Centri antiviolenza, Case rifugio: in Sicilia e nelle Isole l'88,6% hanno un ente promotore privato

L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema  informativo, un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla  violenza contro le donne in Italia 2 . L’obiettivo è fornire dati e indicatori statistici di qualità che  offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da  varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza,  Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking. 14/04/2025 -  Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.  Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.  Sono 4.157 i minori ospiti de...

GIORNALISTI MINACCIATI A MESSINA: LA SOLIDARIETÀ DI ARDIZZONE E DEL PRESIDENTE DELL’ODG ARENA

"Siamo al fianco dei giornalisti intimiditi ma anche degli operatori tv come Bevacqua e Silipigni, oltre che dei fotografi, che quotidianamente lavorano per informare e garantire un diritto". A ricevere minacce e atti intimidatori sono i giornalisti Alessandro Silipigni e Giuseppe Bevacqua, oggetto di volantini minacciosi da parte di sedicenti 'Anonimi ribelli'

Messina, 14/03/2016 - Riccardo Arena, presidente Ordine dei Giornalisti di Sicilia interviene sul caso dei giornalisti di Messina minacciati e fatti oggetto di intimidazioni. A ricevere minacce e atti intimidatori sono i giornalisti Alessandro Silipigni e Giuseppe Bevacqua, destinatari di volantini minacciosi da parte di sedicenti 'Anonimi ribelli'. Giuseppe Bevacqua opera per conto dell'emittente televisiva milazzese Tirreno Sat mentre Alessandro Silipigni scrive per il sito web messinaweb.tv. "Giornalismo becero e infame che demonizza i giusti e santifica i cattivi, getta fango su chi vuol far crescere la nostra città e ne incensa i detrattori" è scritto sui volantini fatti trovare sotto casa di Bevacqua, mentre sul muro sotto la sua abitazione si legge 'giornalisti infami'. In prossimità della fermata del bus nei pressi di casa di Alessandro Silipigni analoghi volantini minacciosi.

La solidarietà del presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, è stata espressa con le seguenti parole: "Ancora una volta, purtroppo la categoria dei giornalisti è esposta a gravi attacchi, che evidentemente mirano a comprimere gli spazi della libertà d'informazione. Ai cronisti di Tirreno Sat e Messinaweb.tv, dopo questo ennesimo grave episodio, giunga la vicinanza dell'intero parlamento regionale".

"Le intimidazioni non fermeranno chi quotidianamente è impegnato sul fronte dell'informazione. L'ordine dei giornalisti di Sicilia condanna con forza qualsiasi tentativo di bavaglio o di minaccia. Il clima che si è registrato in questi mesi a Messina è stato costantemente monitorato dall'Ordine". Lo dice il presidente dell'OdG di Sicilia, Riccardo Arena. "Abbiamo in più occasioni espresso le nostre preoccupazioni, - aggiunge - siamo, oggi, vicini agli operatori Alessandro Silipigni e Giuseppe Bevacqua, vittime di gravi intimidazioni. Tutto questo ci spinge ad andare avanti e sostenere ancora con più forza coloro che sono chiamati a fare informazione in contesti non sempre facili. Siamo al fianco dei giornalisti intimiditi ma anche degli operatori tv come Bevacqua e Silipigni, oltre che dei fotografi, che quotidianamente lavorano per informare e garantire un diritto". "Nel ringraziare ancora una volta il Prefetto, Stefano Trotta, per essere più volte intervenuto in favore dei colleghi e degli operatori dell'informazione messinesi, - conclude - auspichiamo che gli organi competenti intervengano per fare chiarezza su quanto accaduto e per impedire il ripetersi in futuro di simili episodi".

La Camera dei Deputati - intanto - ha approvato all'unanimità, 381 voti a favore e nessun contrario, la relazione della commissione Antimafia sui giornalisti minacciati dalle mafie. E' la prima volta che viene approvato un documento su questo tema. "Una relazione che non vuole celebrare ma proporre rimedi", sottolinea il vicepresidente dell'Antimafia, Fava. "Un giornalista costretto al silenzio è una risorsa in meno per l'opinione pubblica perchè svolge un ruolo sociale".Allo studio un'aggravante dei reati mafiosi nei confronti dei giornalisti.

Lunedì 28 dicembre 2015 al Feltrinelli Point Messina c'era stata la presentazione di “Io non taccio. L’Italia dell’informazione che dà fastidio” (Edizioni Centoautori), il libro vincitore del premio Paolo Borsellino 2015, scritto da otto giornalisti. A presentarlo sarà uno degli otto coautori, Paolo Borrometi, giornalista siciliano di Ragusa che per il suo lavoro di inchiesta nel giornale on line di cui è direttore, “laspia.it”, ha subíto minacce, intimidazioni e aggressoni fisiche. Da un anno Borrometi vive sotto scorta. Assieme a Borrometi dialogheranno le giornaliste messinesi Rosaria Brancato (Tempostretto.it) e Gisella Cicció (Rtp) entrambe al centro di una campagna di intimidazioni e minacce attraverso i social network, che nelle scorse settimane è stata oggetto di una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura.

Nel libro scritto da otto giornalisti – donne e uomini che vivono e lavorano nel Nord e nel Sud del Paese, nelle grandi città o nella provincia italiana – "si racconta un’Italia prepotente e non di rado mafiosa, dove la corruzione che attraversa ogni settore della vita pubblica e sociale, trova indigesta la libera informazione. Che in molti casi e in molti territori dove maggiore è l’incidenza delle mafie e la collusione con politica e istituzioni, l’informazione stessa diventa un diritto negato tanto per chi la produce, quanto per chi la fruisce. Nelle storie degli otto giornalisti che ogni giorno rischiano la vita o la collaborazione da precari e freelance, - è senza contratto la maggioranza della categoria - c’è un’impetuosa fotografia del Paese da una parte, e tutta la passione per questa professione, dall’altra. Una professione che per etica e deontologia ha il suo fondamento proprio nella libertà di potere e dovere raccontare i fatti. Quello che per coerenza e per passione, ognuno in un pezzo di Italia, gli otto autori e autrici del libro hanno fatto subendone minacce, aggressioni, intimidazioni, danneggiamenti e isolamenti. Querele per diffamazione a scopo intimidatorio con esose richieste di risarcimenti economci.

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