1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

OPERAZIONE CORSI D'ORO A MESSINA: ONDATA DI ARRESTI PER REATI TRIBUTARI E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, L’ON. GENOVESE TRA LE PERSONE COINVOLTE

Sono 25 le persone indagate, 4 agli arresti domiciliari: Salvatore La Macchia, Domenico Fazio, Roberto Giunta e Stefano Galletti, il Gip ha disposto la sospensione dell'esecuzione per Francantonio Genovese, leader del Pd messinese e deputato nazionale del PD, in attesa dell'autorizzazione da parte della Camera dei Deputati. Sono 54 i capi di imputazione
Messina, 19/03/2014 - Coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, alle prime ore dell'alba di questa mattina uomini della Squadra Mobile e della Sezione di polizia giudiziaria della Questura di Messina e del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione alla notifica della
richiesta di autorizzazione all'esecuzione di misura cautelare personale nei confronti del parlamentare messinese Francantonio Genovese(già in precedenza notificata presso la Presidenza della Camera dei Deputati) e a quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, a seguito di un provvedimento emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina. Le persone interessate dalle ordinanze di custodia sono: Salvatore La Macchia, Domenico Fazio, Roberto Giunta e il commercialista Stefano Galletti.

Depositata alla Camera la richiesta di arresto per il deputato del Pd, Francantonio Genovese, gia' segretario regionale del partito democratico ed ex sindaco di Messina, firmata dal Gip di Messina Gianni De Marco, nell'ambito dell'inchiesta "Corsi d'oro" sulla formazione professionale. Per Genovese si attende l'autorizzazione a procedere, mentre i suoi collaboratori, Salvatore La Macchia, Domenico Fazio e Roberto Giunta, e il commercialista Stefano Galletti, sono stati già arrestati questa mattina dagli agenti della Squadra Mobile di Messina.

Genovese e' al suo secondo mandato parlamentare alla Camera dei Deputati. Nell'indagine, coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica Fabrizio Monaco, Liliana Todaro e Antonio Carchietti, e dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, sarebbero emerse speculazioni sui noleggi di attrezzature e sull'acquisto di immobili per svariati milioni di euro. Nella prima fase della stessa indagine erano stati posti agli arresti domiciliari la moglie di Genovese, Chiara Schiro', e Daniela D'Urso, moglie dell'ex sindaco Giuseppe Buzzanca, assieme ad altre sette persone. In quel caso, le accuse hanno riguardato i finanziamenti per la formazione professionale regionale per il periodo compreso tra il 2007 e il 2013 agli enti Lumen, Aran e Ancol. Ora l'indagine si estende agi enti Enfap, Enaip, Ial Training Service, L&C Training and consulting, Cesam, Ecap, Cesofom, Apindustria e Reti. All'attenzione degli investigatori i corsi organizzati da enti professionali legati ai due parlamentari e alcune compravendite o cessioni di rami d'azienda tra gli stessi enti.

Ai nuovi destinatari delle misure cautelari viene contestato il delitto di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di progetti formativi tenuti da numerosi centri di formazione professionale.

Le indagini, dirette dal Procuratore Aggiunto, dott. Sebastiano Ardita, e dai Sostituti, Camillo Falvo, Liliana Todaro, Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, hanno permesso di accertare che i soggetti indagati, attraverso gli enti di formazione e società filtro appositamente create, grazie a prezzi gonfiati per l'acquisto di beni e servizi o, addirittura, a prestazioni totalmente simulate, sottraevano a loro vantaggio i fondi assegnati per lo svolgimento dei corsi di formazione.

La gran parte degli artefici dei reati sono risultati tra loro legati da vincoli di parentela e/o di assoluta fiducia.
L'onorevole Genovese, destinatario della richiesta di misura cautelare, emerge dall'attività investigativa come l'unitario centro di interessi cui fanno riferimento una ragnatela di enti e società, uniti tra loro da una trama volta a consentire, attraverso meccanismi di fatturazione in tutto o in parte inesistenti, la sistematica sottrazione di consistenti volumi di denaro pubblico.

Genovese, nel corso del tempo ha acquisito, grazie ad una rete di complici riferibili anche alla propria famiglia, il controllo di numerosi enti di formazione operanti in tutta la Sicilia e, parallelamente, di una serie di società che gli hanno permesso di giustificare le appropriazioni, così da lucrare illeciti profitti.


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Nelle prime ore di stamane, i poliziotti della Squadra Mobile e della Sezione di P.G.– presso la locale Procura della Repubblica, unitamente ai militari del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza, hanno proceduto alla notifica della richiesta di autorizzazione all’esecuzione di misura cautelare in carcere nei confronti del parlamentare messinese Francantonio Genovese, (già notificata, nella serata di ieri, presso la Presidenza della Camera dei Deputati) e dato esecuzione ad un’Ordinanza di applicazione di Misura degli arresti domiciliari adottata dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti del quarantasettenne Salvatore La Macchia, di S. Piero Patti, già capo della segreteria particolare dell’Assessore Regionale all’istruzione ed alla formazione; il commercialista messinese Stefano Galletti, di anni 55, Domenico Fazio e Roberto Giunta, messinesi, quest’ultimi entrambi componenti della segreteria politica del parlamentare nonché gestori degli enti formazione, ritenuti responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti di peculato, truffa aggravata, riciclaggio, falso in bilancio nonché reati finanziari e contro la pubblica amministrazione (in concorso con pubblici ufficiali) attraverso le attività di enti di formazione professionale, a loro direttamente od indirettamente riconducibili e di società, che erogavano servizi ai predetti enti, essendo sempre da loro gestite e controllate.

Il provvedimento cautelare scaturisce dalle complesse ed articolate indagini riguardanti complessivamente 25 soggetti indagati a vario titolo, per un totale di 54 capi d’imputazione.

Le attività illecite sono state compiute sempre in conflitto di interesse rispetto alla destinazione del denaro pubblico gestito dagli indagati, orientandole sia a profitto personale sia a finalità di propaganda politico-elettorale, ed attingendo illecitamente ai fondi erogati dalla Regione Sicilia per la formazione professionale, grazie anche al sostegno politico ed alle pressioni esercitate dagli esponenti di riferimento, in primo luogo dall’On.le Francantonio Genovese, per garantire l’accreditamento degli enti, il finanziamento dei progetti, l’erogazione delle anticipazioni e dei saldi.

Oltre alla fattispecie associativa, il parlamentare risulta destinatario della misura cautelare anche in ordine alla contestazione di due distinte ipotesi di riciclaggio in concorso, poiché dopo che erano stati commessi delitti di truffa aggravata (mediante noleggio di attrezzature e servizi, nonché locazioni) e peculato da parte di soggetti indagati, operanti per conto di società erogatrici di servizi in favore degli enti di formazione, compiva operazioni di trasferimento delle somme di denaro di provenienza delittuosa e, comunque, volte ad ostacolare l’identificazione della loro illecita provenienza, peculato in concorso, truffa aggravata in concorso, evasione di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, avvalendosi di fatture per operazioni inesistenti emesse in suo favore ed, infine, emissione di documenti relativi ad operazioni inesistenti per consentire a terzi (società a lui riconducibili) di evadere le imposte sui redditi e l’imposta sul valore, con l’aggravante di aver commesso il fatto anche allo scopo di eseguire il delitto di riciclaggio.

Le complesse indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un artificioso meccanismo, creato da abili professionisti per attuare una sistematica distrazione delle cospicue risorse pubbliche destinate alle attività formative, nonché per frodare il fisco ed occultare la natura dei proventi, mediante il ricorso a prestanome, impiegati per la gestione di enti e società, per il compimento di operazioni imprenditoriali e finanziarie e per la sempre più ampia acquisizione di enti di formazione.

Sono state, inoltre, verificate numerose truffe mediante assunzioni fittizie presso un ente di formazione, al fine di occultare l’utilizzo dei falsi dipendenti presso la stessa segreteria politica del parlamentare.

Infine, sono stati accertati una serie di episodi distrattivi, in gran parte realizzati mediante un sistema di sovrafatturazione, determinando un sovradimensionamento dei costi: in sostanza, allo scopo di appropriarsi del denaro pubblico destinato alla gestione dei corsi, gli indagati in molti casi hanno acquistato beni o servizi, apparentemente destinati allo svolgimento dei corsi, rivolgendosi ad aziende dagli stessi direttamente o indirettamente controllate, a prezzi ampiamente superiori a quelli realmente praticati o praticabili sul mercato.

In altri casi, sempre allo scopo di fare apparire costi notevolmente superiori al reale, hanno adoperato lo schema di una tipica triangolazione: hanno acquisito il bene a prezzo di mercato per il tramite di un’azienda dagli stessi controllata, quindi hanno rivenduto o noleggiato il bene all’ente di formazione maggiorandone notevolmente il prezzo e, conseguentemente, lucrando sulla differenza. Ciò, in particolare, risulta accaduto con riferimento alla locazione di immobili: presi in affitto da società riconducibili agli stessi gestori degli enti e poi subaffittati all’ente di formazione a prezzi maggiorati in misura prossima al 100%.
In altri casi, infine, sono state rappresentate prestazioni totalmente fittizie, come l’elaborazione di contratti di progettazione. Tale meccanismo, inoltre, è stato realizzato anche con riferim






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