Formazione: il Sud si avvicina più del Nord ai livelli (formali) europei

ISTAT. LA FORMAZIONE DEGLI ADULTI | ANNO 2022. L’Italia in ritardo nella formazione continua rispetto ai principali Paesi europei Nel 2022, poco più di un terzo degli individui tra i 25 e i 64 anni ha partecipato ad attività di istruzione e formazione. Il tasso di partecipazione italiano è più basso di quello medio europeo di quasi 11 punti percentuali. 8 apr 2024 - Sono il 31,0% i 18-24enni che non partecipano ad alcun percorso di istruzione o formazione, contro il 20,2% della media europea. Manca una motivazione forte alla partecipazione: quasi l’80% dei 25-64enni che non si formano non ha interesse a farlo e per gli altri sono spesso i costi elevati a frenare la partecipazione (nel 23,7% dei casi contro il 13,7% della media Ue27).  Mezzogiorno distante dal Centro-nord soprattutto per l’istruzione non formale   Le differenze territoriali in termini di partecipazione ad attività formative, formali e non formali, sono evidenti: oltre 11 punti percentuali separano il Nord-est dal Sud (3

EX SERVIRAIL, D'UVA: "IL GOVERNO DIA RISPOSTE E NON FACCIA LE SOLITE ORECCHIE DA MERCANTE"

Il comunicato stampa del PortaVoce del MoVimento 5 Stelle Francesco D'Uva sulla vicenda dei 25 lavoratori ex Servirail.
Roma, 1 marzo 2017 - “Ho sollecitato nuovamente il Governo affinché intervenga subito nella vicenda dei 25 lavoratori ex Servirail di Messina che da mesi rivendicano il rispetto degli accordi e della ricollocazione occupazionale all’interno del gruppo Ferrovie dello Stato. Il Ministero non può continuare a fare orecchie da mercante, non rispondendo alle interrogazioni, su una storia così delicata e lasciare peraltro che 25 famiglie rimangano senza stipendi e senza lavoro”.
Il PortaVoce del MoVimento 5 Stelle, Francesco D’Uva, è tornato a battere i pugni a Roma per i lavoratori Ecoindustria di Messina, ai più noti come “ex Servirail”.

La loro vertenza, iniziata nel 2011, si era conclusa con una vittoria per i lavoratori nonché con l’accordo, firmato nel 2012, che tutti sarebbero stati ricollocati all’interno di FS. “Però così non è stato – ribadisce D’Uva – e adesso torno a chiedere al Ministero per quale motivo metà di loro sia stato riassorbito nel gruppo e metà invece sia stato licenziato. Già a dicembre avevo presentato un’interrogazione scritta a cui il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, però, non ha ancora dato alcuna risposta. Mi sento particolarmente vicino alla storia personale e familiare di ognuno di questi venticinque lavoratori e sono contento che sindacati e cittadini, così come avvenuto ieri a Piazza Cairoli, si stiano ritrovando uniti in questa battaglia”.


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