Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

A MESSINA UN PASSO INDIETRO NELLA STORIA, NEGATO UN DIRITTO COSTITUZIONALE

"Bocciata la delibera per regolamentare gli istituti di partecipazione popolare, ancora una volta il consiglio comunale si dimostra lontano dalle esigenze dei cittadini". Così si è espresso il comitato direttivo dell'associazione di impegno civico Indietrononsitorna che ha fortemente sostenuto l'iniziativa delle consigliere Fenech e Lombardo che mirava a riempire un vuoto regolamentare più che ventennale.

Messina, 29/07/2016 - Oggi il Consiglio Comunale di Messina fa un passo indietro nella storia, boccia il Regolamento sulla disciplina degli istituti di partecipazione popolare negando di fatto un diritto costituzionale. Il Regolamento sugli Istituti di partecipazione popolare fu redatto e presentato nell’ottobre 2014 dalla Consigliera comunale Lucy Fenech. Dopo un lunghissimo iter burocratico durato due anni il Regolamento arriva finalmente alla discussione in Consiglio Comunale e dopo tre sedute consiliari arriva la bocciatura di un atto dovuto per legge. Su 23 presenti in aula votano a favore solo 9 consiglieri: Fenech, Caccamo, Risitano, Russo, Gennaro, Cardile, Abbate, Cantali, Pagano.

In questi due anni il Regolamento si era arricchito delle proposte dei cittadini e delle associazioni attraverso incontri pubblici, del dibattito e del parere positivo delle sei Circoscrizioni della città, della analisi istruttoria del Segretario Generale e della Dirigente del Dipartimento Servizi al Cittadino ed aveva avuto in maggio 2016 il parere positivo della Commissione Consiliare competente. Nonostante questo lunghissimo lavoro la maggioranza del Consiglio comunale ha scelto di bocciare un documento che per legge e per lo stesso Statuto Comunale avrebbe dovuto essere redatto già 20 anni fa. Lo Statuto Comunale (art. 123) risalente al 1994 chiedeva, infatti, al Consiglio di approvare questo regolamento entro e non oltre 60 giorni.

La mancanza dei Regolamenti attuativi degli Istituti di partecipazione politico-amministrativa a livello locale è di fatto un emblematico fronte di palese illegalità e sistematica violazione dei diritti politici fondamentali dei cittadini. La partecipazione popolare alla gestione politico-amministrativa della cosa pubblica è, infatti, un diritto fondamentale, garantito dalla nostra Carta Costituzionale, che all’articolo 3, comma 2 individua l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese ed impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono l’esercizio effettivo di tale partecipazione. Ad illuminare ulteriormente il senso di questa norma, concorrono anche gli articoli 1 e 2 della Costituzione, laddove il primo stabilisce che la sovranità ed il suo esercizio appartengono al popolo e il secondo esprime la centralità dei diritti della persona e il loro complemento nelle formazioni sociali. Il riconoscimento della centralità della partecipazione popolare quale valore fondamentale e carattere della democrazia politica ha trovato consacrazione anche a livello degli enti locali nell’articolo 8 del Testo Unico delle leggi degli enti locali 267/2000 che delinea diversi istituti di partecipazione.

“Alla luce dei valori costituzionali, delle norme nazionali, dello stesso Statuto Comunale e del trend nazionale in cui molti comuni (in questi giorni anche la vicina Reggio Calabria) stanno colmando la lacuna della mancanza dei regolamenti attuativi che consentono di rendere accessibili gli Istituti di partecipazione previsti dalla legge – afferma la Fenech – provo un grande rammarico per questa assurda e immotivata bocciatura che nega questi diritti ai cittadini messinesi.”
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"Bocciata la delibera per regolamentare gli istituti di partecipazione popolare, ancora una volta il consiglio comunale si dimostra lontano dalle esigenze dei cittadini". Così si è espresso il comitato direttivo dell'associazione di impegno civico Indietrononsitorna che ha fortemente sostenuto l'iniziativa delle consigliere Fenech e Lombardo che mirava a riempire un vuoto regolamentare più che ventennale.
" Lo Statuto del Comune di Messina, si legge in una nota di Indietrononsitorna, evidenzia come sia determinante per l’autogoverno di una comunità l’effettiva partecipazione dei cittadini alla vita politica e amministrativa. Purtroppo questo enunciato e' destinato a rimanere a Messina lettera morta, per il consueto approccio strumentale da parte della gran parte dei consiglieri alle problematiche che si discutono. Piccole convenienze politiche che mortificano l'impegno politico, poca attenzione alle esigenze della nostra comunità. Lo Statuto del Comune di Messina resterà di conseguenza ancora per lungo tempo inattuato quanto alla partecipazione popolare, privando i cittadini di strumenti utili per condividere, proporre, stimolare percorsi di crescita civile, culturale e sociale. Ma di tutto questo evidentemente molti consiglieri comunali preferiscono farne a meno, considerando la partecipazione un rischio. Il voto di oggi contribuisce ad allontanare una volta di più i cittadini dalle istituzioni".
Segreteria Indietrononsitorna

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