Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

BORSELLINO, STRAGE VIA D'AMELIO: PERCHE' I FIGLI DEL GIUDICE ASSASSINATO NON PARTECIPANO

La strage di Via D'Amelio: 23 anni dopo quattro giorni di eventi all'insegna del ricordo. Programma eventi 17-18-19-20 luglio 2015 a Palermo. Lucia Borsellino, recentemente dimessasi dalla carica di assessore alla Sanità della giunta Crocetta, perché in contrasto con «l'antimafia di facciata» "ha giustamente ritenuto di dover abbandonare il suo incarico alla Regione perché ha voluto dividere le sue responsabilità da quelle di chi dell’antimafia si elegge a paladino, salvo poi venir fuori comportamenti non appropriati visto che questo Tutino era uno dei pupilli di Crocetta".

Palermo, 18/07/2015 - Il Movimento Agende Rosse, in occasione del XXIII Anniversario della strage di via D'Amelio, organizza a Palermo una serie di iniziative nelle giornate comprese tra venerdì 17 e lunedì 20 luglio 2015. Gli eventi sono organizzati in collaborazione con il periodico AntimafiaDuemila, Il Fatto Quotidiano, Scorta Civica Palermo, il Sindacato Italiano Appartenenti Polizia (SIAP), il Centro Studi Paolo Borsellino, il Laboratorio Zen Insieme, l'Agesci, l'associazione sportiva dilettantistica 'Ruota Libera', l'associazione universitaria ContrariaMente e con il patrocinio del comune di Palermo. Di seguito il programma preliminare delle iniziative (ultimo aggiornamento: mercoledì 15 luglio).

Per Salvatore Borsellino le parole del nipote Manfredi, figlio del giudice Paolo, e ora commissario di polizia, sono state «travisate e dolosamente distorte» e ora rischiano di «colpire e screditare il movimento antimafia».

«Da sei anni – dice Borsellino - organizzo con il movimento della Agende rosse le manifestazioni in via D’Amelio, quindi sarebbe strano se non andassi anch’io». Le parole di Manfredi, in ogni caso, sono state «travisate perché quando ha parlato di ‘antimafia di facciata’ non si riferiva a questo tipo di manifestazioni o alle persone che da sempre si impegnano per realizzare attivamente il messaggio di Paolo».

Il leader del movimento della Agende rosse spera che «quanto prima ci sia un chiarimento perché qualcuno sta sfruttando, in maniera dolosamente distorta le parole di Manfredi, solamente per screditare il movimento antimafia».

Roberta Gatani su Facebook condivide un posto con Salvatore Borsellino dal titolo "Sempre pronti a sentenziare". Così scrive la Gatani:

"Ma dove siete stati in tutti questi anni, se la notizia oggi che i figli del Giudice Paolo Borsellino non parteciperanno alle manifestazioni, in occasione del prossimo anniversario, vi stravolge, tanto da permettervi di parlare di strappo, di rottura anche con chi quelle manifestazioni le organizza con passione, impegno, sacrificio e soprattutto amore?

Ma dove siete stati in questi anni se non sapete che quei ragazzi per loro scelta (condivisibile o meno ma che ne sappiamo noi del loro dolore??) non vi hanno MAI preso parte?

Dove siete stati in questi anni se la loro decisione di non partecipare alle commemorazioni viene ora interpretata come una scelta recente, nuova rispetto ad un passato diverso, sintomo di disapprovazione verso chi da tutta Italia si raduna in via D’Amelio per far si che in quella strada in realtà non sia morto nessuno?

Dove siete stati in questi anni per permettervi oggi di giudicare, di parlare di fratture, di prese di distanza tra fratelli, di crisi familiari?
Ma siete sicuri di avere sentito bene le loro parole? Di avere letto bene da quale antimafia si dissociano?

Dove siete stati in questi anni se non avete ancora capito come la via D’Amelio delle Agende Rosse non sia quel tipo di passerella legittimamente mal vista dai figli di Paolo?

Quel palco è dei familiari di quei poveri ragazzi trucidati in via D’Amelio, di chi ancora cerca giustizia, di chi ancora ci crede

Oggi tutti pensate di avere capito!
Ma dove siete stati in questi anni?"

Sempre su FB, Anita Rossetti, spiega invece perchè va in via D'Amelio:

"Massimo rispetto per chi sceglie di non essere presente in Via D’Amelio il 19 luglio, ma mi sembra perlomeno improprio giustificare l’assenza dicendo che preferisce evitare le passerelle.
Per chi legge, è bene precisare che via d’Amelio è presidiata nell’anniversario della strage proprio per evitare passerelle e ipocrite commemorazioni. Tutto questo su iniziativa di Salvatore Borsellino, quello che è stato accusato, tra l’altro, di fare il “mestiere di fratello”. Già, perché è comodo avere a che fare con i familiari delle vittime di mafia che rimangono in silenzio e magari accettano di partecipare ad incontri e cerimonie istituzionali. Salvatore Borsellino credo sia l’unico familiare di “vittima di mafia”, che abbia rifiutato qualsiasi risarcimento di stato proprio perché sappiamo che Paolo Borsellino fu vittima dello Stato.


Se non fosse stato per Salvatore, io non avrei conosciuto il Giudice Paolo.
Se non fosse stato per la sua “pazzia” io non avrei certo avuto modo di interessarmi a tutto ciò che riguarda la trattativa stato-mafia e quello che ruota intorno, che è alla base del disastro che vive l’intero paese. Non avrei avuto modo di riconoscere quello che da anni accade nel mio Salento, dove il “sacco di Palermo” è riprodotto in maniera ancora più terribile ed è drammatico che tanta gente ancora non si renda conto che i meccanismi siano sempre gli stessi: il metodo di Vito Ciancimino e di quella DC corrotta e impunita non è mai stato archiviato, al contrario si è affinato ed è attuato in tutta Italia, vedi Mafia capitale, Expo, Mose, ecc…
Dal fratello di Paolo Borsellino ho imparato che “perdere la speranza è un atto di egoismo”.
Per questo la mia presenza in via d’Amelio mi ha sempre fatto sentire parte di quell’Italia che non avrebbe mai mollato, né per vigliaccheria, né per paura di ricevere attacchi da chi nega che ci sia stata una trattativa tra lo stato e la mafia e da chi, non potendola più negare, addirittura la giustifica.
In via d’Amelio ho sempre vissuto la gioia di sentire che Paolo non è morto.
Se non avessi incontrato Salvatore io non avrei conosciuto quelle persone che hanno messo in gioco la loro vita perché credono nel Sogno di Paolo, quello per cui sapeva di dover morire e non è scappato e, da uomo davvero Libero, non ha accettato compromessi e ha preferito andare incontro alla morte pur di non distruggerlo e lasciarcelo in eredità.

E questo è un patrimonio che non appartiene solo ai familiari, ma a tutti gli italiani che amano la propria terra e vorrebbero lasciarla migliore di come l’hanno trovata.
Se non avessi incontrato Salvatore non avrei avuto modo di confrontarmi con tante persone che condividono lo stesso sogno con cui fare rete e non avrei conosciuto la mia preziosa amica Adriana. Non avrei conosciuto Alfia Milazzo e i suoi straordinari bambini dell’ Orchestra “Falcone e Borsellino”, espressione reale del Sogno di Paolo che si realizza.
Grazie a Salvatore io ho avuto modo di conoscere direttamente Nino Di Matteo, la sua grande umanità oltre al suo coraggio e di rendermi conto che a Palermo c’è un pool di magistrati che sta lottando con tutte le forze per portare avanti un processo che è osteggiato in tutti i modi, anche all’interno della stessa procura purtroppo.

In Via D’Amelio ho potuto ascoltare quella bellissima lettera a Paolo letta da Roberto Scarpinato che gli costò l’avvio di un procedimento disciplinare.
Se non avessi conosciuto Salvatore non avrei avuto la possibilità di conoscere Massimo Ciancimino, il figlio di don Vito che ha avuto il coraggio di mettersi contro tutti per donare a suo figlio un’eredità diversa da quella che aveva ricevuto lui da suo padre.
Se non avessi condiviso la battaglia di Salvatore Borsellino per la ricerca di verità e giustizia, non avrei conosciuto la meravigliosa famiglia di Attilio Manca, non avrei potuto abbracciare Vincenzo Agostino e sua moglie, sempre presenti in Via D’Amelio a pretendere la verità sull’assassinio di Nino, Ida e il loro nipotino. Non avrei avuto modo di sentire mio il loro dolore e anche quello dei familiari degli Agenti di Scorta del Giudice Paolo. Non avrei potuto percepire il dolore dei sopravvissuti.

Se non mi avesse colpito la “pazzia” di Salvatore, non avrei conosciuto nemmeno il Mar. Saverio Masi che ritengo abbia dimostrato di essere ancora più “pazzo” di lui, non adattandosi agli schemi che fecero vomitare Paolo Borsellino. Saverio Masi, che si arruolò nell’Arma con il sogno di lavorare al fianco del Giudice Paolo, oggi paga anche lui un prezzo altissimo per aver scelto di non piegarsi a compromessi e di rimanere uomo Libero, a qualsiasi costo.
Se non avessi collaborato con Salvatore, nemmeno avrei conosciuto gli straordinari Giornalisti di Antimafia Duemila che preferiscono rimanere “straccioni” pur di raccontare ciò che è scomodo far sapere. Non avrei conosciuto nemmeno la coraggiosa Sabina Guzzanti e, prima ancora, la tenace e temeraria Petra Reski.

Se non fossi andata in Via d’Amelio e non avessi seguito Salvatore nell’”acchianata” sul Monte Pellegrino, con il sole a picco, probabilmente non avrei capito che io non ho paura di morire e che, se voglio morire con il sorriso di Paolo Borsellino, devo imparare a vivere come ha vissuto Lui: Libero da ogni possibilità di ricatto e capace di rinunciare a tutto, alla vita stessa e quindi anche alla sua adorata famiglia, pur di non scendere a compromessi.

Per questo io ci torno in Via D’Amelio, da semplice cittadina, senza nessuna aspirazione a palchi o carriera di qualunque tipo, ma con la gioia che dà la certezza che PAOLO E’ VIVO e “un giorno questa terra sarà bellissima”.

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