Stretto di Messina: filmato squalo bianco di tre metri vicino alla spiaggia

Reggio Calabria, filmato squalo bianco femmina di oltre tre metri a pochi metri dalla spiaggia. Due pescatori diportisti hanno ripreso l'esemplare dalla loro barca 29/04/2024 - Lo Stretto di Messina è un habitat ideale per la riproduzione degli squali. E con l’avvicinarsi della stagione estiva è tempo di bagni. E per i più fortunati l'occasione di tuffarsi in mare è quanto mai vicina. Ma la recondita paura di vedersi galleggiare intorno una pinna a filo dell'acqua a volte riaffiora, è proprio il caso di dirlo, un pochino nella testa di tutti noi. Stavolta è accaduto davvero vicino la riva di Reggio Calabria, più precisamente nelle acque di fronte la località Pentimele, nella periferia Nord di Reggio, il 24 aprile 2024.   «Questo è uno squalo bianco», dicono meravigliati i pescatori mentre osservano ciò che accade dinanzi la loro barca”. Nelle immagini registrate si vede il pescecane girare nelle vicinanze della barca, forse a causa delle esche gettate in acqua, per poi ripr

INGROIA: “CHI HA VOLUTO SPORCARE L’IMMAGINE DI PINO MANIACI?”

Palermo, 7 maggio 2016 - L’interrogatorio di Pino Maniaci in Procura, a palermo, è iniziato alle ore 12.40. Il giornalista ha risposto alle domande dei giudici e subito dopo a quelle dei giornalisti, all’interno dello studio Parrino, dove gli avvocati Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia hanno indetto una conferenza stampa. Ingroia sostiene che nelle intercettazioni pubblicate in questi giorni Maniaci “sta chiedendo soldi per la pubblicità” e non, come dichiarano i magistrati, per ammorbidire le sue inchieste in cambio di denaro. I dettagli nel video integrale della conferenza di oggi.
Ma ecco alcuni stralci della conferenza stampa tenutasi nello studio dell’avvocato Parrino.
L’avvocato Bartolomeo Parrino ha definitivo la vicenda “gravissima, non solo per la gravità dell’accusa, estorsione, ma perché si tratta di un processo mediatico contro un giornalista di elevato carisma, molto conosciuto e impegnato nella lotta alla mafia ormai da tempo, famoso in buona parte del mondo”.
“La cosa ancora più bruciante – ha detto tra l’altro l’avvocato Parrino – è che il processo per estorsione si sta trasformando in un processo mediatico. Ora, se questa è la tecnica per mettere a tacere Pino Maniaci è una tecnica estremamente sottile, difficile, complessa, e soprattutto che dà molto frutti, perché in parte c’è anche riuscita. L’attacco che Pino Maniaci ha subito ha fatto sì che anche da parte vostra (francamente non ce l’aspettavamo). Naturalmente l’accusa è rivolta ai giornalisti. 
“Dopo trent’anni di storia di Telejato – ha detto l’avv. Parrino – come avete mai potuto pensare che Pino Maniaci si sarebbe sottratto ai colleghi? Se dovessimo attenerci ad una tecnica processuale, visto che al momento ci sta andando bene, non dovremmo rilasciare dichiarazioni. Del resto il processo lo abbiamo già subito, con articoli di giornale, con le intercettazioni di cui non abbiamo mai visto gli originali…”.
Avv. Antonio Ingroia: “… come ho detto oggi al giudice nel mio intervento, è un provvedimento giudiziario sproporzionato, che ha imbavagliato Pino Maniaci. Prima che parli Pino Maniaci voglio dire tre cose. Primo, noi presenteremo delle denunce relative a vicende locali, di Partinico e Borgetto, ma anche denunce relative alla gestione di questa indagine mediatica. Il corpo del reato è un video che è stato montato dai Carabinieri (c’è la firma, perché c’è lo stemma dei Carabinieri), ed è stato distribuito inserendo intercettazioni e atti giudiziari che noi ancora non conosciamo se non attraverso quel video, perché non fanno parte degli atti trasmessi al giudice e comunque non fanno parte dell’ordinanza cautelare, trattandosi di fatti penalmente irrilevanti, ma servivano soltanto a distruggere l’immagine di Pino Maniaci. Perché dentro queste indagini ci sono rancori e vendette di amministratori locali, che hanno avuto la grande occasione di liberarsi della voce libera di Telejato e di Pino Maniaci. Ma c’è stata anche un’operazione che era attesa…”. 
“L’operazione era attesa, - ha proseguito l’avv. Antonio Ingroia - com’è noto dalle intercettazioni della Procura di Caltanissetta, sui magistrati e gli amministratori giudiziari indagati per gravissimi reati, per i quali, invece, al contrario di Pino Maniaci, sono a piede libero. Oggi noi abbiamo chiesto la revoca del divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani, e che possa ritornare al suo posto di direttore di Telejato, come è giusto che sia. (…) Ma la verità vera è che si voleva macchiare Pino Maniaci, e si è macchiato, per due o tre piccole presunte piccole estorsioni (parliamo di centinaia di euro) a fronte di magistrati, avvocati, professionisti e amministratori giudiziari che sono imputati per centinaia di milioni di euro, che sono stati sottratti allo Stato, e sono oggi a piede libero, e altro non aspettavano in questi mesi, che approdasse a destinazione questa indagine. E’ grave e inquietante e noi faremo denuncia di questo, per il fatto che questi, magistrati, prefetti e avvocati sapessero che c’era questa inchiesta che bolliva in pentola e gradivano che arrivasse in porto. Per questo presenteremo denuncia”.

“Secondo, - ha detto ancora Ingroia - presenteremo denuncia per questo video, fatto intenzionalmente per distruggere l’immagine di Pino Maniaci, inserendo il riferimento della telefonata con Renzi, che non aveva nessuna rilevanza penale, il riferimento alla faccenda dei cani, che non aveva nessuna rilevanza penale, il riferimento finale alla mafia, all’antimafia, che non hanno nessuna rilevanza penale. Perché sono state inserite queste intercettazioni? Ovviamente per sporcare l’immagine, soprattutto, di Pino Maniaci. La Procura di Palermo ha il dovere di chiedere all’Arma dei Carabinieri chi ha predisposto questo video, e poi chi lo ha distribuito. Potrà non sapere chi lo ha distribuito ma dovrà sapere chi lo ha predisposto e per quale finalità. Su questo faremo una denuncia, come faremo denuncia nei confronti del sindaco di Borgetto e del suo addetto stampa, per calunnia, perché alla fine della giostra, tolto il gossip, tolte le cose che non hanno rilevanza penale, tolte le dazioni di denaro, tutte relative a spazi pubblicitari, non essendoci nessuna prova di minaccia, né di offerta di mutamento della linea editoriale, le accuse si fondano solo sole dichiarazione del sindaco di Borgetto e del suo addetto stampa, oltreché del sindaco di Partinico.

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