in provincia di Enna e di Petralia in provincia di Palermo.
"Per il primo punto nascita - afferma Di Mauro - il Presidente Crocetta ha assicurato il mantenimento senza che siano stati individuati i criteri di tutela della sicurezza (presenza di personale medico-infermieristico, attivazione e funzionamento del reparto di rianimazione, ecc) mentre per Petralia, che pure si trova in zona certamente disagiata geograficamente, continua a negarsi la possibilità di avere un punto nascita. E' evidente quindi che il Governo non risponde a criteri obiettivi."
"E' gravissimo che la Regione vada avanti in modo confuso senza aver alcuna approvazione da parte del Ministero della Salute."

"Noi non siamo aprioristicamente a favore o contro alcuno specifico Punto Nascita - afferma Di Mauro - ma se davvero si vuole conciliare l'esigenza di contenere la spesa sanitaria con quella di garantire sicurezza ed efficienza del sistema, si devono individuare criteri certi ed inderogabili, cosa che Crocetta e la Borsellino fino ad oggi non hanno fatto, di fatto condannando ad una maggiore spesa cui non corrisponde una maggiore sicurezza per mamme e bambini."

"Per altro Crocetta dovrebbe ricordare e riconoscere che se oggi non si trova ad amministrare una Regione in default e può permettersi di non alzare l'addizionale IRPEF, lo deve al fatto che, proprio in materia sanitaria, il Governo Lombardo ha compiuto un'attenta opera di razionalizzazione e contenimento dei costi, che ha permesso alla Sicilia di avere il primo, e finora unico fra tutte le Regioni, Piano di rientro approvato dal Ministero della Salute."

Il testo integrale dell'interpellanza






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Gruppo Parlamentare Partito dei Siciliani – MPA
On.le Giovanni Roberto Di Mauro

Interpellanza

Notizie in merito al riordino e razionalizzazione della rete dei punti nascita.
Al Presidente della Regione Siciliana On.le Rosario Crocetta e all’Assessore alla Salute
Dott.ssa Lucia Borsellino.
Premesso che:
l’Assessore Regionale alla Salute, con decreto N° 2536 del 2 Dicembre 2011, pubblicato in
Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 5 Gennaio 2012 n.1, ha provveduto al “Riordino e
razionalizzazione della rete dei punti nascita”, attenendosi a leggi, decreti, accordi,
raccomandazioni, patti, convenzioni e piani vincolanti in materia;
più precisamente, quanto previsto nella linea di Azione 1 dell’accordo Stato – Regioni del
16 Dicembre 2010 “Misure di bonifica sanitaria e di accreditamento”, che raccomanda di adottare
stringenti criteri per la riorganizzazione della rete assistenziale, fissando il numero di almeno 1.000
nascite / anno quale parametro standard cui tendere, nel triennio, per il mantenimento / attivazione
dei punti nascita. Con ciò, la possibilità di istituire punti nascita con numerosità inferiore a 1.000 e
comunque non inferiori a 500 parti / anno, potrà concretizzarsi solo e soltanto sulla base di motivate
valutazioni legate alla specificità dei bisogni legati alle varie aree geografiche interessate;
Considerato che:

l’Allegato 1 del già richiamato Decreto Assessoriale ha specificato che “in seguito
all’analisi effettuata sui dati di attività valutati per i periodo 2006 – 2010 nelle varie tabelle che
seguono sono specificatamente indicati i punti nascita confermati per singola provincia, mente i
valori riportati non configurano la sommatoria delle singole attività dei punti nascita per come
oggi operanti ma rappresentano la stima dell’attività quinquennale dei punti nascita confermati
conseguente alla riduzione degli stessi ed ai presumibili flussi delle gravide”;
in particolare, quanto all’Asp di Enna, “l’attività delle strutture pubbliche ad oggi esistenti è
pari a 1.483 parti calcolato quale valore medio dell’ultimo quinquennio”. La rete dei punti nascita
è pertanto rappresentata da un punto nascita di II livello, presidio “Umberto I”, che “potrà
accogliere anche i parti provenienti dai punti nascita dismessi presso i quali verrà in ogni caso
garantita tutta l’attività relativa al percorso nascita con la sola esclusione dell’evento parto”;
come si apprende da organi di stampa, sembrerebbe che, il Governo Regione su proposta
dell'assessore alla Salute, Lucia Borsellino, ha disposto “che le 9 aziende sanitarie ed ospedaliere,
nel rispetto degli standard di sicurezza, completino il potenziamento dei punti nascita previsti dalla
programmazione regionale assicurandone l'adeguamento degli organici ricorrendo a tutti gli
strumenti previsti dalla normativa vigente”; al contempo ,

il Presidente Crocetta, come suo solito cavalcando l’emotività dettata dalla (triste) cronaca, ha
dichiarato che “vanno potenziati i punti nascita di Nicosia, Mistretta e delle isole minori. I risparmi
non vanno fatti sulla pelle della gente (…). Per i previsti punti nascita delle aree critiche con
eccezionali difficoltà di accesso, sarà emanato apposito atto di indirizzo per le aziende sanitarie al
fine di privilegiare, per la copertura della dotazione organica, nel rispetto delle norme contrattuali,
l'assegnazione di personale con adeguata e consolidata esperienza professionale, ricorrendo anche
alla rotazione periodica di personale medico ed infermieristico attinto da altre strutture sanitarie
aziendali”;

Rilevato che:

la Regione Siciliana, dopo decenni di immotivati scostamenti dai parametri ministeriali,
grazie ad una netta inversione di tendenza del Governo Lombardo, concretizzatasi nel rigoroso
rispetto degli standard nazionali, è stata la prima ed unica regione d’Italia il cui Piano di rientro dal
deficit della sanità è stato approvato dal Ministero della Salute, così consentendo all’attuale
Governo regionale di ridurre l’addizionale IRPEF;
Ritenuto che:
da quanto sin ora detto, si ricava sia che lo standard dei 1000 parti /anno può essere
derogato soltanto in via del tutto eccezionale e pur sempre nel rispetto del limite invalicabile dei
500 parti/ anno; sia che è comunque necessaria una concertazione con il Ministero della Sanità per
la modifica degli standard, requisiti ed obiettivi definiti nei richiamati accordi, in quanto questi
elementi non sono il frutto di scelte arbitrarie dell’allora Assessore alla Salute ma il prodotto di un
accordo Stato – Regioni, conforme alle indicazioni dell’ O.M.S. (Organizzazione Mondiale della
Sanità) e ad altre prescrizioni normative nazionali, nonché adottato nel rispetto del superiore,
prioritario ed inviolabile interesse alla tutela della salute della gravida, del nascituro (“pelle della
gente” e del medico);

Visto:

il Decreto dell’Assessore alla Salute del 2 Maggio 2013 con Prot. n. 38399 recante
“Determinazione dotazione organica dei punti nascita”
Tutto ciò premesso, considerato e ritenuto.
Per sapere
se il Governo Regionale, avendo rivisto il D. A. n. 2536 del 2 Dicembre 2011, ha ritenuto
sussistenti le “motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni legati alle varie aree
geografiche interessate”, per derogare al limite dei 500 parti annui previsti dagli accordi Stato –
Regioni;
se e quali siano le “specifiche valutazioni effettuate in riferimento ai predetti criteri” (cfr.
ultimo capoverso pag. 2, D.A. 2 Maggio 2013, prot. n. 38399), tali da giustificare, nel rispetto di
tutti gli standard di legge, l’apertura di punti nascita in zone disagiate o isolane con numerosità di
parti inferiori a 500/anno ;
se è vero o no che il Governo della Regione intenda addirittura prevedere delle deroghe
costituendo dei punti nascita con numerosità di parti al di sotto della soglia invalicabile dei
500/annui e se, in caso di risposta affermativa, abbia già ottenuto una specifica deroga agli attuali
accordi siglati in seno alla Conferenza Stato – Regioni;

se il Ministero della Salute abbia approvato la proposta di Piano di “Ottimizzazione
dell’assistenza sanitaria nelle piccole isole e in località disagiate”, elaborata dall’Assessore
regionale alla Salute ed apprezzata dalla Giunta Regionale di Governo nella seduta del 29 marzo
2013, che individua per la Sicilia i comuni, corrispondenti ai territori più disagiati, coperti da
viabilità non adeguata e dalle caratteristiche orogeografiche particolari con difficoltà di accesso;
quali siano i criteri oggettivi utilizzati dal Governo regionale per individuare i comuni
corrispondenti ai territori ritenuti “più disagiati”, con una viabilità “non adeguata” e con
caratteristiche orogeografiche “particolari con difficoltà d’accesso”;
se, nell’individuare i nuovi punti nascita, si siano tutelati gli interessi dei soggetti
direttamente coinvolti, a vario titolo, nel momento del parto (tutela salute della mamma, della salute
del nascituro, tutela dall’attività del medico);

se, rispetto al decreto assessoriale che aveva disposto la chiusura del punto nascita di
Nicosia in quanto non rispondente agli standard di sicurezza e ai criteri posti dalla normativa sopra
richiamata, vi sia stata una espressa deroga; se tale deroga sia stata concordata con il Ministero
della Salute e preventivamente approvata dai competenti tavoli ministeriali, tenuto conto che la
Sicilia è ancora sottoposta alle procedure del piano di rientro (piano operativo)
se, in relazione alla deroga, anche in via di fatto, ai predetti limiti ed al citato decreto del
2011, siano stati in ogni caso preventivamente disposti e verificati per il reparto di Ginecologia /
Ostetricia del presidio ospedaliero di Nicosia gli standard di sicurezza per l’esercizio delle relative
attività sanitarie (adeguamento pianta organica anche con riferimento alla previsione delle
necessarie ed adeguate professionalità mediche, ostetriche ed infermieristiche; attivazione e
funzionamento del reparto di rianimazione istituito sin da 2010)

se il Governo Regionale, che sembrerebbe aver posto in secondo piano ragioni di carattere
economico – finanziario, abbia verificato ex ante il rispetto degli standard organizzativi minimi di
sicurezza indispensabili per autorizzare l’apertura di questi nuovi punti nascita in deroga;
se l’Assessore regionale alla Salute abbia preventivamente disposta la prescritta
“ricognizione della dotazione organica afferenti ai medesimi punti nascita al fine di verificare
eventuali carenze o esuberi di personale sanitario o non sanitario ivi allocato”.
(Gli interpellanti chiedono la trattazione con urgenza)
On.le Giovanni Di Mauro, On.le Salvatore Lombardo, On.le Giuseppe Federico, On.le Cataldo
Fiorenza, On.le On.le Giovanni Lo Sciuto, On.le Giovanni Greco, On.le Vincenzo Figuccia

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