Aeroitalia e Aerolinee Siciliane: salta l'accordo per costi raddoppiati e licenza mancante

Salta l’accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane. Accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane risolto per costi raddoppiati e licenza mancante  Catania, 24 aprile 2024 – Accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane risolto per costi raddoppiati e licenza mancante. In data odierna è stato risolto l’accordo preliminare tra Aeroitalia e AerolineeSiciliane. Il Presidente Dott. Giacomo Guasone comunica che il MOU tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane si è concluso negativamente.   “A tutt’oggi, - dichiara il dr.Guasone, - la società Air Connect, oggetto dell’accordo, non è stata risanata e le richieste economiche per l’acquisizione della stessa sono state raddoppiate. L’aumento della richiesta insieme alla mancata riattivazione della licenza di volo e la conseguente perdita della stagione rendono impossibile l’investimento."

DI MATTEO. ANGELA MANCA: “IL MARESCIALLO MASI ASSEGNATO AL REPARTO SCORTE PER L’ANNULLAMENTO DI UNA SANZIONE STRADALE”

 La signora Angela Manca, madre di Attilio Manca, l'urologo ucciso dalla mafia, scrive al generale Leonardo Gallitelli, Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, sulle vicende del Maresciallo dei Carabinieri Saverio Masi attualmente in servizio presso il Reparto scorte di Palermo e testimone in delicati processi e indagini: "E' strano - scrive la signora Manca - che un investigatore con affermata esperienza e con alle spalle un lodevole servizio, che pare avrebbe potuto arrestare addirittura Bernardo Provenzano già nel 2001, prezioso per il Dott. Di Matteo, venga trasferito al Reparto scorte...". "L’allontanamento di Masi dal Reparto operativo e la sua attività di investigatore scomodo per qualcuno..."

   Barcellona Pozzo di Gotto (ME), 08/01/2014 - Illustre generale Leonardo Gallitelli, Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, da diversi mesi ormai, stiamo seguendo con interesse ed apprensione le vicende relative al Maresciallo dei Carabinieri Saverio Masi attualmente in servizio presso il Reparto scorte di Palermo e testimone in delicati processi e indagini. Appare quantomeno strano che un investigatore con affermata esperienza e con alle spalle un lodevole servizio effettuato prima in Campania e poi a Palermo, sia stato estromesso dal Reparto Operativo. Un investigatore che pare invece avrebbe potuto arrestare, grazie al suo intuito investigativo e alla sua tenacia, addirittura Bernardo Provenzano già nel 2001, cattura che come è noto avvenne poi solo nel 2006, ad opera della Polizia di Stato.

Non solo, pare anche che fosse sul punto di prendere Matteo Messina Denaro già diversi anni fa. Un carabiniere che si è arruolato giovane proprio con il sogno di poter contribuire ad aiutare la sua terra, la Sicilia, a sconfiggere la mafia, catturando i boss latitanti e che svolgeva quindi il suo lavoro, che era ed è la sua vocazione, con la massima dedizione e impegno, oltre che capacità. Ora non si capisce quali siano le ragioni per cui un generale resta in servizio nelle sue funzioni fino alla pensione, malgrado una condanna a 14 anni in primo grado, ridotta a 4 anni e 11 mesi solo di recente, per narcotraffico (e con lui potremmo fare molti altri esempi), mentre il Maresciallo Masi viene mandato al reparto scorte per una vicenda penale decisamente irrisoria (un falso per l’annullamento di una sanzione stradale), oltre che controversa per il clima in cui è maturata.

Certamente lui, in questo momento particolare, è prezioso per il Dott. Di Matteo, quale suo capo scorta, ma siamo certi che lo sarebbe ancor più se potesse collaborare con lui nelle indagini, appunto rientrando nel Reparto Operativo dell’Arma dei CC, al suo posto di battaglia nella ricerca dei latitanti e di Matteo Messina Denaro in particolare. Se ciò avvenisse, renderebbe grande onore all’Arma e contribuirebbe a lasciarne intatto il prestigio, perché l’atteggiamento punitivo che è stato adottato nei confronti del mar. Masi appare inspiegabile ai più e rischia di gettare ombre sull’intero Corpo.

Sappiamo bene, infatti, come le denunce e i rapporti del Maresciallo Masi vadano a toccare argomenti molto scottanti riguardanti le coperture alle latitanze di boss di primo piano di Cosa Nostra e la trattativa tra la mafia e pezzi dello Stato e sarebbe troppo facile pensare ad un legame tra le due vicende, ossia l’allontanamento di Masi dal Reparto operativo e la sua attività di investigatore scomodo per qualcuno. Un gesto quale il reintegro del mar. Masi al suo posto in ruoli investigativi sarebbe un segnale di chiara volontà di non nascondere niente e di fare chiarezza in assoluta serenità, oltre ad essere un atto, ritengo, di giustizia nei confronti di tutti noi.

Angela Manca
Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

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