Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

LACCOTO ESTRANEO AI 'MUTUI FANTASMA' E AL 'SACCO DI BROLO'


Per quello che viene definito il sacco di Brolo, per i ‘mutui fantasma’, erano già stati messi sotto accusa l’ex sindaco Salvo Messina e il ragioniere capo dell’ufficio ragioneria Carmelo Arasi. La Procura della Repubblica di Patti aveva emesso l’avviso di chiusura indagini dell’inchiesta. Una vicenda che, tra il 2008 e il 2013, ha portato al dissesto le casse comunali e che vedeva tra le persone indagate pure l’ex sindaco di Brolo, oggi deputato regionale Pd, on. Giuseppe Laccoto. Ma per l’on. Laccoto arrivano buone notizie

Brolo (Me), 11/02/2016 - Le dichiarazioni del sindaco di Brolo, Irene Ricciardello, in merito al dissesto delle casse comunali risalgono all’ottobre 2015 quando, con una nota stampa, faceva sapere quanto emerso a seguito della ricognizione da parte dell’OSL alla scadenza dei termini per la presentazione delle istanze di ammissione alla massa passiva.
“Quanto emerso ha dell'incredibile: - commentava la Ricciardello - quasi trecento domande (299 per l’esattezza) giunte al protocollo dell’ente, ed un ammontare approssimativo che potrebbe sfiorare i 19 milioni di euro di debiti che le precedenti gestioni Messina-Laccoto hanno accumulato in 17 anni di mala gestione del Comune di Brolo”. Così il sindaco Irene Ricciardello commentava la situazione.

Tale importo non comprende i debiti verso l’erario e/o istituti previdenziali, ed i debiti fuori bilancio derivanti da contenzioso, la cui quantificazione è ancora in corso di accertamento. A tale riguardo il, Comune di Brolo ha già ricevuto la notifica di cartelle esattoriali per relativi mancanti versamenti contribuitivi/previdenziali) con una cifra totale che sfiorerebbe i 19 milioni di euro.

“Abbiamo con questi numeri la dimostrazione inconfutabile e indiscussa di come durante le amministrazioni Laccoto-Messina sia stata gestita la cosa pubblica, perché è evidente, anche al cittadino meno esperto di contabilità e di finanza pubblica, che accumulare così tanti milioni di debiti in un Comune di 5.800 abitanti è veramente inconcepibile ed inverosimile, oltre che vergognoso. Non ci riguarda la persecuzione giudiziaria, sarà la magistratura ( anche quella contabile) ad individuare i responsabili di questo scempio”.

E per quello che viene definito il sacco di Brolo per i ‘mutui fantasma’ erano già stati messi sotto accusa l’ex sindaco Salvo Messina, il ragioniere capo dell’ufficio ragioneria Carmelo Arasi, le collaboratrici contrattiste Giuseppina Di Leo, Antonella Campo e Santa Caranna, etc.
La Procura della Repubblica di Patti, Francesca Bonanzinga e Maria Milia, avevano emesso l’avviso di chiusura indagini dell’inchiesta. Una vicenda che, tra il 2008 e il 2013, ha portato al dissesto le casse comunali e che vedeva tra le persone indagate pure l’ex sindaco di Brolo, oggi deputato regionale Pd, on. Giuseppe Laccoto.

Un’ottantina i capi di imputazione: associazione per delinquere, truffa e falso, peculato, abuso d’ufficio, dichiarazione infedele in atto pubblico, ma a vario titolo per i diversi imputati.

Ma per l’on. Laccoto arrivano buone notizie. Il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Patti, Eugenio Aliquò, - infatti - ha fissato la data del 4 maggio 2016 per l'udienza preliminare nel processo dei 'mutui fantasma' al Comune di Brolo. 23 le persone cui è stato notificato l'atto su 31 indagati. E’ stata però stralciata la posizione di 8 persone, dal fascicolo sui mutui fantasma, per reati di maggiore gravita. Esce di scena l'on. Giuseppe Laccoto, attuale presidente della Commissione Attività Produttive all'Ars. Escono così di scena, in istruttoria, l’on. Giuseppe Laccoto (Pd), già sindaco e assessore al Comune di Brolo, Enzo Di Luca, Nunziatina Faustino, Giuseppe Letizia e Maria Ricciardello cui viene fatto carico di avere, nell’anno 2009, concorso all’approvazione delle procedure per la progressione economica di un istruttore amministrativo al Comune di Brolo, per procedura carente dell’avviso di selezione.

All’on. Giuseppe Laccoto vengono contestati soltanto i reati di falso ideologico e abuso d’ufficio, per avere procurato un ingiusto vantaggio al vincitore di un concorso interno al Municipio di Brolo. Una vicenda ben distante da quella che invece vede imputate 23 persone, con al centro delle indagini il ragioniere capo del Comune di Brolo, Carmelo Arasi, e tra i personaggi coinvolti l'ex sindaco Salvo Messina.
Per i 23 imputati i capi di imputazione a vario titolo, sono associazione finalizzata alla truffa e al peculato, falso e peculato.

Lo scorso 21 luglio 2015 il deputato regionale del Partito Democratico Giuseppe Laccoto aveva rilasciato la seguente dichiarazione:
“A seguito delle notizie di stampa relative all’informazione di garanzia a conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Patti sulle vicende giudiziarie che riguardano il Comune di Brolo, ripongo - come sempre - la massima fiducia nell’operato della magistratura, mettendomi immediatamente a sua disposizione. Evidenzio da subito, comunque, che basta leggere con attenzione il provvedimento per rilevare che la mia persona è assolutamente estranea a qualsiasi ipotesi di reato che si possa collegare con mutui, mandati di pagamento e maneggi di denaro in genere. Sono chiamato in causa come componente della Giunta Municipale, nel 2009, solo per aver approvato la procedura concorsuale relativa alla progressione verticale per la copertura di un posto di istruttore amministrativo. Una semplice presa d’atto che ogni giunta compie come atto politico e non come organo di gestione. Tra l’altro, alla selezione riservata a personale interno hanno preso parte 15 dipendenti ed essa è stata regolarmente affissa all’albo. Le contestazioni nei confronti della giunta di cui facevo parte nascono dal fatto che, stranamente, come si legge nel provvedimento della Procura e diffuso dalla stampa, l’avviso di pubblicazione, di esclusiva competenza degli uffici, non sarebbe stato rinvenuto agli atti del Comune".

Chiederò immediatamente di essere sentito dal Procuratore della Repubblica, per chiarire la mia posizione, ma vado avanti con la certezza di poter guardare fieramente negli occhi i miei concittadini per aver sempre servito con onestà la comunità di Brolo”.
Laccoto è stato da poco eletto presidente della III Commissione Attività Produttive all’Assemblea Regionale Siciliana.
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