Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro

Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro.  Una dipendente dell’Ufficio del processo presso il tribunale di Catania ha chiesto e ottenuto la proroga del distacco presso un’altra sede lavorativa, a tutela della sua incolumità. 8 mag 2024 - Dopo essere stata assunta a tempo determinato, la dipendente è stata vittima di violenze, regolarmente denunciate, che l’hanno costretta a chiedere il distacco dalla propria sede lavorativa perché non si sentiva più al sicuro. Il Tribunale di Catania le aveva però concesso il distacco fino a settembre 2024. Nel frattempo, la donna aveva denunciato altri reati contro la sua persona e il ritornare nella sede assegnatagli avrebbe messo a serio repentaglio la sua incolumità. Per tale ragione si è rivolta allo studio legale Leone-Fell & C. per ottenere la necessaria tutela. “Vista la gravità della situazione, abbiamo inoltrato un’istanza al ministero di Giustizia – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca ch

ROMAGNOLI IN CARCERE RICEVE LA VISITA DI DI BIAGIO: "MI HANNO TESO UN TRANELLO, SONO STATO MESSO IN MEZZO"

Massimo Romagnoli, l'ex deputato nazionale di Forza Italia, arrestato in Montenegro lo scorso 16 dicembre con l'accusa di traffico internazionale d'armi, originario di Capo d'Orlando (Messina), ha ricevuto nel carcere di Podgorica, la visita dell'on. Di Biagio (Ap), membro della Commissione per i Diritti Umani. "Sono stato messo in mezzo", ha detto Romagnoli al deputato di Area Popolare. Di Biagio: “La sensazione che ho avuto è stata di una grande ingenuità da parte di Romagnoli, di grande superficialità e leggerezza..."

05/01/2015 - L'ex deputato di FI Massimo Romagnoli, arrestato in Montenegro lo scorso martedì 16 dicembre con l'accusa di traffico internazionale d'armi, assieme a due rumeni, con l'accusa di aver cercato di vendere armamenti alle Farc colombiane, ha ricevuto la visita in carcere di Aldo Di Biagio, senatore di Area Popolare, membro della Commissione per i Diritti Umani: Di Biagio ha visitato lo scorso 2 gennaio l'ex parlamentare del PdL, esponente di punta di Forza Italia in Sicilia e presidente del Movimento delle Libertà.

Massimo Romagnoli, come si ricorderà, è stato arrestato in Montenegro con l'accusa di traffico internazionale d'armi, su mandato del Procuratore americano Preet Bharara. ItaliaChiamaItalia, che ha seguito fin da subito tutta la vicenda, pubblicando diversi articoli sul caso, con dovizia di particolari, ha pure rivolto un appello a rappresentanti della politica e delle istituzioni perchè sia fatta luce sulle responsabilità e Massimo Romagnoli non venga lasciato solo di fronte ad accuse così gravi.

Alcuni giorni fa, l’ex parlamentare PdL ha richiesto espressamente all’ambasciatore d’Italia in Montenegro di poter incontrare Aldo Di Biagio. La richiesta di Romagnoli è stata accettata da Di Biagio, eletto nella ripartizione estera Europa, che sotto le feste è andato a trovare Romagnoli nel carcere di Podgorica. Con lui, anche l’avvocato italiano che si occupa del caso, Nicola Pisani.

In una giornata freddissima (2 gennaio), in Montenegro, con 17 gradi sotto lo zero, l’incontro con Di Biagio ha riscaldato il cuore dell'on. Romagnoli, che ha potuto così parlare con Di Biagio della propria situazione e soprattutto ricevere da lui forza e coraggio.

Contattato da ItaliaChiamaItalia, Aldo Di Biagio ha racconta: “Massimo con me si è potuto sfogare liberamente. Dopo momenti intensi di comprensibile commozione, gli ho fatto coraggio e gli ho fatto capire che doveva essere lucido per affrontare questa situazione nel migliore dei modi”. Durante il colloquio fra i due, era presente anche l’avvocato italiano, Nicola Pisani, professionista di livello, con un grande bagaglio di umanità.

“Sono andato a trovare Massimo in carcere - ha detto ancora l'on. Di Biagio a ItaliaChiamaItalia -
perché volevo accertarmi prima di tutto che avesse tutte le attenzioni che merita una persona nella sua situazione". Il carcere in Montenegro è molto difficile, lontanissimo dagli standard italiani (ciò è quanto dire).

“Mi sono accertato che Massimo Romagnoli stesse bene. Si è presentato a me con una giacca e una camicia: ‘Mi sono messo bello per te’, mi ha detto all’inizio del nostro incontro. Si è presentato in maniera assai dignitosa. Ho avuto anche l’opportunità di scambiare due chiacchiere con le guardie carcerarie, conoscendo la lingua, e di trasmettere il fatto che in qualche modo nei confronti di Romagnoli, come per qualsiasi altro italiano in simili condizioni, doveva esserci la giusta attenzione. Anche se non era in effetti necessario farlo, perché l’ambasciata italiana aveva già fatto un ottimo lavoro e per questo si era già creata in carcere una consapevolezza”.

Ancora Di Biagio a colloquio con ItaliaChiamaItalia: “La sensazione che ho avuto è stata quella di una grande ingenuità da parte di Massimo, una grande superficialità e leggerezza. Gli ho trasmesso questa mia sensazione. C’è stata evidentemente una sottovalutazione della questione che ha portato a quello che è successo. Ma la cosa più importante per me era fargli sentire la vicinanza di un amico. Ne uscirai - gli ho detto - con la grande determinazione che hai sempre dimostrato, con la volontà di far valere la tua innocenza’”.

Di Biagio assicura: “Continuerò a fare tutto quello che è nelle mie possibilità sotto il profilo umanitario per garantire l’attenzione necessaria. Anche io, devo ammettere, sono tornato dal Montenegro molto commosso, perché ho capito che la situazione è davvero complessa oltre che assurda sotto tanti punti di vista”.

Fisicamente Massimo Romagnoli sta bene. Secondo quanto racconta Di Biagio, ha capito di essere caduto in una sorta di tranello: “Sì, sono stato messo in mezzo”, ha detto l’azzurro.

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