Biologi della Sicilia: nessuna norma consente ai farmacisti di erogare prestazioni sanitarie a carico del SSN in ambienti esterni

IL TAR PALERMO ACCOGLIE IL RICORSO PROPOSTO DA FEDERBIOLOGI E ALCUNE STRUTTURE CONVENZIONATE - CON L’INTERVENTO AD ADIUVANDUM DELL’ORDINE DEI BIOLOGI DELLA SICILIA - ED ESCLUDE LA POSSIBILITÀ DI EROGARE PRESTAZIONI SANITARIE A CARICO DEL SSN IN LOCALI ESTERNI ALLE FARMACIE.  22/04/2025 - Nel 2024 Federbiologi e diverse strutture sanitarie specialistiche hanno impugnato gli atti dell’Assessorato Regionale della Salute con cui era stata prevista, tra l’altro, la possibilità delle farmacie di somministrare - anche fuori dai locali della farmacia stessa - i “test autodiagnostici” (ovvero i test gestibili direttamente dai pazienti) nonché di erogare altri servizi sanitari (telemedicina, holter cardiaco, elettrocardiogramma, spirometria, indagini strumentali ecc.). Nell’ambito dei suddetti giudizi, è intervenuto, chiedendo l’accoglimento del ricorso, l’Ordine dei Biologi della Sicilia, difeso dall’avv. Girolamo Rubino.  In particolare, l’avv. Rubino - nell’interesse dell’Ordine dei ...

POVERTA' ASSOLUTA: IL 42% IN SICILIA, ESCLUSI I SENZA DIMORA

Alla data del 31 dicembre 2014 le famiglie in condizione di povertà assoluta in Italia ammontano a 1,47 milioni (il 5,7% del totale), per un numero di 4,1 milioni di individui (il 6,8% dell''intera popolazione). Lo ha detto Cristina Freguja, direttore centrale delle statistiche socio-economiche Istat, in audizione alle commissione Lavoro e Affari sociali alla Camera in merito al ddl povertà. Il fenomeno appare più diffuso tra le famiglie residenti nel Mezzogiorno - sottolinea l''Istat - dove si stimano in condizione di povertà circa 704 mila famiglie (l''8,6% del totale), pari a 1,9 milioni di individui poveri (il 45,5% del totale dei poveri assoluti). Al Sud punte di povertà vicine ad un terzo della popolazione, prospettiva di entrare sotto la soglia di povertà, con picchi al 42%, in Sicilia”

14/03/2016 - L’Istat rende noto che circa un milione e mezzo di famiglie vive in una condizione di povertà assoluta. Tra gli altri dati emersi anche quello sulle persone senza fissa dimora, che sono oltre 50mila. Cifre che sono state presentate in Parlamento nel corso dell’audizione alla Camera davanti alle commissioni Lavoro e Affari Sociali in merito al ddl povertà.
Nel 2014, “1.470.000 famiglie residenti in Italia (il 5,7% del totale) sono stimate in condizione di povertà assoluta, si tratta di 4.102.000 individui (il 6,8% della popolazione)”.
Sono le regioni del Sud a rappresentare la maggiore accentuazione territoriale di questo fenomeno sociale. Si stima, infatti, che circa la metà di queste famiglie risieda nel Mezzogiorno. Sono in condizione di povertà circa 704mila famiglie. Si tratta di 1,9 milioni di individui poveri.
Lo Svimez, sempre in Audizione alla Camera, indica invece al Sud punte di povertà vicine ad un terzo della popolazione, nella "prospettiva di entrare sotto la soglia di povertà, con picchi al 42% in Sicilia”.

Ma anche i dati Istat non sono meno drammatici: “Il fenomeno appare più diffuso tra le famiglie residenti nel Mezzogiorno, dove si stimano in condizione di povertà circa 704 mila famiglie (l'8,6% del totale), pari a 1,9 milioni di individui poveri (il 45,5% del totale dei poveri assoluti). Livelli elevati di povertà assoluta si osservano anche per le famiglie con cinque o più componenti (16,4%), soprattutto se coppie con tre o più figli (16%), e per le famiglie con membri aggregati (11,5%); l'incidenza sale al 18,6% se in famiglia ci sono almeno tre figli minori e scende nelle famiglie di e con anziani (4% tra le famiglie con almeno due anziani)”.

Un peggioramento della situazione “è emerso nel 2012 e nel 2013 quando l'incidenza di povertà assoluta mostra un aumento di circa 2 punti percentuali a livello familiare (dal 3,4% al 4,4% nel Nord, dal 3,6% al 4,9% nel Centro, dal 5,1% al 10,1% nel Mezzogiorno). Nel 2014, la crescita della povertà assoluta si è invece fermata”.
Al Nord e al Centro la povertà tra le famiglie di stranieri è stimata essere di oltre 6 volte superiore a quella delle famiglie di italiani, nel Mezzogiorno risulta circa tripla.
Secondo l'Istat nel ddl povertà, “è urgente rafforzare l'offerta di servizi pubblici a livello comunale e territoriale in modo da garantire una qualità e un'efficienza dei servizi pubblici che sia uniforme sul territorio nazionale”.

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