Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MARINO PER ‘RIPULIRE’ ROMA SI AFFIDA A STROZZI, INDAGATO DALLA PROCURA DI PATTI

15/01/2014 - Il sindaco di Roma, Ignazio Marino,  ha nominato Ivan Strozzi presidente e amministratore delegato della municipalizzata Ama, azienda rifiuti capitolina, indagato dalla Procura della Repubblica didi Patti (Me). La nomina di Strozzi avrebbe l'obiettivo di risollevare l’azienda Ama, sopraffatta dai debiti. Ignazio Marino avrebbe basato la nomina del manager sulla notevole esperienza del manager, benchè indagato dalla Procura pattese.
Ivan Strozzi, amministratore unico, presidente e amministratore delegato dell'Ama, dovrà rispondere alle accuse mossegni della Procura di Patti: traffico illecito di rifiuti, inadempimento di contratti in pubbliche forniture e frode in pubbliche forniture.

Come scrive Il Fatto Quotidiano, Strozzi "nella qualità di (ex) amministratore delegato di Enia, l’azienda multiservizi che operava a Parma, Reggio Emilia e Piacenza, oggi Iren. L’avviso di conclusioni indagini, che ilfattoquotidiano.it ha letto, è stato notificato agli indagati lo scorso ottobre, firmato dal procuratore capo Rosa Raffa. L’indagine coinvolge 18 persone tra manager e amministratori, i reati sono a rischio prescrizione. I fatti riguardano l’attività svolta dall’Enia a Messina e il contratto stipulato nel 2005 con l’Ato Me 1."

Scrive ancora Il Fatto Quotidiano: "Il piano regionale dei rifiuti della Sicilia ha previsto, ad inizio 2000, la nascita degli ato, ambiti territoriali ottimali, che si sono rivelati un fallimento in termini di risultati, differenziata e impianti zero, con un salasso economico per la collettività. Nel 2002 a Messina viene costituito l’Ato Me 1 Spa, composto dalla provincia di Messina e 33 comuni. Nel 2004 viene bandita la gara per il servizio di raccolta dei rifiuti per 7 anni. A vincerla per un importo intorno ai 110 milioni di euro è un raggrupamento temporaneo di imprese, con capogruppo una società bolognese e tra le mandanti anche l’allora Agac di Reggio, poi Enia (ora Iren, ndr). Il raggrupamento si riunisce in una società consortile, la Nebrodi Ambiente, con lo scopo di gestire l’appalto vinto."








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