Ponte sullo Stretto, un’opera che non serve alla Sicilia, non serve alla Calabria, non serve all’Italia

Ponte sullo Stretto. Di Paola (M5S): Il Ministro Salvini restituisca il miliardo e trecento milioni scippati ai siciliani. Siracusano, a Messina in scena i soliti professionisti del ‘no’. Ponte sullo Stretto: Federconsumatori aderisce al corteo nazionale del 29 novembre, contro  un’opera che non serve alla Sicilia, non serve alla Calabria, non serve all’Italia. Messina 29 novembre 2025 - "Oggi sarò in piazza con i cittadini e le associazioni “No Ponte” per dire no al progetto del ponte sullo Stretto. Un’opera costosissima e rischiosa, che mette a repentaglio territorio, ambiente e sicurezza sismica, mentre le risorse potrebbero essere investite in infrastrutture realmente utili per il Sud. La prossima settimana presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture per chiedere chiarimenti su gravi criticità evidenziate dalla Corte dei conti: mancata trasparenza sulle interlocuzioni con la Commissione europea, carenze nelle valutazioni ambientali, violazio...

G7 TAORMINA: RIFONDAZIONE COMUNISTA ADERISCE AL CORTEO E LA CISL (MARGINALIZZATA) SPARA SULLA GIUNTA ACCORINTI

Messina, 25/05/2017 – Rifondazione Comunista aderisce al corteo del 27 maggio sul Lungomare di Giardini-Naxos per protestare contro la riunione del G7, la riunione dei cosiddetti “sette grandi” che è la rappresentazione politica di una diseguaglianza globale spaventosa, per la quale pochissime persone concentrano nelle loro mani gran parte della ricchezza prodotta nel nostro pianeta. La loro secolare egemonia imperialistica mondiale, segnata da guerre e colonialismi, cessata la “minaccia” del blocco socialista, è stata messa sempre più in discussione in questi ultimi decenni dall’ascesa di nuovi territori e nuovi Stati che reclamano un ruolo maggiore nello scenario mondiale, primi tra tutti i paesi mediorientali produttori di petrolio e i c.d. BRICS (Brasile, Russia, Cina, India e Sud Africa).

I governi del G7 hanno risposto alla crisi economica mondiale e alla loro perdita di supremazia portando la guerra in Europa e nel Mediterraneo, accerchiando la Russia con l’estensione delle basi Nato, destabilizzando e invadendo i paesi arabi non alleati, finanziando e armando (attraverso Arabia Saudita e Turchia) quei gruppi jihadisti che poi gli sono sfuggiti di mano dando origine all’Isis: il “califfato”, che per anni hanno solo fatto finta di combattere, essendo in realtà solo interessati a spartirsi le zone d’influenza in Siria, come già fatto in Iraq e Libia.

Sul piano interno le politiche dei governi riuniti a Taormina hanno spinto e spingono sempre più persone nella povertà e distruggono il sistema di garanzie sociali conquistate in occidente con decenni di lotte. Nella perla dello Jonio verranno messe a punto strategie di guerra, in obbedienza a quanto chiesto/imposto da Trump, con l’aumento delle già enormi spese militari e la conseguente sottrazione di ulteriori importanti risorse al già esiguo budget per la scuola, la sanità, le pensioni, ecc.
Ci vogliamo opporre a queste strategie che vedono l’Italia ridotta a colonia militare degli Usa e la nostra terra (con la base di Sigonella e il Muos) come avamposto fondamentale della guerra permanente, finalizzata a mantenere il controllo politico sui paesi aggrediti e controllarne le risorse energetiche, causando miseria e migrazioni.

Vogliamo fermare la guerra ai migranti, finalizzata ad impedire a chi vuole conquistare una possibilità di vita per sé, per le proprie famiglie e per le proprie comunità, di farlo. Ai muri che si vogliono costruire noi rispondiamo con l’affermazione della libera circolazione delle persone. Diciamo no alla guerra, al razzismo e alla xenofobia, no al terrorismo alimentato dalle nostre stesse politiche di aggressione e destabilizzazione dei paesi mediorientali.

Per tutto questo vogliamo manifestare, insieme a tante altre forze e singoli cittadini, la nostra avversità alla politica messa in campo da questi governi e alle scelte che vanno maturando in questo G7, la nostra contrarietà all’occupazione militare di questo territorio, temporaneamente sequestrato ai suoi abitanti. Un territorio meraviglioso, ma fragile, come il comprensorio di Taormina, viene usato come il parco-giochi dei potenti, dispiegando una vera e propria occupazione militare, uno schiaffo tirato in faccia agli abitanti di questa terra. Da mesi ormai, infatti, la libertà dei cittadini è limitata e tutti i poteri locali sono commissariati.

Ci preoccupano e ci stupiscono, in questo quadro, le scomposte reazioni di amministratori locali che, assolutamente supini e complici dinanzi a questa invasione, hanno evocato scenari apocalittici cercando di impedire o quanto meno ostacolare il corteo, cioè l’esercizio di un diritto che in democrazia dovrebbe essere garantito, il diritto di manifestare le proprie idee in merito a scelte che incideranno sulla vita di noi tutti. Essi vanno presentando coloro che hanno a cuore la pace, i diritti degli ultimi e la salvaguardia ambientale dei territori come dei barbari devastatori da cui ci si può aspettare qualunque cosa, mentre sorridono servilmente a capi di stato e di governo che hanno la responsabilità politica e morale delle guerre e dei tanti drammi che giornalmente affliggono il pianeta.

Per non far vincere la paura e l’indifferenza, noi porteremo giorno 27 maggio la nostra indignazione e la nostra gioia a celebrare una pacifica vittoria contro tutti i signori del mondo e i loro cortigiani, e invitiamo ogni libero cittadino che condivida le ragioni del nostro dissenso a manifestare insieme a noi.
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«Non c’è nulla di cui sorprendersi per quanto sta accadendo. Avere consegnato la città in mano a questa Giunta e a questo sindaco, elevato per di più a sindaco metropolitano, produce questi risultati». Tonino Genovese, segretario generale della Cisl Messina, interviene sulla polemica che ha portato alla marginalizzazione del territorio messinese in occasione del meeting di Taormina.

«L’incontro del G7 presuppone, oltre che esigenze di sicurezza, anche credibilità e capacità di saper accogliere i rappresentanti dei sette paesi più industrializzati del mondo – evidenzia Genovese - Una credibilità istituzionale che nel corso di questi anni non è mai esistita a Messina. Anzi, in ogni occasione pubblica e istituzionale il sindaco ha mancato di mostrarsi rappresentante della nostra comunità. Ha preferito, come suo costume, rappresentare la sua ideologia mortificando le idee, il sentimento e i diritti di coloro che non la pensano come lui».

Il segretario generale della Cisl messinese ha voluto evidenziare anche il paradosso che vive all’interno della Giunta. «Come si può immaginare che i rappresentanti dell’Amministrazione possano accogliere i partecipanti al G7 e contemporaneamente promuovere e invitare alla partecipazione alla manifestazione di protesta contro il G7?», domanda Genovese che poi rivolge un plauso «a chi mostra affidabilità istituzionale e capacità di trarre vantaggi per il proprio territorio, come il sindaco di Catania Enzo Bianco che, in occasione del G7, ha ottenuto opere che resteranno sul suo territorio a discapito di ciò che tanta protervia non riesce neanche a sfiorare».

La conclusione è amara e si slega anche dalla manifestazione del G7: «Non sarebbe stato né sarà questo, purtroppo, il nostro vero grande problema – chiosa Genovese - quanto piuttosto l’incapacità amministrativa e gestionale che stiamo sopportando da quattro anni e che ha relegato la città di Messina a sprofondare nel declino sociale, occupazionale ed economico in cui si trova».



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