1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

IMMIGRAZIONE OLOCAUSTO: E' EMERGENZA EUROPEA DA 10 ANNI

Interventi di Vendola, Maroni, Zaia, Oliverio, Spacca, Crocetta, Rossi
20 aprile2015 – Dopo l’ultima tragedia del naufragio e della morte di migliaia di migranti davanti le coste libiche del Mediterraneo, il Governo ha chiesto all'Unione Europea di risolvere alla radice il problema, proponendo innanzitutto subito un’operazione europea contro gli scafisti. L'alto rappresentante europeo Federica Mogherini sottolinea come il problema si risolva infatti anche “impedendo che i barconi partano”. In tal senso sono previsti anche contatti con Egitto, Tunisia ed altri paesi del Nordafrica per chiedere di esercitare più controlli. Il nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, sottolinea inoltre che “non è più sostenibile una situazione in cui ad una emergenza europea si risponda solo con risorse ed impegni italiani”. Per il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, “l'Europa rischia di naufragare nel Mediterraneo che è diventato il più grande cimitero liquido del mondo. Io credo che mare nostrum abbia rappresentato un'idea assolutamente adeguata. Noi dobbiamo combattere l'immigrazione clandestina, non gli immigrati. Dobbiamo combattere la povertà, non i poveri”.

Rosario Crocetta, presidente della regione Sicilia, evidenzia come non si possa “continuare ad assistere alle solite lacrime di coccodrillo. Dopo i 300 morti di Lampedusa ho visto le bare, ho visto i commissari europei arrivare e piangere. Però poi che cosa abbiamo fatto? Siamo passati a Triton e la situazione non è assolutamente migliorata, ne' mi pare che l'immigrazione irregolare sia stata fermata. Assistiamo a un esodo biblico, e dobbiamo affrontarlo alla radice. La mia proposta è quella di convocare un Consiglio Europeo straordinario sui temi dell'immigrazione in Italia, magari a Palermo, per mettere a punto una nuova strategia europea. L'Italia, la Sicilia non possono essere lasciate sole, rispetto a un dramma di queste proporzioni. L'Europa la deve smettere di fare discorsi astratti, di emanare risoluzioni sui diritti dell'uomo e poi, quando si tratta di aprire i cordoni della borsa, tirarsi indietro”.

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, dichiara che la tragedia di Lampedusa non ha insegnato nulla, “in questo anno e mezzo ci sono state solo chiacchiere. E se si fanno solo le chiacchiere queste tragedie purtroppo si ripeteranno. Sono state fatte solo chiacchiere e appelli all'Europa, ma l'Italia e il suo Governo fanno parte dell'Europa, abbiamo avuto il semestre di presidenza lo scorso anno e potevamo imporre all'Europa di intervenire”.
“Basta con le parole!”, ribadisce il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, spiegando che “occorre assumere decisioni urgenti e concrete che mettano finalmente fine ad un dramma che, più passa il tempo, più assume le proporzioni di un'immane carneficina. E' giunto il momento che il mondo intero si mobiliti per fermare questa strage infinita”.

“Rispetto ad un fenomeno che coinvolge migliaia di uomini, donne e bambini - aggiunge Oliverio - non si può girare la testa e far finta di niente o assumere atteggiamenti xenofobi e populisti, il cui risultato è solo quello di fomentare e aumentare odio e violenza. Una regione generosa e accogliente come la nostra, che storicamente ha vissuto sulla propria pelle il dolore dell'emigrazione, non può accettare discorsi e atteggiamenti di questo tipo. In un momento drammatico come questo nessuno può utilizzare il bisogno drammatico di questi esseri umani, per operare speculazioni elettoralistiche che lasciano il tempo che trovano. Occorre assumere subito azioni consequenziali e concrete".
Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, spiega che “serve un tavolo tra Governo, Regioni e Comuni per gestire una situazione che sta assumendo dimensioni sempre più drammatiche”. Spacca quindi aggiunge che “un aiuto potrebbe venire anche dalla strategia della Macroregione adriatico ionica - di cui fanno parte anche Sicilia, Puglia e Calabria, le regioni più colpite dal fenomeno degli sbarchi -, quale corsia preferenziale per la definizione di un progetto specifico di reperimento dei fondi europei”.

“Ormai siamo al guado - afferma il presidente della regione Veneto, Luca Zaia - e le alternative possibili sono solo due: o andiamo a prendere i profughi nelle loro terre in sicurezza, ipotesi che scarto, o mettiamo dei blocchi navali e andiamo ad aiutarli lì, con campi profughi e tendopoli più rispettose, come sappiamo fare noi italiani”. Zaia ha quindi respinto l'ipotesi dell'uso delle caserme dismesse o di nuove tendopoli sul territorio italiano. “La nostra condizione – sostiene Zaia – è semplice: diciamo no”.

Il presidente Maroni propone che “l'Unione europea e le Nazioni unite devono andare in Libia. Bisogna andare lì, fare lì i campi profughi e mettere le navi militari a dieci miglia dalle coste della Libia perché se qualcuno parte viene riportato indietro. Così si salvano le vite umane, sennò sono solo chiacchiere", e aggiunge: “Questi muoiono perché partono. Bisogna fermare le partenze. E fermare le partenze si può fare con i campi profughi in Libia e il pattugliamento davanti alle coste libiche”.

Il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, invece afferma di essere per "un'accoglienza sostenibile e, entro un certo limite, non possiamo andare. Siamo per rispettare il principio di umanità verso chi arriva ma anche per chi accoglie".
Quindi Rossi spiega che devono essere “piccole strutture, piccole comunità, e chi viene accolto deve restituire qualcosa gratuitamente in termini di attività pubbliche. Chi viene deve sapere che deve restituire qualcosa in termini di attività di pubblica attività, d'intesa con i sindaci dei territori che ospitano e senza nessuna remunerazione". Secondo Rossi, "siamo impegnati per questa accoglienza sostenibile, e deve avere al centro le associazioni di volontariato e non le cooperative o le società private che ci lucrano. Sono contrario al fatto che i prefetti facciano i bandi per individuare alberghi o strutture che poi diventano situazioni esplosive, mentre sono favorevole a un equilibrio e a una redistribuzione”.

Commenti