Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

BROLO: MUTUI FANTASMA, AVVISI DI GARANZIA AD EX AMMINISTRATORI E FUNZIONARI

Germanà: "Un tentativo politico-mafioso di affossare la città di Brolo, usandola come epicentro di un malaffare che passa da imbrogli e sperpero di denaro pubblico".  Laccoto: "Da oggi ho ancora più fiducia nella magistratura. La mia persona è assolutamente estranea a qualsiasi ipotesi di reato che si possa collegare con mutui, mandati di pagamento e maneggi di denaro in genere"

Brolo (Me), 21/07/2015 - L’ex sindaco Salvo Messina, il ragioniere capo dell’ufficio ragioneria Carmelo Arasi, le collaboratrici contrattiste Giuseppina Di Leo, Antonella Campo e Santa Caranna sarebbero ai vertici dell’associazione per che la Procura della Repubblica di Patti, Francesca Bonanzinga e Maria Milia, che hanno emesso l’avviso di chiusura indagini dell’inchiesta sui Mutui Fantasma di Brolo, in provincia di Messina; l’organizzazione che avrebbe messo sul lastrico il Comune di Brolo, con quella che viene raccontata e vissuta come la vicenda dei mutui fantasma o sacco di Brolo. Una vicenda che, tra il 2008 e il 2013, ha portato al dissesto le casse comunali e che vede tra le persone indagate pure l’ex sindaco di Brolo, oggi deputato regionale Pd, on. Giuseppe Laccoto.

Un’ottantina i capi di imputazione: associazione per delinquere, truffa e falso, peculato, abuso d’ufficio, dichiarazione infedele in atto pubblico, ma a vario titolo per i diversi imputati. All’on. Giuseppe Laccoto vengono contesti i reati di falso ideologico e abuso d’ufficio, per avere procurato un ingiusto vantaggio al vincitore di un concorso interno al Municipio.
Tra le persone indagate figurano il ragioniere capo del Comune, Carmelo Arasi, la figlia Rossella Arasi, l’ex sindaco Salvo Messina, Francesca Mondello, Enza Rifici, Giovanni Scaffidi Mangialardo, Giuseppe Caranna, Domenico Caranna, Carmela Caliò, Giovanna Princiotta, Giuseppe Laccoto (deputato regionale), Nunziatina Maria Faustino, Maria Ricciardello (ex presidente del consiglio comunale), Antonino Masi, Antonino Giuffrè, Vittorio Astone, Antonella Campo, Santa Caranna, Rosa Castrovinci, Giuseppina Di Leo, Carmelo Gentile, Elena Rosa Lo Vercio, Costantino Maniaci, Mario Messina, Giuseppe Indaimo, Rosa Gatto, Tina Gatto, Dario Presti, Vincenzo Di Luca Lutupitto, Giuseppe Letizia e Paola Romano.
Di seguito si riporta la nota del deputato regionale del Nuovo CentroDestra, onorevole Nino Germanà, sulle indagini relative appalti e mutui fantasma che hanno interessato il comune di Brolo, dichiarate concluse quest'oggi, con la firma di avvisi di garanzia rivolti a numerosi ex amministratori dell'ente nebroideo.

"Un tentativo politico-mafioso di affossare la città di Brolo, usandola come epicentro di un malaffare che passa da imbrogli e sperpero di denaro pubblico. Di questo si è trattato", così il deputato regionale, onorevole Nino Germanà, commenta la vicenda del cosiddetto "Sacco di Brolo", nel giorno della chiusura delle indagini sui mutui fantasma e i 31 avvisi di garanzia relativi. "Hanno fatto i loro porci comodi, inventando appalti mai concretizzatisi per lavori pubblici che non sono mai neanche stati cantierati, il tutto alimentando un malaffare senza precedenti, nel comune nebroideo. Un comune che sta cercando di rimettersi in piedi dopo essere stato ridotto nelle peggiori condizioni debitorie possibili. Oggi chiedo alle più alte cariche dello Stato di interessarsi ed impegnarsi in prima linea perché un'amministrazione virtuosa come quella oggi al timone dell'Ente non sia lasciata sola in questa delicata e importantissima operazione di recupero economico ed etico della città. E, allo stesso tempo", conclude il parlamentare,"esprimo il mio augurio a quei giovani consiglieri brolesi di opposizione, affinché, con coscienza, smettano di farsi manovrare da chi è fautore dei guai nei quali la città si è ritrovata, andando nella direzione dell'interesse personalistico, a discapito della comunità".

A seguito delle notizie di stampa relative all’informazione di garanzia a conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Patti sulle vicende giudiziarie che riguardano il Comune di Brolo, il deputato regionale del Partito Democratico Giuseppe Laccoto ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Da oggi ho ancora più fiducia nell’operato della magistratura. Chiunque legga con attenzione il provvedimento può rilevare che la mia persona è assolutamente estranea a qualsiasi ipotesi di reato che si possa collegare con mutui, mandati di pagamento e maneggi di denaro in genere. Sono chiamato in causa come componente della Giunta Municipale nel 2009 solo per aver approvato la procedura concorsuale relativa alla progressione verticale di un dipendente comunale per la copertura di un posto di istruttore amministrativo. Una semplice presa d’atto che ogni giunta compie come atto politico e non come organo di gestione. Tra l’altro, alla selezione riservata a personale interno hanno preso parte 15 dipendenti ed è stata regolarmente affissa all’albo. Stranamente, come si legge nel provvedimento della Procura e diffuso dalla stampa, l’avviso di pubblicazione, di esclusiva competenza degli uffici, non sarebbe stato neppure rinvenuto agli atti del Comune. Mi metto subito a disposizione dell’autorità giudiziaria per chiarire la mia posizione ma vado avanti con la certezza di poter guardare fieramente negli occhi i miei concittadini per aver sempre servito con onestà la comunità di Brolo”.

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