Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

PARCO ALDO MORO A MESSINA: “NON HA SENSO CONTINUARE A PRODURRE O ESACERBARE DIVISIONI”

Il Partito della Rifondazione Comunista ha preso atto del comunicato di Cambiamo Messina dal Basso in merito al rifiuto opposto all’adesione delle loro portavoce al Comitato per il Parco Aldo Moro.

Messina, 18 novembre 2017 - Innanzi tutto ribadisce il proprio sostegno alla lotta in corso e l’apprezzamento per le/gli attiviste/i dell’Unione Inquilini e per quelle famiglie che con coraggio e intelligenza hanno riportato al centro del dibattito politico cittadino una questione che pareva caduta nel dimenticatoio, che va ben oltre la vicenda pur importante del singolo parco ma incide per un verso sul tema dei beni pubblici inutilizzati e sottratti alla fruizione comune, dall’altro torna a porre in primo piano la question drammatica del diritto negato alla casa, degli sfratti per morosità incolpevole, ecc.

Tuttavia, sulla vicenda delle adesioni negate ci sentiamo di esprimere un dissenso forte rispetto alla scelta operata dal gruppo promotore dello stesso Comitato.

Innanzi tutto nel metodo, perchè chi conduce una vertenza ha diritto di scegliere con chi e contro chi farla, ma nel momento in cui si lancia un appello per la gestione comune di un bene e si afferma che l’adesione è libera, senza porre alcun paletto preventivo, non vi può essere poi alcuna discrezionalità ostativa, se non quella implicita nello stesso ordinamento giuridico relativa a criminali, appartenenti ad organizzazioni segrete, ai fascisti perchè anche senza la legge Fiano sarebbero già messi al bando dalla Costituzione e invece fin troppo tollerati, ecc.

Nella sostanza, perchè evidentemente si individua come controparte l’Amministrazione, la quale è invece da tempo impegnata in un lungo contenzioso con l’INGV per il recupero dello stesso bene.
Si può ritenere, tutt’al più, che essa non abbia messo in questo sufficiente energia e determinazione, che potesse fare di più e meglio, ma da qui a vederla come controparte ce ne corre.
Ma anche quando così fosse o legittimamente si ritenesse, in ogni caso il movimento, pur essendo legato politicamente all’Amministrazione, ha mostrato in più occasioni di mantenere autonomia di giudizio e di azione, pertanto la presenza dei suoi rappresentanti nel nascente comitato avrebbe potuto, e potrebbe, rappresentare un valore aggiunto.

Infine, per quanto sopra esposto, sul piano politico:
non ha senso continuare a produrre o esacerbare divisioni nel campo di una sinistra già esigua, pretendendendo di essere i titolari della “vera” sinistra, e accettare però Pd e Capitale Messina che a nostro modo di vedere di sinistra non sono proprio, mentre noi dobbiamo tendere ad aggregare, confrontarci sui contenuti con chiunque, far seguire alle parole i fatti dimostrandoci davvero inclusivi, e semmai lasciare che siano gli altri a fare i conti con le proprie ambiguità e contraddizioni.

Invitiamo tutte e tutti a porre in primo piano l’importanza di essere unite/i nella lotta per la difesa dei beni comuni e superare incomprensioni e pregiudizi riannodando le fila di un discorso che non può essere affidato a facebook e ai comunicati ma va iniziato e concluso sedendosi intorno a un tavolo.

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