1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

SCUOLA SICILIA: BLOCCATI CONTRATTO DI LAVORO E ANZIANITÀ TRA GLI ASSURDI PRIVILEGI DEI BUROCRATI DELLA REGIONE SICILIANA

Sale la rabbia del personale della scuola per il blocco del contratto di lavoro e degli scatti d’anzianità: di più se si viene a sapere di assurdi privilegi dei burocrati e persino degli uscieri dell’assemblea regionale siciliana
Palermo, 05/12/2013 - La manifestazione del personale della scuola che si è tenuta a Roma giorno 30 novembre, organizzata dai sindacati più rappresentativi del settore, pur essendo stata ampiamente partecipata, non ha avuto molto risalto sui principali quotidiani. Sembra che le sorti della scuola non siano tra le prime preoccupazioni dei mezzi d’informazione, eccezion fatta per qualche rete televisiva.


Sfogliando “La Repubblica” del giorno dopo, alla ricerca di una nota di cronaca o di un commento, non abbiamo trovato proprio nulla. Eppure uno dei quotidiani più letti d’Italia, forse il secondo per tiratura, ha trovato persino lo spazio per un’intervista ad un giullare di corte. Delle doglianze del personale della scuola, da anni senza rinnovo del contratto di lavoro e senza scatti d’anzianità, non c’è traccia. Si comprende che in un momento di crisi è importante avere e poter conservare il posto di lavoro. Venire però a conoscenza che in alcuni settori del pubblico impiego, si vedano i casi della Regione Sicilia, un usciere percepisce ogni mese cinque o sei volte più rispetto allo stipendio di un insegnante della scuola primaria, fa certamente salire la rabbia di chi ogni giorno si spende con professionalità ed abnegazione nella formazione dei nostri giovani.

Sembra quindi molto appropriato quanto dichiarato da Rino Di Meglio della Gilda durante la manifestazione: “Un rinnovo del contratto soltanto sul fronte normativo sarebbe una fregatura: non siamo disposti a un aumento del carico di lavoro senza un incremento dello stipendio o per qualche spicciolo in più. Nelle scuole non ci sono fannulloni ma lavoratori a tempo pieno che ogni giorno, tra enormi difficoltà, mettono in campo professionalità e passione”.

Nello scorso numero della Letterina avevamo evidenziato che le buone intenzioni del ministro Carrozza dovevano fare i conti con la legge di stabilità ancora in discussione e con la spending review. Proprio la modifica della legge di stabilità, così come già disegnata, è l’obiettivo dei sindacati della scuola relativamente al blocco dei contratti e degli scatti d’anzianità. I sindacati hanno posto anche come obiettivi della loro battaglia: un piano pluriennale di investimenti, l’introduzione dell’organico funzionale, un piano pluriennale di assunzioni che copra tutti i posti disponibili, un piano nazionale di formazione, certezza e tempestività nei pagamenti delle retribuzioni in particolare per il personale con contratto a tempo determinato, la revisione della legge Fornero.

Una prima fase della manifestazione si è svolta nella piazza di Monte Citorio davanti la Camera dei Deputati per un segnale forte nei confronti del mondo della politica: “Non casuale, scrive la CISL Scuola, la scelta di manifestare di fronte al Parlamento, per chiedere scelte legislative che finalmente considerino la scuola come risorsa strategica su cui investire… Per questo, erano stati invitati rappresentanti dei partiti per ascoltare le voci del mondo della scuola, hanno risposto all’appello e sono intervenuti i deputati Fratoianni di SEL e Coscia del PD”.

La seconda parte della manifestazione si è svolta al teatro Quirino, dove sono intervenuti tra gli altri, i dirigenti nazionali dei cinque sindacati promotori. Sui tagli e sul blocco dei contratti il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna, ha detto: “Per la scuola, le misure contenute nella Legge di Stabilità, sono particolarmente inique, con un doppio intervento che si accanisce su insegnanti e personale: blocco del contratto e blocco degli aumenti per anzianità. Serve equità.

L’intervento sulle retribuzioni del personale della scuola risulta essere, nel suo insieme, superiore a quello previsto per i manager di Stato. Le risorse, invece, vanno trovate intervenendo in modo sempre più massiccio sui tanti sprechi e privilegi che ci sono nella spesa pubblica e nei costi della politica e nell’enorme evasione fiscale che rappresenta la prima emergenza nazionale…Il governo Letta ha deciso il blocco con un provvedimento preso ad agosto e confermato nella Legge di stabilità, passata nei giorni scorsi al Senato e ora all’esame della Camera, senza sentire nessuno.

Ora deve tornare indietro e cambiare: privare i lavoratori del contratto significa trattarli come sudditi”. L’intenzione dei sindacati sembra essere quella di continuare la battaglia appena iniziata sino al raggiungimento degli obiettivi: “Non daremo tregua: una grande e continua campagna di verità che metta il governo di fronte alla sua responsabilità e alla impossibilità di raccontare cose del tutto non vere. La scuola continua ad essere bistrattata”. La CISL Scuola non esclude la possibilità, se rimarranno inascoltate le richieste avanzate in questa fase, di ricorrere a forme di lotta più incisive: “È stata questa una tappa di una mobilitazione che proseguirà fino a quando non saranno ottenute risposte adeguate, includendo anche ulteriori iniziative più ampie e determinate, compreso lo sciopero generale”.

Giovan Battista Puglisi
Direttore Editoriale della “Letterina”

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