Concorso dirigenti scolastici: scelta la data del 23 maggio per precise esigenze tecniche e organizzative

Concorso per dirigenti scolastici del 23 maggio: precisazioni del Dipartimento per il sistema educativo d’istruzione e formazione Roma, 17 maggio 2024 -  Il Dipartimento per il sistema educativo d’istruzione e formazione del Mim chiarisce che la scelta di fissare in tutta Italia la fase preselettiva del concorso per dirigenti scolastici in data 23 maggio risponde a precise esigenze tecniche e organizzative legate, in particolar modo, alla disponibilità delle postazioni informatiche nelle scuole che sono sedi di svolgimento del concorso. Infatti, si sono dovute evitare le giornate del mese di maggio maggiormente impegnate dalle scuole per lo svolgimento delle prove INVALSI riferite alle classi terminali del primo e del secondo ciclo di istruzione e alle classi campione.   Detta scelta, che attiene alle autonome determinazioni della dirigenza preposta, non interferisce con la giornata di commemorazione del giudice Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli agenti di scorta assassina

SANGALLI (CONFCOMMERCIO): "UNA CRISI SI ABATTEREBBE SU FAMIGLIE E IMPRESE GIA' ALLO STREMO"

Sangalli (Confcommercio): "Bisogna evitare in tutti i modi una crisi di governo, perché il prezzo per imprese e famiglie, già stremate da una crisi senza precedenti, sarebbe veramente insostenibile. Il Governo ci convochi al più presto per definire un percorso rapido e certo di priorità, a cominciare dalla riforma fiscale, per ridurre le tasse"

12/09/2013 - Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, è intervenuto alla presentazione dell'indagine su spese obbligate e consumi delle famiglie. "Anche se alcuni importanti indicatori – come la produzione industriale, l'export, la fiducia di famiglie e imprese – cominciano a dare segnali di risveglio, purtroppo ancora non si registrano effetti di "contaminazione" sull'economia reale che anche quest'anno chiuderà con un altro segno meno. Confermiamo dunque le nostre stime di marzo: Pil a -1,7% e consumi a -2,4% per l'anno in corso. Insomma, non stiamo risalendo la china. In questa situazione è evidente, quindi, che la politica deve abbandonare il confronto muscolare e ritrovare subito il filo del dialogo per avviare al più presto una nuova stagione di riforme per rispondere alle emergenze economiche del Paese".

"Bisogna, dunque, evitare in tutti i modi - ha osservato Sangalli - una crisi di governo, perché il prezzo per imprese e famiglie, già stremate da una crisi senza precedenti, sarebbe veramente insostenibile. Chiediamo, quindi, al Governo di convocarci al più presto per definire un percorso rapido e certo di priorità, a cominciare dalla riforma fiscale, per ridurre le tasse e semplificare un barocco sistema di adempimenti". "Ma, per agganciare la ripresa e renderla più robusta in termini di maggior crescita e nuova occupazione, bisogna far ripartire la domanda interna che, per consumi e investimenti, rappresenta l'80% del Pil.

E il reddito pro-capite, 17.300 euro, è fermo al 1986. E' evidente, dunque, che le famiglie patiscono da troppo tempo un'insopportabile crisi dei redditi – complice il continuo aumento della pressione fiscale – che riduce drasticamente le opportunità di consumo. "Per questo - ha aggiunto Sangalli - la prima cosa che il Governo deve fare è scongiurare definitivamente il previsto aumento dell'Iva dal 1° ottobre dal 21 al 22%. Un'eventualità che sarebbe davvero esiziale per famiglie e imprese già stremate da una crisi senza precedenti." "Negli ultimi venti anni, la quota di spesa delle famiglie destinata ai consumi obbligati è cresciuta di oltre 8 punti percentuali a scapito dei consumi liberi. I prezzi di queste voci fisse di spesa sono costantemente cresciuti ad un tasso superiore di quasi il 70% rispetto ai prezzi dei consumi commercializzabili. Ciò accade perchè le spese obbligate - energia, assicurazioni, servizi pubblici locali – riguardano settori non ancora del tutto liberalizzati. E' evidente, dunque, che un regime di maggiore concorrenzialità in questi settori contribuirebbe a ridurre i prezzi rendendo così disponibili maggiori risorse per i consumi delle famiglie. Infine, sui prezzi finali delle spese obbligate incide molto il ruolo del fisco, centrale e locale, che contribuisce a determinare un costoso scarto inflazionistico rispetto ai beni che passano dalla distribuzione commerciale".

Commenti

  1. Meglio nessun governo che un governo che fa danno.L'Italia ha bisogno di cambiare classe dirigente.
    Di tutte le riforme di cui si parla da sempre, questo governo non ne ha alcuna in cantiere.
    La lotta alla corruzzione che e' alla base della ineficienza del paese non viene mai mensionata,poiche' farebbero male a se stessi.
    L'Italia e' piu corrotta di alcuni paesi Africani,e poi ci meravigliamo che non si riesce ad abbassare le tasse,mettere in moto l'economia...
    Quando riusciremo a mandare a casa questi corrotti che hanno causato il disastro dell'Italia?

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