Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

PROSTITUZIONE. UNA VITTIMA DI TRATTA SU CINQUE È UNA BAMBINA O UNA MINORENNE

Le storie di ragazze migranti che seguono sono state raccolte da Gandolfa Cascio, Psicologa e Coordinatrice del Progetto Faro di Terre des Hommes a Catania e Siracusa. I nomi e alcuni dettagli sensibili sono stati modificati.

26/01/2018 - Una vittima di tratta al mondo su cinque è una bambina. Il dato registrato da  Unodc68, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di droga e di tratta di esseri umani, è costante ormai dal 2011: le bambine e le ragazze minorenni rappresentano il 20% delle vittime di tratta a livello globale, e assieme alle donne adulte compongono il 71% del totale.

L’Unodc stima che il fenomeno della tratta riguardi 2,4
milioni di persone (dato aggiornato al 2012), di cui l’80%
sono sfruttate nella prostituzione. Ma quella di natura
sessuale non è l’unica forma di sfruttamento: uomini,
donne e bambini vengono venduti e sfruttati anche
come forza lavoro, ridotti spesso in condizioni di vera e
propria schiavitù. Talvolta diventano persino vittime del
traffico di organi.

Nel corso degli ultimi anni il traffico di bambini
è andato progressivamente aumentando. Erano
il 13% (10% femmine, 3% maschi) nel 2004, il 27% (17%
femmine, 10% maschi) nel 2009 per schizzare a quota
34% (21% femmine, 13% maschi) nel 2011. Solo nel 2014
si è registrato un piccolo calo (28%).
Il traffico di minori è particolarmente diffuso nell’Africa
sub-sahariana (62% delle vittime sul totale sono bambini)
e in America Centrale (64%). Ma se nel primo caso il
fenomeno riguarda soprattutto i maschi (che vengono
sfruttati come forza lavoro, bambini soldato e accattonaggio)
in America Centrale e nei Caraibi le vittime sono
soprattutto bambine e ragazze, destinate prevalentemente
allo sfruttamento per fini sessuali.

Inoltre, a livello globale, sta emergendo una nuova
forma di tratta, che riguarda adolescenti e
giovani donne che vengono vendute per gestire
matrimoni combinati. Questo tipo di tratta “era stata
segnalata in maniera sporadica in passato – si legge nel
report Unodc – ma ora sta emergendo come una delle
forme prevalenti. Nel Sud-Est asiatico spesso si risolve
con matrimoni forzati o che avvengono senza il consenso
della futura moglie.

In questo quadro si radica il fenomeno crescente delle
bambine che migrano senza famiglia al seguito.
Un fenomeno difficile da trattare, perché le voci statistiche
sono molto parziali. I principali database, infatti, non
distinguono i minori per sesso, negando così la questione
di genere. Con essa, anche una delle parti del problema:
il sospetto che dietro questa crescita dei numeri globale
ci sia il crescente sfruttamento delle bambine e delle
ragazze nel business della prostituzione.

A differenza di quanto avveniva negli anni Novanta e nei
primi anni Duemila (quando le ragazze arrivavano soprattutto
via aerea), oggi i trafficanti le “confondono” tra i
migranti in partenza dalla Libia. Dando loro fin dall’inizio
chiare istruzioni per fare in modo che alla prima occasione
utile possano scappare dai centri di accoglienza.

80 Piccoli schiavi invisibili, Save the children, 2017 https://www.savethechildren.it/sites/
default/files/files/uploads/pubblicazioni/piccoli-schiavi-invisibili-2017.pdf
Una volta arrivate in Italia, arriva il momento di ripagare
il debito. Le ragazze vengono costrette a prostituirsi per
lunghi periodi di tempo (dai tre ai sette anni) “e per poter
guadagnare di più spesso accettano di avere rapporti
sessuali non protetti. La loro vulnerabilità è tanto più
esasperata nei luoghi di prostituzione meno visibili, aree
periferiche dove spesso l’elevato rischio di aggressioni
si abbina a un tariffario notevolmente deprezzato”81.
In alcune zone d’Italia (ad esempio Bonifica del Tronto,
in Abruzzo), le giovani nigeriane sono costrette a
prostituirsi per 5 o 10 euro a prestazione.

Le storie di ragazze migranti che seguono sono state
raccolte da Gandolfa Cascio, Psicologa e Coordinatrice
del Progetto Faro di Terre des Hommes a Catania
e Siracusa. I nomi e alcuni dettagli sensibili sono stati
modificati.


a cura di Terre des Hommes
edizione 2017
In occasione della Giornata Mondiale delle Bambine proclamata dall’ONU

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