Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MILAZZO, AL TRIFILETTI LO SPETTACOLO DI EMAUELE PUGLIA “SI CHIAMAVA GESÙ, VENUTO DA MOLTO LONTANO”

Milazzo (Me), 28/03/2015 - "Si chiamava Gesù, venuto da molto lontano", questo il titolo dello spettacolo ideato e scritto da Emanuele Puglia che andrà in scena domenica 29 marzo alle 18,30 al Teatro Trifiletti di Milazzo, nell'ambito della rassegna QuiNteatro organizzata dall'Associazione teatrale Le Alte Terre di Mezzo e diretta da Giuseppe Pollicina. I brani, tratti da “La Buona Novella” di Fabrizio De Andrè, sono liberamente ispirati al “Gesù Figlio dell'Uomo” di Kahil Gibran. La regia è dello stesso Emanuele Puglia, con in scena Carmela Buffa e Emanuele Puglia. Le musiche sono di Fabrizio De Andrè, arrangiate e rielaborate da Gianluca Cucchiara (per la parte vocale, eseguite dal vivo), mentre le scene e i costumi sono di Giuseppe Andolfo.

La Storia delle Storie incontra la musica immortale di Fabrizio De Andrè; da una parte, il concept-album “storico” di un grande musicista, dall'altra, una raccolta di poesie/monologhi danno vita ad una fusione e creano un “oratorio” di grande suggestione e intensità emotiva. I tanti personaggi si avvicendano, interpretati dai soli due attori in scena coadiuvati dal sapiente ed elegante gioco dei costumi curato, insieme all’impianto scenico, da Giuseppe Andolfo e al raffinato disegno luminoso di Riccardo Nicoloso.

La trama ruota attorno ai personaggi storicamente accertati (Pilato, Caifa, il sommo sacerdote Anna) o appartenenti alla tradizione religiosa (Giuseppe, Maria, Barabba, Simone di Cirene, il ladrone, Giuda) ma anche a quelli di pura fantasia dell’autore (Nathaele, un giovane coetaneo di Maria infante, Susannah, un’amica di Maria sin dall’adolescenza, Aisha, la madre di uno dei bambini soppressi nella strage di Erode) che evocano, senza che Questi appaia mai, Gesù, con parole che mai si leggeranno nelle “liturgie ufficiali”!
Figura centrale della piéce risulta Maria la cui vita viene seguita, attraverso il racconto, da prima della sua nascita a dopo la morte del figlio assecondando la linea narrativa tracciata da De Andrè.

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