Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

UNIVERSITÀ: LETTERA AL MINISTRO POLETTI IN VISITA ALL’UNIVERSITÀ DI MESSINA: “I NOSTRI SACRIFICI E LE NOSTRE COMPETENZE NON VALGONO MENO”

Stamane, l'Associazione Universitaria Atreju in occasione della visita del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti per la cerimonia di inaugurazione del complesso di laboratori PanLab, ha organizzato una protesta pacifica presso il Rettorato dell'Università di Messina, durante la quale abbiamo consegnato al Ministro il documento che pubblichiamo, in cui vengono illustrate le motivate critiche rivolte al contenuto dell'emendamento approvato al ddl P.a, che parla di "superamento del mero voto minimo di laurea quale requisito per l'accesso" e "possibilità di valutarlo in rapporto ai fattori inerenti all'istituzione che lo ha assegnato": “Il sudore degli studenti deve essere ripagato con la stessa moneta! Si cestini subito questo emendamento e la nostra Università si organizzi una volta per tutte per recuperare il terreno perso in questi anni! La nostra laurea, il nostro 110 e lode, i nostri sacrifici e le nostre competenze non valgono meno”

Messina, 4 Luglio 2015 - Siamo i ragazzi dell' Associazione Universitaria “Atreju - La Compagnia degli Studenti”. Siamo universitari messinesi, giovani che hanno scelto di formarsi e vivere nella propria città e per la propria città. Ora, con il caffé in una mano, e il manuale di procedura penale nell' altra, scopriamo del ddl relativo alla riforma della pubblica amministrazione e delle ultime novitá riguardo i concorsi pubblici che parlano di "superamento del mero voto minimo di laurea quale requisito per l'accesso" e "possibilità di valutarlo in rapporto ai fattori inerenti all'istituzione che lo ha assegnato". In un Paese Democratico il criterio per l’accesso ai concorsi pubblici dovrebbe in modo più assoluto essere equo e basato su principi meritocratici ma, grazie all'approvazione di questo emendamento discriminatorio, nei concorsi pubblici a fare la differenza non sarà più solo il voto di laurea, ma potrà contare anche l'università. Una pubblica amministrazione spesso inefficiente, ricettacolo di clientele e favori, in poche parole un apparato che costa molto, e che rende poco.
Come ormai da qualche anno accade in Italia, a pagare questa situazione vergognosa sono le nuove generazioni. I ragazzi della crisi, i ragazzi che "prenditi quello che capita", i ragazzi alla ricerca pazza di treni che passano una volta sola, se passano. Noi che non abbiamo la fortuna di poter scegliere, noi che non abbiamo la sicurezza, noi che, proprio per questo, possiamo veramente cambiare le cose. Perché abbiamo la rabbia, la voglia di fare, di impegnarci, di essere i migliori.
Ma che succede, quando anche il migliore, il massimo, il 110 e lode diventa un concetto relativo? Entriamo all' umiversitá e siamo dei numeri, ne usciamo e cosa diventiamo? Un' equazione!
Perchè non tutti i 110 e lode sono uguali, ci sono quelli che pesano di piú e quelli che pesano di meno. Ci sono università valide e altre meno. E allora il punteggio di un eventuale concorso pubblico da quali varianti sarà dato? Dalle classifiche ANVUR? Dalla media dei voti di laurea conseguiti dagli iscritti in un certo corsi, di una certa facoltá di un certo ateneo? Non è facile.
E allora ci chiediamo, sapete misurare il sudore di un ragazzo? Sapete misurare lo sforzo e i sacrifici? Non esistono formule. E allo stesso modo ci incuriosisce e ci accattiva l' altro sillogismo che ne segue. Uno studente iscritto a un' universitá non virtuosa, o di serie b, sará anche egli di serie b. Non fa una piega. Ci dispiace, ma dissentiamo.

Perchè studiare in un' universitá che non offre servizi bibliotecari adeguati, non offre uno studio guidato, non stimola con incontri e laboratori pratici non è facile! E quel 110 e lode non vale di meno, senz' altro, al massimo potrá solo valere di più. E pure ammesso che una certa universitá non sia meritocratica e si appiattisca su valutazioni alte, con un meccanismo di tal genere non sará il ragazzo sopravvalutato, che avrebbe comunque dimostrato il suo reale valore, inferiore rispetto alla presentazione del voto di laurea, a pagare, ma il ragazzo meritevole che il 110 e lode lo avrebbe conseguito ovunque. E allora è questa l' Italia che abbiamo immaginato? È questo lo Stato sociale che avevamo progettato?
Un' Italia di serie A e una di serie B, questo c' è sempre stato, nei servizi, nei trasporti, nelle opportunitá. Ma c' è qualcosa che ha sempre resistito: il reale valore delle persone. Ora questo è messo in discussione, e non sará di certo vicino alla realtá lo strano calcolo perequativo che si immagina per i voti di laurea. I ragazzi cercheranno tutti le universitá top rating, si iscriveranno lì, abbandoneranno le loro cittá. Le due Italie saranno sempre più distanti. Noi non ci stiamo, perchè crediamo nel valore dell' impegno, del sacrificio, nell' obiettivitá della preparazione seria, che questa si sia formata a Torino, come a Messina, come a Urbino. Perchè c' è chi è valido, ma non può andarsene, e per favore, non osate andare dal figlio del panettiere, che è costretto a studiare nella sua cittá, a dirgli che è di serie b.
E poi c' è chi ha scelto di rimanere, perchè crede nella sua cittá, perchè crede in se stesso, perchè gli hanno insegnato che con il suo impegno e la sua grinta può arrivare ovunque, ecco a questi, non provate a dire che sono di serie b.
Ora ci rivolgiamo ai nostri amministratori locali, e ai rettori delle universitá di “serie b”. Siamo stanchi di pagare gli errori, il baronato, i giochi di potere e le raccomandazioni. Ci sono delle persone che sono responsabili del fallimento del sistema educativo di molte universitá da sud a nord, ed è giusto che escano dal circuito di governo. Gli altri lavorino immaginando soluzioni nuove, innovazioni nella didattica, apertura alla realtá europea, e merito merito, merito. Invertiamo il trand e ripartiamo, sperando in un assist dal governo centrale, e non autogol come questi. Ora rimbocchiamoci le mani studenti e professori, perchè l' unico parametro di serie A è la voglia di fare: noi ce l' abbiamo e non ce ne andiamo!
La nostra laurea, il nostro 110 e lode, i nostri sacrifici e le nostre competenze non valgono meno!


Gli Studenti di Atreju

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