Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

TESTIMONI DI GIUSTIZIA, CUTRO': “MAURIZIO SEBASTIANO MARCHETTA NON E’ UNO DI NOI”

Due giorni fa la Corte d’Appello di Messina ha assolto gli imputati del processo “Sistema”, Carmelo Bisognano e Carmelo D’Amico, dalle accuse loro rivolte da Maurizio Sebastiano Marchetta, imprenditore noto alle cronache giudiziarie messinesi/barcellonesi
17/01/2014 - L’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia e il suo presidente Ignazio Cutrò, a seguito della sentenza, protestano per l’attribuzione, ad opera di “una parte dell’informazione” dello status di “testimone di giustizia” nei confronti dello stesso Marchetta.
“E’ una questione di rispetto nei confronti di quanti hanno messo a repentaglio la propria vita schierandosi apertamente contro le mafie e dalla parte dello Stato, ben sapendo cosa questo avrebbe comportato” spiega Cutrò. “Marchetta - aggiunge - non è testimone di giustizia: non è negli elenchi del Ministero dell'Interno e a quanto pare i magistrati non hanno creduto alle sue teorie”.

“A differenza di Marchetta - sottolinea Cutrò - noi testimoni di giustizia non siamo mai stati fotografati dai Carabinieri in compagnia di boss mafiosi, né è mai stata richiesta, per noi, la trasmissione degli atti per concorso esterno. Siamo persone oneste e specchiate - sottolinea - che hanno pagato e continuano a pagare per aver avuto il coraggio e la forza di denunciare. Siamo uomini e donne credibili, che hanno lottato fianco a fianco con i magistrati, con lealtà e dignità. Lo stesso Marchetta - asserisce Cutrò - dovrebbe smetterla, finalmente, di spacciarsi per ciò che non è”.

Anche l’eurodeputata Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea, a poche ore dalla sentenza, aveva fatto rilevare tale anomalia, sottolineando come fosse emersa “la vera natura delle dichiarazioni mendaci di Maurizio Sebastiano Marchetta”. “Adesso - aveva aggiunto Sonia Alfano - una certa stampa smetta di definirlo ‘testimone di giustizia’: non lo è mai stato e, a quanto pare, mai potrà esserlo”.


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