Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

IKEA CATANIA: MA PORTATEVI L’ACQUA DA CASA E UN CARO AMICO CON CUI PARLARE

Ikea Catania: finita la lunga giornata degli acquisti un improvviso malessere rendeva urgente il bisogno di un bicchiere d’acqua: la pilloletta salvavita non poteva aspettare. Bisognava inserire le monete nella macchinetta self service ma prima trovare le monete e capire come si fa. Nella parte laterale del bancone una signora si affannava nel tentativo di fare uscire l’acqua potabile da un erogatore automatico ma l’interruttore era guasto. Ricominciavo a desiderare il mio vecchio fornitore di cianfrusaglie, di mobili a buon mercato, il mercato delle pulci, casa mania, casa mercato, casa mia, dove un bicchiere d’acqua puoi chiederlo a un essere umano; dove tentare di morire con qualcuno di tua conoscenza che tenta di buttarti addosso un po’ d’acqua...

Catania, 25/10/2014 – Finita la lunga giornata degli acquisti avevamo appena superato la fase finale: il pagamento alla cassa. Mancavano 15 minuti alle 21, dinanzi a noi c’era la Bottega svedese, la lunga esposizione di dolciumi e alimentari. A sinistra il bar, con l’intelaiatura di tubi d’acciaio che costituiscono il camminamento automatizzato attraverso cui si accede al bancone del bar. Un improvviso malessere rendeva urgente il bisogno di un bicchiere d’acqua: la pilloletta salvavita non poteva aspettare, ma bisognava inserire le monete nella macchinetta self service per entrare in possesso di una bottiglietta d’acqua, e ancora prima c’era da trovare le monete e capire come si fa.

Cominciavo a tremare per il malessere. Capivo che non ce l’avrei fatta a superare le 'prove tecniche' per l’accesso (self-service) all’acqua della salvezza. Portatomi nella parte laterale del bancone, piuttosto nascosta a chi sta nella parte antistante l’area vendita e il bancone bar, vedevo una signora affannarsi nel tentativo di fare uscire l’acqua potabile dall'erogatore automatico (finalmente libero e gratuito). Il giovanotto del bar cercava di spiegarle che quell’interruttore non funzionava, era guasto. Ma la signora continuava a provare e riprovare.
 Mi facevo dare un bicchiere di plastica dalla signora e le chiedevo di lasciarmi provare. L’interruttore era visibilmente precario, staccato dalla sua sede naturale (come mostrano le foto). Finalmente, provando a risistemare come meglio possibile lo switch (push) del congegno erogatore, con la forza della disperazione, riuscivo a fare sgorgare l'acqua, a riempire il bicchiere e a prendere la mia pillola salvavita.
Poco più in là un cartello firmato Ikea avvertiva: “Macchina temporaneamente fuori servizio. Ci scusiamo per il disagio.”. Protestavo ma... povero cuore!
Può capitare, certo, può capitare perfino agli svedesi un guasto. Pure loro hanno un cuore. Ma la proverbiale efficienza nordica perde punti e s'inceppa solo con l'erogatore gratuito dell'acqua potabile?
In quel momento mi tornavano chiare certe defaillances di alcuni luoghi pubblici (stazioni ferroviarie, fontane pubbliche ‘asciutte’, etc.). Ikea mi scadeva nella 'considerazione nordica' di cui è ammantata (o mi ero ammantato?).

“Dare da bere agli assetati" e ai cardiopatici, ai bambini e agli squattrinati, ai poveri e ai diabetici.

Ricominciavo a desiderare il mio vecchio fornitore di cianfrusaglie, di mobili a buon mercato, il mercato delle pulci, casa mania, casa mercato, casa qualcosa e casa mia, dove un bicchiere d’acqua puoi chiederlo a un essere umano; dove tentare di morire con qualcuno di tua conoscenza che tenta di darti un po’ d’acqua (o magari di vino buono), un pacco di sale di Trapani, un succo di pomodoro di Pachino e non di Pechino. Un essere umano che ti chiede cosa desideri, come stai, dove vai, come mai, quanti anni hai, chi sei e quando te ne vai?
Non credo tornerò più in quel capannone giallo blu fuori porta dell’Ikea di Catania, ma se costretto mi porterei l’acqua da casa e qualcuno, un essere umano con cui parlare senza dovere sottoscrivere una family card, senza dovere dare tutti i miei dati anagrafici, il numero di telefono, indirizzo email, password, sistema di compressione dati audio, e-mod, plug-in, account, url internet, docobject, provider, web server, applet, bookmark e codice fiscale.
Torno dal mio macellaio sotto casa e rinuncio (molto volentieri) alle “polpette Ikea prodotte in Svezia e vendute nei ristoranti del gigante dell’arredamento”.
“Per lo scandalo della carne al cavallo si è aperto un nuovo capitolo quando gli ispettori della Repubblica Ceca l’hanno trovata nelle polpette preparate in Svezia per il gruppo Ikea, durante test su campioni prelevati nello store di Brno. E carne di cavallo è stata trovata in Italia anche in un campione di «Lasagne all’Emiliana» vendute in un supermercato a Verona. Ma il ministro della Salute Renato Balduzzi non usa mezzi termini e commenta: «nessun rischio per la salute» definendo la vicenda «una colossale frode». L’Europa ora pensa ad una nuova posizione unitaria: più controlli (obbligatori) e misure più pure per punire le frodi alimentari. Ikea, travolta nello scandalo, ha riferito che i prodotti erano stati preparati da un unico fornitore in Svezia e distribuite anche in Gran Bretagna, Portogallo, Paesi Bassi e Belgio. (…) 
Ma se la vicenda continua ad avere un profilo preoccupante dal punto di vista commerciale, resta tranquillizzante la situazione sanitaria. Non c’è ancora infatti nessun dato, almeno per il momento, che certifichino che le eventuali presenze di carne di cavallo (che in questo caso si sospetta sia dopata), siano pericolose perché contenenti, ad esempio, farmaci. I carabinieri dei Nas hanno prelevato oggi ulteriori 24 campioni riferiti a 8 marche diverse, che portano cosi in tutto, dall’inizio dei controlli sulla carne di cavallo, 316 i campionamenti effettuati per un totale di 129 marche. (http://www.lastampa.it/2013/02/25/esteri/carne-di-cavallo-nelle-polpettine-ikea-IrzhdexkWICf86NGCULPrI/pagina.html)
























Commenti