1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

BROLO: LO SCACCHISTA, CAMBRIA, FONTALBA, E VAI SUL SICURO

Brolo (Me), 19/03/2014 – Si sa, ciò che rende distinguibile l’uomo, non solo per i semplici connotati del fisico, è il carattere. Non l’insieme dei tratti psicologici specifici di ogni persona, ma il carattere, le lettere tipografiche o ‘font’, la serie di caratteri distinti per stile e corpo del computer. Il carattere rende distinguibile l’uomo ma pure vulnerabile: secondo qualcuno, infatti, l’uso di un carattere (o ‘font’) per redigere il titolo di un foglietto sarebbe più che sufficiente a svelare chi lo ha scritto!
Così a Brolo, sembrerebbe essersi messo nei guai Monsignor lo Scacchista, forse un brav’uomo, felicemente sposato in chiesa e divorziato, autore di uno di quei foglietti (o articoli) anonimi che circolano nei bar, nei tabacchini e sulle vetrate delle cabine telefoniche, il cui contenuto - tuttavia - non sembra avere riscosso enorme successo.

Indipendentemente dal clamore mediatico, Monsignor lo Scacchista avrebbe lasciato su quel foglio la sua 'firma' adoperando un ben definito carattere tipografico:
“Ca quannu sbatti cu la petra forti, /
la lancedda ‘ntra ‘n’attimu si sparti”.

Monsignor lo Scacchista sarebbe andato a sbattere contro l’abilità e l’acume investigativo di chi certe cose le sa (o ritiene di saperle) per chissà quali capacità medianiche? Il medium - perciò - avrebbe sgamato Monsignor lo Scacchista identificandolo dal carattere ‘Cambria’ adoperato per redigere il titolo dell’anonimo documento. Se non fosse che una vera sciocchezza, davvero una cosa di poco conto, un'imprudenza semplice quanto un abbaglio, sarebbe da considerarsi una falsa accusa, una calunnia, quantomeno in senso morale:

“Tre cose teme il mio cuore,
per la quarta sono spaventato:
una calunnia diffusa in città,
un tumulto di popolo
e una falsa accusa:
tutto questo è peggiore della morte...”.
(Siracide 26).

Ovviamente è la Bibbia, Monsignor lo Scacchista, che denota abilità linguistica e di pensiero, certamente lo saprà, ma non necessariamente tutti sono tenuti a saperlo.

Cosa dice il volantino ‘incriminato’? E’ un divertissement godibile e articolato, ben scritto: una vera e propria partita a scacchi giocata sullo scacchiere di una cittadina al momento ‘sbarruvata’ e in procinto di tornare a votare per le elezioni amministrative: male se i cittadini brolesi ("pedine più o meno consapevoli del gioco e dei suoi raggiri”, come scrive Monsignor lo Scacchista) non sapranno leggervi la morale e votare bene, evitando il peggio; evitando, cioè, di farsi raggirare da P. il Re e dal Maestro.

Ma per il medium la divinazione vale più della morale e si fa beatitudine, orgasmo e voluttà la strabicissima ossessione di avere sgamato l’amanuense, Monsignor lo Scacchista, che usa il Cambria per le sue verbosità. In effetti i font ‘Cambria’, sono tra i più usati al mondo, facendo parte dei nuovi tipi di carattere inseriti in Windows Vista e Office 2007, creato dal disegnatore Ian Koshnick nel 1989 per la sua compagnia, Cambria Publishing.

Per scrivere trattati anonimi, allora, che font bisognerebbe usare per non farsi sgamare dai medium?

Magari ‘Font...alba’, liscia o gassata! Ma essenzialmente analcolica: non dà le traveggole e vai sul sicuro!

d.m.c.
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