Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PENITENZIARIO: SÌ ALLA CERTEZZA DELLA PENA, UN PROVVEDIMENTO PERICOLOSO

di Alfonso Bonafede
16/03/2018 - Oggi il governo, fuori da ogni possibile controllo parlamentare, ha approvato il principale decreto della Riforma dell’ordinamento penitenziario. E' un provvedimento pericoloso che mina alla base, dopo gli innumerevoli "svuotacarceri" di questi anni, il principio della certezza della pena.

In sintesi, il governo insiste sull’estensione dei benefici penitenziari (permessi premio, lavoro all'esterno, misure alternative alla detenzione) a favore dei condannati, anche per reati gravi. Il sovraffollamento carcerario è un problema serio, ma non può essere affrontato in questo modo: elargire irragionevolmente benefici penitenziari ad un numero sempre maggiore di detenuti - ergastolani inclusi - è molto grave, soprattutto considerando tutti gli svuotacarceri di questi anni.

Inoltre, è fondamentale attuare con urgenza un piano-carceri serio che porti alla realizzazione di nuovi istituti penitenziari e al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti, investendo risorse sul controllo e la qualità delle misure alternative e sulla rieducazione della pena.
Con questo decreto, la detenzione diventa definitivamente l’extrema ratio e la certezza della pena un miraggio, con buona pace dei cittadini onesti che, anche su questo tema, si sono espressi chiaramente lo scorso 4 marzo.

Il governo è consapevole che i cittadini non vogliono una norma di questo tipo e, proprio per questo, lo ha approvato con una strategia sconcertante per il modo in cui calpesta le prerogative parlamentari. Il decreto è stato ritirato prima delle elezioni dando l’illusione di un passo indietro; adesso, nella distrazione generale, viene ripreso e approvato dal Consiglio dei Ministri nella fase di passaggio tra una legislatura e l’altra. Teoricamente, entro 10 giorni, la commissione competente dovrebbe esprimere un parere sul decreto ma, visto che la nuova legislatura deve ancora iniziare, è quasi certo che il termine scadrà invano.

E’ un affronto che non può essere accettato: nella diciottesima legislatura, il Parlamento dovrà intervenire in materia di giustizia rassicurando i cittadini sull’importanza della legalità e della certezza della pena.

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