Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

CROCETTA CHIEDERÀ I DANNI, MA IL PD NON ESCLUDE DI FARE QUALCOSA DI SINISTRA(O)

Stamattina la conferenza stampa dell'avvocato Lo Re, legale del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, alle ore 11, presso l'Hotel delle Palme di Palermo. Vincenzo lo Re, legale del presidente della Regione siciliana, terrà una conferenza stampa. C'è chi adombra la possibilità che il Presidente Crocetta chiederà un risarcimento danni per quanto 'falsamente' diffuso e per la campagna mediatica abbattutasi su di lui e sulla Regione Siciliana

Palermo, 21/07/2015 - Si è svolta questa mattina la conferenza stampa dell'avvocato Lo Re, legale del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. Oggi martedì 21 luglio alle ore 11, presso l'Hotel delle Palme di Palermo, Vincenzo lo Re, legale del presidente della Regione siciliana, ha tenuto una conferenza stampa dopo la campagna mediatica abbattutasi su Crocetta e sulla Regione Siciliana. Crocetta nei giorni scorsi ha brandito come arma a sua difesa la smentita della Procura della Repubblica di Palermo: "Agli atti dell'ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata del tenore di quella pubblicata dalla stampa tra il governatore Crocetta e il dottor Matteo Tutino".

"Faremo un'azione civile risarcitoria chiedendo a L'Espresso 10 milioni di danni", ha detto in conferenza stampa il legale del governatore siciliano Rosario Crocetta, a proposito della presunta intercettazione su Lucia Borsellino pubblicata dal settimanale L'Espresso. Il legale ha detto che "non si possono mettere sullo stesso piano le dichiarazioni del procuratore Francesco Lo Voi (che smentisce l'esistenza della frase attribuita al medico Matteo Tutino) e quelle del direttore de L'Espresso".

«I carabinieri del Nas hanno escluso che conversazioni simili siano contenute tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti di Tutino», sempre secondo Lo Voi. La Procura ha specificato di avere fatto ricontrollare tutte le registrazioni relative all'inchiesta su Tutino, il medico agli arresti domiciliari per truffa, sia dai Pm titolari dell'inchiesta che dai carabinieri del Nas. Lo Voi ed il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, che ha coordinato l'indagine, hanno sottolineato che nelle carte e negli atti della Procura di Palermo non esiste alcuna telefonata in cui Tutino avrebbe detto a Crocetta riferendosi all'ex assessore alla Sanità Lucia Borsellino: «Questa va fatta fuori come il padre».

"Siamo in uno scenario aperto a tutte le ipotesi", ha ha detto Fausto Raciti, segretario del Pd in Sicilia, a Radio Anch'io su Radio1, riguardo l'ipotesi di ritorno alle urne in Sicilia dopo le aspre polemiche esplose in seguito alla presunta intercettazione telefonica tra il governatore Rosario Crocetta ed il suo medico personale Matteo Tutino, pubblicata dall'Espresso. "Serve riportare i piedi per terra - ha sottolineato Raciti -. Crocetta non è nè un santo nè un demone, mentre in appena 24 ore si è trovato sbalzato da demone e a santo".
"La nostra - ha aggiunto Raciti - è una valutazione politica. Crocetta ha fatto della sua caratura antimafia la cifra dell'azione politica". "Abbiamo vinto con lui le elezioni con il 35 per cento, ed è questa caratura quella che è stata messa in discussione dalle parole di Manfredi Borsellino durante il suo intervento nel corso della cerimonia di commemorazione del padre davanti al Presidente della Repubblica - ha puntualizzato -. Penso che il nostro compito sia dare una valutazione politica e amministrativa sulla giunta". "La sconfitta è anche nostra - ha aggiunto Raciti -, noi abbiamo rilevato alcuni limiti di questa esperienza molto tempo fa e su questo abbiamo sempre in maniera trasparente posto i problemi al presidente della regione". "In questi giorni in Sicilia il dibattito riguarda la gestione della sanità - ha ricordato Raciti, scrive Italpress.

Il presidente del Pd, Matteo Orfini all'Ansa: "Il segretario siciliano del Pd non esclude alcuno scenario" affrontando la vicenda "ovviamente in stretto rapporto con Roma", ha detto il presidente del Pd Matteo Orfini commentando a Napoli gli sviluppi del caso-Crocetta. "La sfiducia al governatore? Quando dico valutare ogni scenario dico questo". "A prescindere dalla telefonata falsa, perche' ci atteniamo a quanto ha detto la Procura, - ha aggiunto Orfini -, quello che emerge e' un quadro inquietante di relazioni complicate e pericolose del 'cerchio magico' del governatore. Cosa che il Pd siciliano aveva denunciato da tempo, criticando Crocetta per le cose che stanno emergendo".

"Sono pensieri di Crocetta. Ribadisco che agli atti in nostro possesso, che siano registrazioni ambientali o telefoniche, non esiste quella intercettazione". Lo dice il procuratore aggiunto Leonardo Agueci dopo che il governatore ha esternato la sua opinione sull'intercettazione pubblicata sull'Espresso. "Sono convinto - dice - che si tratti di una intercettazione ambientale, confusa, piena di fruscii, in parte incomprensibile, con Tutino che parla,certo non con me".


Fabrizio Ferrandelli: "Dimissioni protocollate. Esco da Palazzo dei Normanni. Ci ritornerò solo con il consenso della maggioranza dei siciliani". "Con i coraggiosi, oggi, la rottamazione arriva anche in Sicilia". Lo ha detto Fabrizio Ferrandelli incontrando i giornalisti a Palermo. Nel corso della conferenza stampa, il renziano Ferrandelli ha inviato le sue dimissioni per email al presidente dell'Ars e al segretario generale.
"I coraggiosi - ha detto - sono gli unici che possono cambiare il Pd, un partito che si guarda l'ombelico. Un partito che governa da 6 anni e che parla di riforme senza mai averle fatte. L'acqua pubblica, le scuole a tempo pieno, il lavoro stabile... Noi diciamo che chi non ha cambiato questa terra in tutti questi anni - ha aggiunto - non può avere voce in capitolo. Non si può fare in 6 giorni o 6 mesi quello che non si è fatto in sei anni. Per questo, lo ripeto, con i coraggiosi, oggi, la rottamazione, che si era fermata a Reggio Calabria, arriva anche in Sicilia. La rottamazione di una classe dirigente che non va cambiata, va superata".

"I coraggiosi - ha continuato Ferrandelli - sono gli unici che potranno cambiare la Sicilia. Siamo gli anti-gattopardi. Ci rivolgiamo non al ceto politico ma ai 2 milioni e 600 mila siciliani che non votano più. La maggioranza. E quella maggioranza, con i coraggiosi, avrà la maggioranza nei Palazzi del Potere. Daremo potere a chi non l'ha mai avuto. Cascasse il mondo, chi è stato sempre ultimo in classifica e merita, ha fantasia, buona volontà e coraggio, con noi scalerà quella classifica. Ai cervelli in fuga, diciamo: ci vuole più coraggio a restare qui e lottare per consentire a chi nasce qui, a chi vive qui, di avere le stesse opportunità che si hanno in Europa o negli Usa. Dateci una mano, anche da molto lontano".

"In ballo, capite bene, - ha sottolineato - oggi non c'è il mio destino, e l'ho dimostrato con le dimissioni, ma quello dei siciliani. In ballo c'è il destino dei giovani siciliani. E io, a 34 anni, se non metto al primo posto loro, se invece di chiacchierare sulle presunte riforme, dico che c'è una e una sola cosa da fare, un unico punto programmatico "lavoro, lavoro, lavoro" non c'è poltrona che tenga".
"I coraggiosi - ha aggiunto - si candidano a governare il cambiamento. Sfidiamo i grillini: invece di scrivere sul blog, i 14 cittadini grillini devono scrivere 14 lettere di dimissioni. Io, in questo momento, sono un cittadino davvero, loro sono cittadini onorevoli dell'Ars".
"Sfidiamo il Pd: i 24 deputati mi seguano. E soprattutto al mio posto non subentri nessuno. Sfidiamo l'Udc e l'Ncd: D'Alia e Alfano suggeriscano ai loro 14 deputati di lasciare. Siamo già a 52. Possiamo anche permetterci la defezione di qualche non coraggioso".

"Al voto subito", ha concluso Ferrandelli . "Chiedendo scusa, dicendo che abbiamo sbagliato e che vogliamo ripartire. Non c'è alternativa. Se il Pd continuerà a galleggiare, pensando di essere assolto, i siciliani lo considereranno, se non ci sarà uno scatto di orgoglio e tanto coraggio adesso, irrimediabilmente coinvolto. Oggi si parte, e siamo convinti che saremo in tanti e che vinceremo. Toccheremo tutte le grandi città siciliane. Apriremo comitati in ogni angolo di Sicilia. Sapendo che abbiano ragione noi. Mi piace ricordare sempre una frase di Gandhi: prima ti ignorano, poi ti deridono, poi vinci. E noi vinceremo. I coraggiosi, e sarà una giornata storica, vinceranno".

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