Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

MESSINA, ARRESTI A FARMACIA: IL RETTORE CONVOCA D’URGENZA GLI ORGANI COLLEGIALI DELL’ATENEO

Giuseppe Bisignano, preside della facoltà di Farmacia, e Giuseppe Teti, docente ordinario dell’Università di Messina, sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza messinese per avere ‘truccato’ un concorso per ricercatore allo scopo di pilotarne l'esito finale
Messina, 30/09/2013 - Il Pro Rettore vicario, prof. Emanuele Scribano, d’intesa con il Rettore,
prof. Pietro Navarra (attualmente all’estero per motivi istituzionali), ha convocato con urgenza, per oggi pomeriggio alle 15.30, gli Organi Collegiali dell’Ateneo (Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione) in seduta congiunta. Ai lavori, diretti dal prof. Scribano, saranno presenti anche il prof. Giovanni Cupaiuolo, coordinatore del Collegio dei Pro Rettori, e il prof. Antonio Saitta, Pro Rettore con delega alla Legalità.

All’ordine del giorno: Provvedimenti urgenti in relazione alla procedura di valutazione comparativa per l’assegnazione di n.1 contratto di diritto privato per ricercatore a tempo determinato per il settore concorsuale 06/A3, profilo richiesto SSD MED/07 (Microbiologia e Microbiologia Clinica) – inchiesta giudiziaria “Pacta servanda sunt”.

Giuseppe Bisignano, preside della facoltà di Farmacia, e Giuseppe Teti, docente ordinario dell’Università di Messina, sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza messinese per avere ‘truccato’ un concorso per ricercatore allo scopo di pilotarne l'esito finale. Il concorso in questione riguarda il ruolo di ricercatore in microbiologia chimica. Assieme a loro risultano indagati l'ex rettore dell'Ateneo messinese, Franco Tomasello, con l’accusa di concorso in abuso d'ufficio ed altri docenti.

L'indagine è coordinata dal procuratore Ada Merrino e dal sostituto Diego Capece Minutolo, che ha chiesto e ottenuto dal Gip Massimiliano Micali le ordinanze di arresto domiciliare. Secondo le accuse e la ricostruzione degli inquirenti, la commissione giudicatrice e il vincitore del concorso, venivano già individuati in partenza, con la collaborazione di colleghi di loro fiducia.

Un candidato riportò nelle prove un punteggio superiore a quello del candidato "raccomandato" per cui si rese necessario un "piano b", consistente nell’avvicinare il potenziale vincitore del concorso e indurlo a ritirarsi, con la promessa che avrebbe avuto altra collocazione sicura, vincendo il concorso per ricercatore successivo.

I finanzieri della Compagnia di Messina al termine di un'indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto e dal Sost. Proc., hanno arrestato due docenti dell'Università di Messina responsabili di aver gravemente inquinato un concorso per ricercatore in Microbiologia e Microbiologia Chimica, allo scopo di pilotarne l'esito.

L'operazione, ribattezzata "Pacta servanda sunt", è il risultato di indagini protrattesi per mesi e che hanno messo in luce un vero e proprio sistema deviato delle procedure concorsuali che regolano l'accesso al mondo accademico non solo messinese.

Le ordinanze di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, sono state eseguite nei confronti di un Direttore di Dipartimento dell'Università di Messina nonché professore ordinario presso il medesimo dipartimento, e di un altro professore ordinario dello stesso Ateneo.

Indagati per i medesimi fatti, altri tre docenti, che svolgono la loro attività anche in altre Università.

In sostanza è stato accertato che sia la commissione giudicatrice, che il vincitore del concorso, venivano stabiliti a monte dagli arrestati, con la collaborazione dei loro colleghi.

Nel concorso oggetto delle indagini, nonostante l'accurata pianificazione della procedura, che avrebbe dovuto chiudersi con la nomina a ricercatore di un parente di uno degli arresti, la presenza di un candidato con un punteggio più elevato aveva creato qualche problema alla consorteria criminale che - per portare a termine il piano - è giunta a costringere il concorrente meritevole a ritirarsi consentendo la proclamazione del candidato predesignato.

"Pacta servanda sunt". I patti vanno rispettati, così in una intercettazione telefonica i due arrestati concordano circa la necessità che il candidato (potenziale vincitore del concorso) debba rispettare i patti, ovvero ritirarsi, dietro la promessa di una sua successiva sistemazione in altra procedura concorsuale per ricercatore.

L'indagine è scaturita da una denuncia per una falsa fattura utilizzata presso il Dipartimento ove operava uno dei destinatari delle misure cautelari e ha consentito di accertare l'appropriazione di somme da parte di quest'ultimo dalla gestione del "fondo economale" del Dipartimento con il concorso di un dipendente della medesima facoltà.

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