Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

ARS, DE LUCA: “COSTI FUORI CONTROLLO, UN ‘PRECARIFICIO’ CUI PORRE FINE”

"Porre fine ad un sistema che ha costi completamente fuori controllo e che negli anni si è mostrato un vero e proprio ‘precarificio’, ingrossandosi a dismisura fino all’insostenibilità attuale. Tutto questo partendo dai gruppi parlamentari ma non fermandosi a questi, che sono forse la punta di un iceberg ben più grosso e corposo, almeno in termini di costi per le casse pubbliche.”

Palermo, 5 aprile 2018 – Cateno De Luca ha le idee chiare su cosa sia necessario per cambiare radicalmente il sistema di funzionamento delle assunzioni all’Assemblea Regionale Siciliana e per questo annuncia “un pacchetto di emendamenti alla finanziaria, proposte e richieste al Consiglio di Presidenza e alla Segreteria Generale del Parlamento, perché i problemi vanno affrontati in modo organico e risolutivo.”
Tra i tantissimi emendamenti che De Luca intende presentare alla legge di stabilità regionale, ve ne saranno infatti alcuni volti ad abolire tutte le norme regionali che hanno introdotto e regolamentato, fra il 2014 e il 2015, le assunzioni di nuovo personale presso i Gruppi parlamentari dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Ma accanto a questi, De Luca propone provvedimenti “che mettano l’ARS finalmente in linea con tutte le leggi sulla trasparenza e come parte, certamente particolare ma sicuramente parte, di un sistema generale di spesa della Regione Siciliana.”

Per il Presidente del Gruppo Misto, “l’Assemblea vive troppe contraddizioni che vanno affrontate e risolte: una norma nata per ridurre i costi si è trasformata in un motivo di spesa e creazione di nuovo precariato; l’Amministrazione che dovrebbe essere il “tempio” della legalità e della trasparenza viene richiamata addirittura dall’Agenzia anticorruzione perché rifiuta di rendere pubblici dati e documenti che sono obbligatoriamente da pubblicare; si continua ad invocare anacronistiche prerogative costituzionali quando queste sono state già smentite da sentenze della Suprema Corte. Insomma l’attuale compagine di deputati si trova ad affrontare e dover gestire una situazione sostanziale e formale che definire pasticciata è poco. Per questo, se da un lato occorre dare importanti segnali di discontinuità col passato da parte dei Gruppi parlamentari, non si può pensare che questi siano il tutto di un’Amministrazione così grande e complessa come l’Assemblea Regionale Siciliana.”

Da De Luca arriva quindi una proposta che ricalca quanto già da lui sostenuto nel dibattito d’Aula sulla spesa regionale.
“Nel quadro della complessiva ricognizione e ricollocazione del personale di tutti gli enti che a qualsiasi titolo gravano oggi sul bilancio della Regione – spiega – è evidente che non si può più permettere che l’Assemblea, tanto i Gruppi parlamentari quanto il Consiglio di Presidenza, ricorra continuamente alla stipula di nuovi contratti che costano decine di milioni di euro.”

“Da Presidente di un gruppo parlamentare che sta operando in modo pedissequo attenendosi alle indicazioni della Magistratura Contabile, penso di potere e dovere chiedere che finalmente l’ARS si doti di norme e regolamenti interni chiari, univoci e trasparenti per tutto quanto attiene la gestione amministrativa ed il reclutamento e la contrattualizzazione del personale, anche ma non solo dei Gruppi parlamentari. Perché non è pensabile che i deputati, che dovrebbero e devono svolgere attività legislativa e di controllo sull’operato del Governo, debbano passare più di metà del proprio tempo a supplire a carenze normative e gestionali rispetto alla contrattualizzazione del personale o persino per i banali acquisti di materiale di cancelleria per far funzionare i propri uffici.”


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