Rifiuti, M5S all'Ars: «Inceneritori soluzione obsoleta e dannosa, nuove preoccupazioni dall’Ue»

Rifiuti, M5S Ars a Schifani: « Inceneritori  soluzione obsoleta e dannosa, e arrivano nuove preoccupazioni dall’Ue». Palermo, 09/04/2025 -   – «La Sicilia merita politiche ambientali all’avanguardia, non un ritorno al passato con impianti inquinanti, mascherati da falsa innovazione. Proprio in questi giorni, sull'inceneritore di Roma, apprendiamo dalla stampa, sono arrivate nuove perplessità  dall’Ue , che ha evidenziato molte criticità sull'impianto, tra cui l'impatto ambientale significativo e preoccupazioni sull'emissione di  CO₂  e sui danni alla salute umana». Così i deputati M5S all'Ars Cristina Ciminnisi,  Jose  Marano e Adriano Varrica, componenti della Commissione Ambiente, commentano con durezza l’ennesimo annuncio –  spot  pronunciato in video dal Presidente Renato Schifani, e diffuso sui social, sulla realizzazione di due termovalorizzatori a Palermo e Catania. «Chiamarli “termovalorizzatori” – dicono – è un eufemismo per nas...

“MUDIR. TUTTA LA MIA PRIMA VITA”, A MESSINA IL LIBRO AUTOBIOGRAFICO DI ALFONSO CALABRESE

Lunedì 13 al Feltrinelli Point Messina. Con l’autore interverranno i professori Federico Martino e Mario Bolognari
Messina, 11/01/2014 - “Molti che non conoscevano altra lingua tranne l'arabo, si rivolgevano verso di me chiamandomi ‘Mudir’. E' una parola che vuol dire tutto: per quella gente io ero la persona alla quale bisognava rivolgersi con deferenza e non si poteva fare altrimenti se non premettendo la parola ‘capo’ a inizio di ogni contatto verbale.
La parola Mudir, infatti, in linea di massima, identifica un capo con compiti di comando, di gestione rispetto a qualcosa di una certa rilevanza. E' un appellativo che permette una comunicazione in un certo senso distante, quasi a demarcare un sottile confine di rispetto tra la gente del posto che non conosce il nome dell'interpellato e, al contempo, consente di rispettare una persona di cui si pensa essere un superiore, appunto un ‘Mudir’”.

Ed è MUDIR. Tutta la mia prima vita (I parte) il titolo del libro autobiografico di Alfonso Calabrese che sarà presentato lunedì 13 gennaio alle ore 18 al Feltrinelli Point Messina. Dialogheranno con l’autore i professori Federico Martino e Mario Bolognari. Un titolo “abbastanza strano”, che appunto si spiega fin dalle prime pagine. Si tratta, in effetti, di una prima parte, il racconto in sei capitoli della vita dell’autore dall’ottobre del 1948 al dicembre del 1985. La seconda parte (dal gennaio dell’86 al marzo del 2003) è in fase di scrittura e sarà pubblicata entro quest’anno.

Sessantacinque anni “suonati”, come dice l’autore, Calabrese è al suo primo libro. Ma “se la salute mi assiste, non sarà l’unico”. Dalla prima infanzia ad Alì Terme, agli anni messinesi, “sopra” via La Farina, un luogo, dice lui, in cui grazie alla Chiesa, i giovani potevano salvarsi dal diventare delinquenti, dall’assunzione come tecnico alla Sirti alla laurea “tarda”, nell’82, a Salerno, in Scienze politiche, studiando alla fine di una giornata di lavoro di otto ore, dall’impegno politico agli anni da “Mudir” in Libia e nel Sultanato dell’Oman, “il libro termina con il fidanzamento con quella che sarebbe diventata mia moglie, ma la seconda parte che sto già scrivendo racconterà come sia riuscito a sopravvivere ad un infarto e a rovinare il mio matrimonio e il rapporto con mia figlia”. Alla quale MUDIR (Persiani Editore) è dedicato. “Scrivere senza nascondere è un modo per farle sapere chi sia stato suo padre, nel bene e nel male”.

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