Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

MINETTI, RITRATTO DI UN ARTISTA DA VECCHIO IN SCENA AL TEATRO VITTORIO EMANUELE

 17/01/2017 - L’Ente Teatro di Messina comunica ai sigg.ri giornalisti che il Commissario Straordinario, Rag. Salvatore Jervolino, venerdì 20 gennaio 2017 alle ore 10,30 nei locali della “Sala Sinopoli” sita al quarto piano del Teatro Vittorio Emanuele terrà una conferenza stampa per illustrare la situazione dell’Ente illustrando i compiti affidatigli dall’Assessore Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo con proprio decreto, che tra l’altro prevedono di curare l'approvazione del nuovo statuto in esecuzione al D.A. n. 17/GAB del 29 luglio 2016, l'approvazione del regolamento in conformità a quanto previsto dal D.Lgs. 118/2011, la riorganizzazione della pianta organica e la sua riconduzione a profili di legittimità e congruità, mediante la rinegoziazione del contratto integrativo di lavoro.
All’incontro sarà presente il Sovrintendente dell’Ente Dott. Egidio Bernava Morante.
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MINETTI, RITRATTO DI UN ARTISTA DA VECCHIO IN SCENA AL TEATRO VITTORIO EMANUELE

di Thomas Bernhard
traduzione Umberto Gandini
regia Roberto Andò
con Roberto Herlitzka (Minetti, attore drammatico),
Roberta Sferzi (Una signora), Verdiana Costanzo (Una ragazza),
Nicolò Scarparo (Portiere), Vincenzo Pasquariello (Facchino), Matteo Francomano (Un nano)
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Gianni Carluccio, Daniela Cernigliaro
suono Hubert Westkemper
aiuto regia Luca Bargagna - direttore dell’allestimento scenico Antonino Ficarra
assistente scenografo e direttore di scena Claudio La Fata - assistente ai costumi Agnese Rabatti

Produzione Teatro Biondo Palermo

Nel 1976 Thomas Bernhard dedicò il testo Minetti, ritratto di un artista da vecchio al suo attore-feticcio Bernhard Minetti, considerato uno dei più grandi interpreti di teatro del Novecento. Ora Roberto Andò affida alla maestria di Roberto Herlitzka il compito di vestire i panni di Minetti, in un’operazione di estrema raffinatezza che cela una forte critica contro la società e l’omologazione, in scena dal 24 al 29 gennaio sul palcoscenico del Teatro Argentina nel segmento di Stagione Ritratto d’Artista.
È l’ultima notte dell’anno: nella hall di un impersonale albergo di Ostenda il grande attore ormai anziano trascorre la serata tempestosa nell’attesa di calcare il palcoscenico per l’ultima volta nel ruolo di Lear, dopo trent’anni di assenza forzata dalle scene. Le riflessioni critiche sul pubblico teatrale e sul presente, l’abbandono a un flusso di coscienza pervaso di rimpianti ossessivi e le solitudini dei personaggi che gli sfilano intorno come spettri creano un microcosmo di risentimenti sociali, mettendo tuttavia in luce il senso più profondo del teatro, dell’arte e della recitazione. «Minetti si può leggere come un’imprecazione contro il teatro, o come una contestazione della finzione che coincide con il più limpido omaggio offerto alla sua verità – racconta il regista Roberto Andò – Se finalmente mi sono deciso a mettere in scena questa pièce lo devo a Roberto Herlitzka, uno dei grandi interpreti del nostro tempo, tra i più congeniali al suo umore. Bernhard non amava il tipo di attore che mediamente incarna questo mestiere, ma era uno spettatore capace di entusiasmarsi quando gli capitava di assistere alla performance di un fuoriclasse, e Minetti rientrava a pieno titolo nella linea e nella forma da lui prediletta. L’attore è per Bernhard l’eroe del fallimento e dell’occasione mancata. Si può anzi dire che Bernhard privilegi il teatro perché vi riconosce qualcosa d’indifendibile, e che lo abbia scelto in quanto è un luogo a perenne rischio di frode. Allo stesso titolo, si può dire che egli abbia amato gli attori in quanto esseri capaci di vivere sino in fondo il rischio, la frustrazione e la prossimità alla follia. Del tipo di attore alla Minetti, Bernhard amava soprattutto la speciale forma di autoconsapevolezza, per lui lo stato principe, quello che prelude alla pazzia».


Bernhard Minetti (1905-1998) è dunque il più acclamato attore tedesco e grande protagonista del teatro del Novecento, anche di quello di Thomas Bernhard, che lo ha avuto come interprete di molti dei suoi testi e che proprio in questa opera lo ritrae in un intenso flusso di coscienza per riflettere e lanciare giudizi spietati su una società sempre più confusa e su un teatro sempre più privo di senso. Storia di un artista da vecchio per uno spettacolo sul mestiere dell’attore e sugli intriganti meccanismi del teatro, rivelati attraverso le parole di un “autore” che era soprattutto uno spettatore capace di entusiasmarsi e di un “attore” che amava il rischio, costantemente in bilico tra fallimento e follia. Ad affiancare sulla scena l’imponente Roberto Herlitzka un nutrito cast di attori: Nicolò Scarparo, Verdiana Costanzo, Matteo Francomano, Roberta Sferzi e Vincenzo Pasquariello. Le scene e le luci dello spettacolo, prodotto dal Teatro Biondo, sono di Gianni Carluccio, che firma anche i costumi insieme a Daniela Cernigliaro, il suono di Hubert Westkemper, la traduzione di Umberto Gandini.

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