Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

MESSINA, LETTERA APERTA AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA SULL’ALLARMANTE E TRAGICA SITUAZIONE DEL CARCERE DI GAZZI

Lettera aperta al Sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia Cosimo Ferri, al fine di segnalare ulteriormente l’allarmante e tragica situazione gestionale ed organizzativa del carcere messinese Gazzi
Messina, 02/12/2015 - Ill.mo dott. Cosimo Ferri, il nostro Movimento, a seguito di diverse segnalazioni, ha sentito il bisogno di indirizzarLe la presente, al fine di segnalare ulteriormente l’allarmante e tragica situazione gestionale ed organizzativa del carcere messinese Gazzi.
La nostra attenzione, al di là dell’arcinoto problema del sovraffollamento di detenuti e delle relative condizioni all’interno dell’istituto penitenziario, si concentra sulle difficoltà lavorative del corpo di polizia penitenziaria applicato alla struttura, in palese carenza numerica e disattenzionata nelle proprie esigenze organizzative e lavorative.
Caratterizzante la suddetta situazione di estremo disagio, il numero di turni inadeguati agli standard nazionali, che costringono i poliziotti penitenziari ad una turnazioni dei propri orari di lavoro, decisamente superiori agli standard previsti, con la media di 2 ore in più per turno.

Ad aggravare il quadro di carenza organica, la creazione del nucleo traduzioni e piantonamento detenuti, che prima era affidato ai carabinieri e ad altri nuclei operativi, e che oggi è prerogativa esclusiva della polizia penitenziaria. Quanto sopra, costringe, per ciò che si è anche appreso dalla stampa locale, a vedere interi reparti carcerari anche con oltre 100 detenuti, assistiti e vigilati da un unico agente e non dal numero previsto dagli standard europei, ovviamente tutto questo a discapito della sicurezza di agenti e detenuti. Allarmante anche la situazione dei mezzi in uso alle guardie carcerari per i diversi servizi e trasferimenti, molti dei quali risultano vetusti ed al limite dell’utilizzabilità.

Ma l’elemento che più ci ha allarmato e che di conseguenza ci auguriamo possa trovare riscontro nella Sua attività di Governo, è l’assenza totale di supporto e assistenza psicologica per i poliziotti penitenziari, nonostante l’allarmante situazione dei vari istituti penitenziari italiani e l’inquietante pericolo, tristemente noto negli ultimi anni, di suicidi tra gli agenti.
Nelle diverse relazioni sulle strutture carcerarie nazionali, non è raro scorgere notizia che buona parte dei poliziotti penitenziari soffrono, causa lavoro, di diversi disturbi cronici come gastrite, esaurimento nervoso e quindi spesso in malattia per causa di servizio.
Quanto sopra riportato, dovrebbe far riflettere tutti circa l’indispensabile servizio che le guardie carcerarie svolgono per garantire sicurezza e rieducazioni della popolazione carceraria, e quindi ingiustificabile lo stato di abbandono e trascuratezza in cui sono costretti ad operare, al limite della sopportazione e mettendo quotidianamente a repentaglio la propria vita per tentare di mantenere ordine nella sovraffollata struttura messinese.

Ed a poco servono gli sporadici sopralluoghi e colloqui con chi lavora in carcere degli psicologi inviati dal Ministero, se non sono frutto di un progetto di assistenza e supporto psicologico offerto ai dipendenti carcerari in maniera permanente.
Consapevoli della Sua competenza in materia e della sensibilità mostrata negli anni dei Suoi mandati governativi, l’invito del Movimento Liberi Insieme ad intervenire per far ripristinare i parametri standard di sicurezza nel carcere Gazzi e l’opportuna serenità lavorativa per i dipendenti tutti della struttura penitenziaria, da troppi anni ostaggi di politiche nazionali distratte e non sempre riguardose ed adeguate all’importante ruolo che questi agenti di polizia quotidianamente svolgono.

Il Capo Gruppo M.L.I.
Roberto Cerreti

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