Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

SCILABRA CARA, COME PORTI I CAPELLI BELLA BIONDA (TU LI PORTI ALLA BELLA MARINARA)?

Oggi, purtroppo, leggo: “Gli studenti delle scuole siciliane stanno occupando per difendere il loro futuro. Sono al Liceo Benedetto Croce di Palermo, i sogni della nostra generazione devono essere al centro della nostra azione di governo”. Con queste parole, postate sul suo profilo Facebook, Lei ha inteso esprimere la sua solidarietà non solo agli studenti… Le modalità della sua solidarietà mi hanno fatto pensare che il detto di San Benedetto “spesso i “capelli neri” risolvono quei problemi che i “capelli bianchi” non riescono a risolvere”…
Palermo, 05/12/2013 - Nella qualità di “diversamente giovane” (considerata la sua età, se vuole, può leggere “vecchio”), mi permetto chiamarla “cara” come potrebbe esprimersi un nonno parlando con la sua nipotina, anche se, per rispetto istituzionale, continuerò a dare del “Lei”.
Appresa la notizia che Lei era stata chiamata dal Presidente Crocetta a pilotare l’aereo della Pubblica Istruzione della nostra Isola, Le ho subito scritto una lettera pubblicata il 6 dicembre 2012 sul n.343 della “Letterina” (settimanale online dell’Associazione scuole autonome della Sicilia).
In quella lettera, ricordavo che nella cabina di comando della formazione, si erano seduti personaggi, come si dice, con il pelo sullo stomaco, segnando la rotta con enormi interessi e privilegi, assegnando poltrone ad amici e parenti, agli amici degli amici, offuscando, così, l’immagine dell’Amministrazione con indagini giudiziarie a cascata.
Questo ricordo mi poneva qualche interrogativo: Che potrà fare una ventinovenne per pilotare un aereo con un contenitore di carburante bucherellato? Perché il Presidente Rosario Crocetta vuole giocare d’azzardo con il rischio di spegnere anche l’ultima goccia di ossigeno che tiene in vita la scuola siciliana? Perché scommettere sul futuro dei nostri studenti senza certezze? Ha dimenticato che dalle nostre parti si dice: “Sinnucu picciriddu, Paisi persu”?

Superato il primo momento di smarrimento, mentre mi ponevo questi inquietanti interrogativi, mi è venuto in mente un detto di San Benedetto: “Spesso i “capelli neri” risolvono quei problemi che i “capelli bianchi” non riescono a risolvere” che mi ha aiutato a rimodulare le domande derivate dai sentimenti di iniziale sfiducia, sconforto, delusione e amarezza.

Perché affermare che i giovani, specialmente se aiutati, non siano capaci di scardinare gli stereotipi, dare ossigeno rigenerante la vitalità della scuola siciliana? Perché credere a priori e acriticamente che una ventinovenne non laureata e senza un bagaglio di esperienze non possa giocare bene il suo nuovo ruolo?
Per rispondere a queste ultime domande, Le auguravo e speravo che il suo non fosse un gioco d’azzardo dall’esito incerto e catastrofico, ma una scommessa da vincere con molto coraggio perché d’incoerenze ce ne sono tante e di “compromessi” ancora di più.

Oggi, purtroppo, leggo “Gli studenti delle scuole siciliane stanno occupando per difendere il loro futuro. Sono al Liceo Benedetto Croce di Palermo, i sogni della nostra generazione devono essere al centro della nostra azione di governo”.

Con queste parole, postate sul suo profilo Facebook, Lei ha inteso esprimere la sua solidarietà non solo agli studenti del liceo scientifico “Benedetto Croce” di Palermo, ma a tutti gli studenti che in questi giorni stanno occupando le scuole della nostra Isola. Le modalità della sua solidarietà mi hanno fatto pensare subito che il detto di San Benedetto “spesso i “capelli neri” risolvono quei problemi che i “capelli bianchi” non riescono a risolvere”, non si possa e non si debba riferire a Lei.

Ma non si è accorta di avere giocato d’azzardo e di tradire il suo ruolo esprimendo solidarietà a chi illegalmente occupa una scuola interrompendo un servizio pubblico? Può pensare e affermare un responsabile istituzionale che si possa difendere il proprio futuro intraprendendo la strada dell’illegalità? Crede che il suo comportamento sia veramente di aiuto per motivare e incoraggiare i suoi “ex colleghi” a studiare o crede, forse, sia utile abbandonare gli studi tanto si potrà avere comunque una poltrona “politica”?
Non Le sembra che il suo comportamento sia veramente inqualificabile? Non ha pensato che le modalità della sua solidarietà abbia passato ogni misura e sia stata scandalosa?
Peccato! Come sarebbe stato bello ed edificante leggere che Lei, assessore studentessa non laureata ma “combattente”, avesse invitato gli occupanti e tutti gli studenti a trasformare le proteste in proposte per riscrivere insieme il loro futuro e svegliare così la nostra scuola dal letargo?
La saluto augurando alla scuola siciliana che il Presidente Crocetta non faccia passare sotto silenzio il suo comportamento e che, comunque, Lei “conti fino a cento” prima di fare certe dichiarazioni.

Giuseppe Luca

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