Autonomia differenziata: incontri in Sicilia e a Milazzo, “rischia di spaccare l'Italia”

Autonomia differenziata.  Fico e Di Paola (M5S), sei incontri in Sicilia, domenica e lunedì, per parlare di autonomia differenziata “che rischia di spaccare l'Italia” 20/04/2024 - Sei incontri in appena due giorni per parlare di autonomia differenziata, “la riforma scellerata che rischia di spaccare l'Italia”. È il mini tour che l'ex presidente della Camera Roberto Fico, farà in Sicilia domenica 21 e lunedì 22 aprile prossimi assieme al coordinatore regionale M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola, per illustrare i contraccolpi del ddl Calderoli. "L'autonomia differenziata - dice Fico - sarebbe uno schiaffo insopportabile al Sud, aumenterebbe i divari che già esistono e danneggerebbe la struttura istituzionale del Paese. E' un disegno scellerato che mira a spaccare l'Italia. In questi mesi sto girando l'Italia per parlare dei rischi dell'autonomia voluta da Calderoli ed è importante parlarne anche in Sicilia". “Di questa riforma che rischia avere

AGGRESSIONE AL PRONTO SOCCORSO: ARRESTATO L'AGGRESSORE, SI INDAGA SULL'OPERATORE DEL 118

03/01/2017 - Mauro Cappaddonna, 47 anni, è l'uomo arrestato dagli agenti della Polizia di Stato della Questura di Catania per l'aggressione, assieme ad altre quattro persone, del medico di turno nel Pronto Soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele della città etnea. Le indagini della Polizia di Stato hanno permesso di identificare Mauro Cappaddonna: la sua automobile parcheggiata era stata tamponata da un ciclomotore guidato da una donna. A Cappadonna vengono contestati i resti di violenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e lesioni, contestati pure agli altri quattro indagati, denunciati in stato di libertà.


Gli investigatori indagano la posizione dell'operatore del 118

Non si sono certo esaurite con l’arresto di Mauro CAPPADONNA, le indagini sull’aggressione patita dal sanitario del pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele lo scorso primo gennaio.

Infatti, come già comunicato ieri, sulla scena – almeno nelle fasi precedenti al pestaggio – ha fatto la propria comparsa un sedicente operatore del 118 che, sebbene si trovasse fuori servizio, avrebbe utilizzato il proprio codice d’ingresso per far accedere il CAPPADONNA, insieme al quale si è presentato al medico poi malmenato, nell’area riservata dove il pubblico in attesa non può entrare.

In questo momento sono al vaglio degli investigatori della Questura sia il fatto che l’uomo abbia fatto un uso indebito della dotazione di servizio (il codice) per scopi privati, sia il suo ruolo nell’intimidazione nei confronti del dirigente medico.

Nei confronti dell’uomo, oltre i profili di responsabilità penale che gli sono già costati una denuncia a piede libero, emergeranno certamente ulteriori rilievi di carattere amministrativo e disciplinare che permetteranno all’Azienda ospedaliera di adottare i provvedimenti del caso.



"Sette aggressioni in 4 mesi e un'azienda al collasso. Il direttore generale dovrebbe rivedere il funzionamento dell'intera organizzazione". Cosi' in una nota Calogero Coniglio, segretario territoriale e coordinatore nazionale della Fsi-Usae, Federazione Sindacati Indipendenti aderente alla Confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, in merito alle aggressioni avvenute al pronto soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele di Catania.

"E' inconcepibile che, ancora oggi - aggiunge -, dopo appelli, denunce, richieste di incontri con i prefetti e comunicati stampa, gli infermieri, medici e tutto il personale sanitario dei pronto soccorso e dei reparti che operano, in prima linea, per la tutela del cittadino, siano oggetto di aggressioni. Ancora una volta ci ritroviamo a raccontare e denunciare episodi in cui colleghi, armati solo di competenza, serietà e professionalita', si scontrano con l'arroganza e la prepotenza di chi conosce solo il linguaggio della violenza".

"Chiediamo - prosegue il sindacalista - l'intervento di tutte le istituzioni interessate, e di tutti quelli che hanno preso atto che con un personale sanitario impaurito e sovraccaricato non può essere più garantita l'assistenza, la città non merita questo indegno calpestio del più elementare diritto quale quello della salute".

"Anche il Direttore Generale - sottolinea Coniglio - è responsabile delle aggressioni che avvengano al pronto soccorso e in tutti i reparti nei confronti di infermieri, medici e personale sanitario costretti a lavorare senza tutele, a subire le ingerenze dei cittadini costretti a subire a loro volta, le mancate risposte ai bisogni reali dei cittadini da parte dell'Azienda, delle carenze igienico-sanitarie dovuto al sovraffollamento delle stanze di degenza, di non aver provveduto a ridurre le liste di attesa del pronto soccorso".

"Cogliamo l'occasione per porgere la nostra solidarietà al medico coinvolto nell'aggressione - conclude Coniglio -, assicurando che questa organizzazione sindacale continuera' a lottare e vigilare, abbiamo già comunicato alla Prefettura lo stato di agitazione del personale del pronto soccorso".

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