Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

SEQUESTRO DEI BENI PER GIUSEPPE SCINARDO DI CAPIZZI, UOMO DI FIDUCIA DI RAMPULLA, CAPO DI COSA NOSTRA

Confiscati i beni dell'imprenditore Giuseppe Scinardo, considerato uomo di fiducia di Sebastiano Rampulla. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catania e comprende società, aziende, immobili e appezzamenti di terreno nonché un numero imprecisato di fabbricati
Messina, 31/10/2014 - La Dia di Catania e Messina ha eseguito la confisca di primo grado dei beni dell'imprenditore Giuseppe Scinardo, uomo di fiducia di Sebastiano Rampulla, per un ammontare di circa 50 milioni di euro, riconducibili allo stesso Scinardo. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catania e riguarda società, ditte, numerosi immobili, vaste distese di terreno e svariati fabbricati. Particolari sull'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella sede della Dia di Catania.

Pietro Rampulla
Mario Giuseppe Scinardo, 44 anni originario di Capizzi (Me) è stato rinviato a giudizio nell'operazione "Montagna", condotta dai Ros di Messina. Scinardo nel procedimento penale è ritenuto associato al gruppo mafioso di Mistretta, integrale a Cosa Nostra, con influenza e operatività nel territorio della provincia di Messina compreso tra Acquedolci, Capizzi, Caronia, Mistretta, San Fratello, Tortorici ed altrii Comuni viciniori e limitrofi.

Per le autorità inquirenti, Mario Scinardo è un uomo di fiducia di Sabastiano Rampulla, considerato il capo di Cosa Nostra nell’intera provincia di Messina, fratello del boss Pietro Rampulla, condannato per avere confezionato e fatto esplodere il potentissimo ordigno che servì a mettere in atto la strage di Capaci, nella quale saltarono in aria il giudice Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti della scorta.

Mario Giuseppe Scinardo, 44 anni, è accusato di associazione mafiosa e di essere un uomo di primo piano della mafia di Mistretta. Il provvedimento e' stato emesso da Roberto Passalacqua che presiede la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania. Giuseppe Scinardo è ritenuto uomo di fiducia del capo mafia di Mistretta (Me) Sebastiano Rampulla, fratello di Pietro Rampulla, l'artificiere della mafia condannato per avere confezionato l’ordigno che diede la morte al giudice Giovanni Falcone, alla moglie e agli agenti della scorta nella della strage di Capaci.

Giuseppe Scinardo è il padre di Mario Scinardo, cui la Dia lo scorso mese di aprile confiscò un patrimonio di circa 200 milioni di euro.
A Mario Giuseppe Scinardo nel 2008 erano già stati sequestrati beni per milioni di euro, un agriturismo e allevamenti di bestiame. Nell’ottobre 2008 la Direzione investigativa antimafia aveva sequestrato beni per oltre 200 milioni di euro a Mario Giuseppe Scinardo, allora 43enne. Si trattava già di una delle più grosse operazioni patrimoniali nell’ambito delle inchieste di mafia in provincia di Messina ed in Sicilia. Mario Scinardo è un ‘imprenditore’ originario di Capizzi, in provincia di Messina, e viene accusato di
associazione mafiosa, facendo parte della cosca dei Rampulla di Ristretta, come personaggio di spicco.

Allora il decreto di sequestro avevano riguardato pure beni della moglie di Scinardo, Letizia Deni Nellina, titolare di un'azienda agrituristica, il "Casale Belmontino", nelle campagne di Aidone in provincia di Enna. Altri cespiti finiti sotto sequestro erano terreni agricoli con fabbricati rurali annessi, per una superficie complessiva di 625 mila metri quadrati, sempre in contrada Belmontino Soprano (Aidone), dove e' stato realizzato il villaggio agrituristico, quattro stelle, con 300 posti a sede nel ristorante, più 80 posti letto.

Ancora sotto sequestro un allevamento di bovini a Vizzini, in contrada Talleri; un altro allevamento di bovini in contrada Belmontino, ancora ad Aidone e oltre 180 capi di bestiame.

Scinardo e' considerato uomo d'onore della famiglia mafiosa di Mistretta, dove ha sede la ‘premiata ditta’ Sebastinao Rampulla, esponente e rappresentante di cosa nostra per l'intera provincia di Messina, condannato per avere confezionato e fatto esplodere la carica della strage di Capaci, in cui fu trucidato il Giudice falcone col seguito.

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