Palermo, 16/11/2013 - Per la Cisl Siciliana lo sciopero del 15 Novembre proclamato da Cgil Cisl e Uil nazionali per chiedere al Governo nazionale di cambiare la Legge di Stabilità (tagliare la spesapubblica improduttiva e i costi della politica, ridurre le tasse a lavoratori, pensionati e imprese che investono, risorse a sostegno delle politiche sociali) è l’occasione per spingere il Governo Regionale ed agli Enti locali verso scelte di razionalizzazione della
spesa, di lotta agli sprechi per alleggerire la tassazione locale, in Sicilia ai massimi livelli.
La Regione Sicilia è vincolata ad attuare un taglio di spesa di carattere epocale nella manovra finanziaria regionale, che rischia di produrre effetti pesanti sul lavoro, peggiorare le condizioni sociali già al limite di pericolose tensioni, ridurre ancora le
risorse per enti locali ed investimenti. In Sicilia il confronto sociale con la Regione non è
ancora partito, non esiste una seria programmazione pluriennale, di crescita e ripresa
economica non vi è traccia, abbiamo le più alte addizionali fiscali locali con i peggiori
servizi alle comunità; oltre metà dei comuni rischia il dissesto economico/finanziario, il
bilancio della Regione è al limite del default, lo stresso Decreto Monti per avviare la
Spending Review e la riorganizzazione amministrativa a livello locale non è stato neanche
recepito.
Alla Cisl Siciliana sembra assurdo ed incomprensibile impegnare le strutture
sindacali, i lavoratori ed i cittadini in una mobilitazione solo territoriale che
non affronta la grave situazione di emergenza economica e sociale della
Regione: Stato, Regione ed Enti Locali devono concorrere a recuperare risorse
eliminando vincoli e dipendenza da lobbies speculative, rendite di posizione e gruppi di
interesse, clientele politico-affariste consolidate.
E su questi temi la Cisl siciliana negli ultimi anni ha incalzato il Governo Regionale, il
Parlamento Siciliano e gli Enti locali a rompere con le pratiche clientelari e dispersive del
passato e valorizzare il confronto sociale per avviare politiche di ristrutturazione, riordino
e riqualificazione della spesa pubblica in Sicilia.
Il Governo della Regione invece con scelte approssimative e sbagliate ci sta impegnando
in durissime vertenze quotidiane su emergenze sociali sulle quali la Cisl continua a
proporre riforme e chiedere rottura col passato (Forestali, Formazione, Precari di
Enti locali, servizi scolastici e sanitari, rifiuti, crisi società partecipate regionali e locali,
edili senza lavoro, desertificazione industriale, ammortizzatori sociali, nuove politiche e
servizi per pensionati e famiglie in povertà.
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