1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

LA CASTA DELLA CULTURA. UNA DOPPIA MORALE INSOPPORTABILE

Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi:"Montanari si informi meglio prima del prossimo libro"
ROMA, 10 giugno 2015 - "Tomaso Montanari, considerato dalla casta della cultura dei salotti benpensanti , la voce della verità sui beni culturali -non si capisce per quali meriti scientifici- nel suo recente libretto (“Privati del patrimonio”) ritorna, in una sorta di ossessione, su quelli che considera i grandi distruttori del patrimonio culturale, tra cui l’Associazione che presiedo e il sottoscritto. Il libretto, infarcito di dati imprecisi e superficiali, è la prova di cosa sia la doppia morale per certi rivoluzionari a parole". E' quanto replica Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi.

"La pietra dello scandalo per Montanari - prosegue Folena - è una delibera del 2011 del Comune di Torino con cui sono stati stanziati 30 mila euro più Iva (e cioè 36300 euro, con l’Iva allora al 21%) per una mostra natalizia a Palazzo Madama, a ingresso gratuito, incentrata sul capolavoro michelangiolesco Madonna col Bambino. Montanari non ama approfondire gli argomenti: tuttavia per scrivere di questi temi dovrebbe per lo meno sapere, come del resto il suo maestro Salvatore Settis gli potrebbe spiegare, (avendo organizzato col marchio Prada -garanzia, immagino per Montanari, di rigore scientifico e culturale e senza alcun interesse commerciale o pubblicitario!- due grandi esposizioni in corso a Milano e a Venezia), che una mostra ha costi di trasporto, di assicurazione, di scorta, di allestimento, di comunicazione, di accompagnatori delle opere. La mostra torinese del 2011è costata a MetaMorfosi 23.720 euro (più IVA al 21%, e cioè 28.701 euro), con regolari fatture a tutte le aziende fornitrici. I 6.280 euro rimanenti concorrono al contributo che MetaMorfosi dà alla Fondazione Casa Buonarroti e, in parte (per una cifra di circa 2000 euro) al lavoro dell’Associazione che ha preparato questo evento".
Il comune di Torino ha registrato, durante l’esposizione a Palazzo Madama, 105.505 presenze, e ha raccolto come offerte libere 15.920,17 euro, dando a questo fatto grandissimo rilievo.

"Quella che a Montanari sembra una cosa grave, è invece un esempio assolutamente virtuoso di rapporto pubblico-privato. Basta andare in questi giorni alla Biblioteca Reale di Torino e visitare la mostra di Antonio Canova, portata a nostre spese, senza un centesimo di contributo pubblico -come oramai avviene per la totalità dei nostri progetti-, e conoscere il rigore scientifico e culturale dei nostri interventi. In verità - puntualizza Folena - l’unica colpa di MetaMorfosi è per Montanari di avere un Presidente che ha fatto politica (a testa alta!), comunista, che si è battuto per le sue idee e che oggi fa del sostegno alla cultura la ragione del proprio impegno. Dal restauro della Resurrezione di Lazzaro di Caravaggio all’intervento conservativo in atto sull’Autoritratto di Leonardo da Vinci la nostra scelta è chiara. Così come il sostegno a Casa Buonarroti, che senza quest’opera di finanziamento, a causa dei tagli pubblici, verserebbe in condizioni molto più difficili".

"Ma quello che sconcerta di Montanari - continua il presidente di Metamorfosi - e di chi gli offre tribune per le sue sparate demagogiche è, appunto, la doppia morale. Basta sfogliare i suoi libri per vedere come molti dei grandi operatori delle mostre in Italia, quelli più commerciali e spregiudicati, siano risparmiati dalle sue frecce avvelenate ; e come invece alcuni grandi curatori siano stati dipinti come il diavolo (Antonio Paolucci e Cristina Acidini, prima degli altri), mentre quando Settis si fa prestare opere delicatissime per le sue discutibili mostre targate Prada, tutto questo va bene. Tod’s e Della Valle sono nemici, quando finanziano il restauro del Colosseo, Prada è un privato che va bene perché finanzia le mostre del proprio maestro. Ci faccia sapere, per esempio, quanti soldi di curatela ha preso il prof.Settis per la mostra di Prada."

"Si informi meglio, Montanari, prima del prossimo libro. I privatizzatori del patrimonio sono non solo i protagonisti di mostre volgari e superficiali -che purtroppo ci sono-, ma anche quella cerchia elitaria, che disprezza la gente semplice, che non sopporta che chi non conosce Michelangelo, Leonardo o Canova, possa avvicinarsi, nell’assoluto rispetto delle norme conservative, alle opere d’arte, che dovrebbero invece rimanere come succedeva nel passato patrimonio di pochi eletti. Nella Costituzione Repubblicana, all’articolo 9, c’è scritto che l’Italia promuove lo sviluppo della cultura. C’è scritto - conclude Folena - che la cultura non appartiene solo a una casta di privilegiati, anche se questa frequenta i salotti benpensanti".

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