Incontro del sindaco di Lampedusa con il presidente del consiglio Enrico Letta. Nicolini: “Ha dimostrato sincera attenzione per il disagio delle nostre isole. Conferma per l’emendamento Lampedusa nella legge di stabilità”. “Non ho chiesto gestione straordinaria. Solo quanto serve ad assicurare ai cittadini delle Pelagie una migliore qualità della vita”. “Il Centro di accoglienza e primo soccorso non deve più funzionare come un CIE”
Lampedusa, 6 novembre 2013 “Durante i giorni del naufragio a Lampedusa, il presidente Letta mi aveva promesso che ci saremmo rivisti, che mi avrebbe invitato a Roma per parlare delle necessità delle mie isole.
E’ stato di parola. Ha dimostrato un’attenzione sincera per la popolazione di Lampedusa e Linosa, attenzione che non è legata solo all’emergenza sbarchi”. Un incontro incoraggiante, così il sindaco delle isole Pelagie Giusi Nicolini giudica la riunione a Palazzo Chigi di ieri pomeriggio.
“Si è parlato di risarcimento per fare fronte ai bisogni più urgenti: dalla rete fognaria alle compensazioni per la linea aerea, dalla necessità di una nave che sia in grado di solcare il canale di Sicilia al dissalatore che ci affranchi dall’importazione dell’acqua potabile – dettaglia il sindaco -. Del caro carburante, che incide significativamente sui cittadini e soprattutto sui nostri pescatori, e della zona franca urbana. Insomma, di cose ragionevoli per ridurre il nostro isolamento. Cose che in un altro comune d’Italia sono scontate, ma non da noi. Nessun commissariamento o gestione straordinaria – sottolinea -, solo standard minimi per assicurare alla comunità delle mie isole una migliore qualità della vita”.
Letta ha assicurato che entro una decina di giorni sarà fatto un piano per stabilire quali costi attribuire ai singoli ministeri, quali assumere direttamente al bilancio della Presidenza del consiglio, quali fare rientrare nell’emendamento Lampedusa alla legge di stabilità.
Nel corso dell’incontro è stata affrontata anche la questione del Centro di accoglienza e primo soccorso.
“Ho chiesto che si intervenga perché il Cpsa non sia più luogo di identificazione dei migranti, ma solo di transito. Perché è assurdo che a più di un mese dal naufragio del 3 ottobre i superstiti siano ancora a Lampedusa, costretti a dormire sotto la pioggia in una struttura sovraffollata, peraltro senza poter beneficiare della generosa ospitalità dei cittadini. Occorre poi accelerare i lavori di ristrutturazione del padiglione andato a fuoco nel 2011 – conclude Nicolini -. Il presidente mi ha garantito che sta predisponendo un tavolo tecnico per rivedere gli standard dell’accoglienza e per destinare in modo efficiente i fondi promessi dall’Unione Europea”.
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