Codice della Strada: una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi

CODICE STRADA. ANNALISA CORRADO (SEGRETERIA NAZIONALE PD E MEP S&D): “ENNESIMO DISASTRO DEL GOVERNO, NORMA REPRESSIVA E IDEOLOGICA FATTA SULLA PELLE DELLE PERSONE”  Roma, 20 novembre 2024 - "L’approvazione del Codice della Strada non è che l’ennesimo disastro del Governo, che peggiora invece di migliorare la vita dei cittadini. Si tratta di una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi che vogliono adottare pratiche innovative e che non fa assolutamente nulla per prevenire gli incidenti stradali, che ancora oggi registrano numeri terrificanti – oltre 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno”, dichiara Annalisa Corrado, Responsabile Conversione Ecologica nella Segreteria Nazionale del PD e MEP S&D, Commissione ENVI. La riforma, a lungo sbandierata dal Governo Meloni, ha ricevuto oggi l’approvazione in Senato. Tutte le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme con le associazioni ambientaliste e per la mobi

ATO ME2: I 7 LAVORATORI TRASFERITI A SANT’ANGELO GRAVANO SULLA SOCIETÀ D'AMBITO

Lo ha stabilito il Giudice del Lavoro del Tribunale di Patti, Fabio Licata, che si è pronunciato su un ricorso presentato dagli ex dipendenti
S. Angelo di Brolo, 11/05/2016 - Dal 1° aprile, al 19 aprile 2007, è l'Ato Me2 a dovere pagare i 7 lavoratori a suo tempo trasferiti dal Comune di Sant’Angelo alla Società d'Ambito. Lo ha stabilito il Giudice del Lavoro del Tribunale di Patti, Fabio Licata, che si è pronunciato su un ricorso presentato dagli ex dipendenti. Il 14 marzo 2007, dopo oltre due anni dal passaggio dei servizi di igiene ambientale e, quindi, anche della riscossione alla Società d'Ambito, la Giunta comunale deliberò, con decorrenza 1 aprile, il trasferimento dei lavoratori. Per ragioni non dipendenti dall'Ente locale, il personale non fu assunto senza soluzione di continuità, ma con quasi 20 giorni di ritardo. Così, mentre i lavoratori hanno continuato a svolgere la loro prestazione lavorativa per con dell'Ato, la stessa Società non intendeva pagarli. Il Comune, difeso dall'avvocato Vincenzo Amato, si è opposto, perché il rapporto di dipendenza si era risolto il 31 marzo e, di conseguenza, da quella data nulla era dovuto agli ex addetti ai servizi di igiene ambientale.

L’Ente ha avuto ragione, perché l'Autoritá giudiziaria ha confermato l'obbligo per la Società d'Ambito - presso la quale gli ex netturbini, anche se formalmente non assunti, hanno prestato la loro opera - di erogare la retribuzione. “Tenuto conto della natura dei rapporti tra il Comune e l’ATO, scrive il Giudice del Lavoro nella sentenza, la Società aveva l’obbligo di provvedere all’organizzazione e gestione del servizio di raccolta dei rifiuti… ed era l’unico beneficiario diretto dell’attività lavorativa dei ricorrenti…”.
“Come dimostrano i fatti - ha dichiarato il Sindaco – l’Amministrazione ha sempre agito per difendere gli interessi del Comune e, quindi dei cittadini, sapendo valutare se, e quando, opporsi alle richieste più disparate che vengono prodotte nei confronti dell’Ente locale. Se ci fosse stata superficialità – ha concluso il primo cittadino – ci saremmo accollati oltre 6 mila euro di costi, mentre l’Ato si è incassata la tassa pagata dai cittadini”.


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