Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

BROLO: IL SINDACO E LACCOTO COMMENTANO IL RINVIO A GIUDIZIO PER IL 'SACCO DI BROLO'

Brolo (Me), 21/07/2015 - "Ho sempre confidato nella giustizia, certa che avrebbe fatto il suo corso, restituendo a Brolo e ai brolesi la dignità della verità", così la sindaco, Irene Ricciardello, commenta la notizia della conclusione delle indagini relative l'inchiesta su mutui ed appalti fantasma al comune nebroideo.
"È stata una indagine complessa che ha richiesto molto tempo, un tempo durante il quale sono stata al vertice dell'Ente municipale, costretta dalle circostanze a produrre atti tutt'altro che popolari. Ma nostro malgrado, siamo stati gettati in un vortice di debiti che a qualcuno sono giovati, qualcuno che per fare il proprio gioco ha ridotto in condizioni che tutti conosciamo la città di Brolo e la sua finanza pubblica.

Il nostro obiettivo", prosegue la prima cittadina, "è lo stesso da sempre: ricostruire Brolo, e per far ció, oggi più che mai abbiamo bisogno del sostegno della comunità tutta e delle forze politiche che possano darci manforte in quest'azione cominciata ormai oltre un anno fa.
E nonostante la stessa Corte dei Conti avesse rivolto un plauso alla nostra gestione economica dell'Ente, c'è stato - e c'è ancora - chi ha proseguito in una vera e propria campagna diffamatoria iniziata in campagna elettorale, contro me e la mia giunta, accusandoci di avere responsabilità che era impossibile ci appartenessero.

In questo anno ho subito ogni forma di lesione verbale, numerosi atteggiamenti intimidatori, passati anche per il web, ad opera di fake e di profili anonimi, e non ultimo, un feroce antagonismo politico da parte di neonate associazioni locali che mai, durante il cosiddetto sacco di Brolo, si erano preoccupate di dire una sola parola. Ma ho preferito non dare troppo peso a tanta strenua e immotivato astio, certa della giustezza della via che stavamo -e che tuttora stiamo- percorrendo", afferma la Ricciardello.

"C'è ancora adesso un tentativo dell'opposizione di paralizzare l'attività amministrativa: ma è un progetto da incoscienti che rischia di ledere ulteriormente la nostra già martoriata Brolo.
E francamente, il sentore è che dietro questa loro opera di boicottaggio possa esservi la longa manus di chi, di questo sfacelo al quale stiamo con fatica cercando di porre rimedio, è direttamente responsabile", conclude.

A seguito delle notizie di stampa relative all’informazione di garanzia a conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Patti sulle vicende giudiziarie che riguardano il Comune di Brolo, il deputato regionale del Partito Democratico Giuseppe Laccoto ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Ripongo - come sempre - la massima fiducia nell’operato della magistratura, mettendomi immediatamente a sua disposizione.
Evidenzio da subito, comunque, che basta leggere con attenzione il provvedimento per rilevare che la mia persona è assolutamente estranea a qualsiasi ipotesi di reato che si possa collegare con mutui, mandati di pagamento e maneggi di denaro in genere. Sono chiamato in causa come componente della Giunta Municipale, nel 2009, solo per aver approvato la procedura concorsuale relativa alla progressione verticale per la copertura di un posto di istruttore amministrativo.
Una semplice presa d’atto che ogni giunta compie come atto politico e non come organo di gestione. Tra l’altro, alla selezione riservata a personale interno hanno preso parte 15 dipendenti ed essa è stata regolarmente affissa all’albo.
Le contestazioni nei confronti della giunta di cui facevo parte nascono dal fatto che, stranamente, come si legge nel provvedimento della Procura e diffuso dalla stampa, l’avviso di pubblicazione, di esclusiva competenza degli uffici, non sarebbe stato rinvenuto agli atti del Comune.
Chiederò immediatamente di essere sentito dal Procuratore della Repubblica, per chiarire la mia posizione, ma vado avanti con la certezza di poter guardare fieramente negli occhi i miei concittadini per aver sempre servito con onestà la comunità di Brolo”.

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