1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

FUTURO & DEMOGRAFIA: POPOLAZIONE IN CALO IN SICILIA (-2,9%)

Roma, 3 maggio 2018 - Calo progressivo della popolazione: fino a 54,1 milioni di residenti nel 2065. Sulla base dello scenario “mediano” si stima un lieve un calo della popolazione residente nei primi anni di previsione: dai 60,6 milioni al 1° gennaio 2017 (punto base delle previsioni) ai 60,5 milioni nel 2025 per un tasso di variazione medio annuo pari al -0,1 per mille. In una prospettiva di medio termine, invece, la diminuzione della popolazione risulta già molto più accentuata: da 60,5 milioni a 59,0 milioni tra il 2025 e il 2045, con un tasso di variazione medio annuo del -1,5 per mille. È nel lungo termine, tuttavia, che le conseguenze della dinamica demografica prevista nello scenario mediano sulla popolazione totale si fanno più importanti. Tra il 2045 e il 2065, infatti, la popolazione diminuirebbe di ulteriori 4,9 milioni, registrando una riduzione medio annua del 4,3 per mille. In tale ipotesi la popolazione totale ammonterebbe a 54,1 milioni nel 2065, con una perdita complessiva di 6,5 milioni di residenti rispetto a oggi.

Nello sviluppo previsto per il Centro-nord e per il Mezzogiorno le dinamiche della popolazione risultano inizialmente contrapposte (Prospetto 1). Secondo lo scenario mediano nel breve termine si prevede che Nord-ovest (+1,3 per mille annuo fino al 2025), Nord-est (+1,3) e Centro (+1,2) possano godere di una variazione medio annua positiva, mentre per Sud (-2,6) e Isole (-2,9) si prospetta fin da subito un calo della popolazione.

Nel periodo intermedio di previsione (2025-2045) Nord-ovest, Nord-est e Centro vivono una prolungata fase di incremento demografico, seppure a livelli di crescita medio annui nettamente più contenuti (rispettivamente, +0,5, +0,1 e +0,3 per mille). Nel medesimo periodo Sud e Isole, invece, subiscono un calo demografico ulteriormente accelerato, rispettivamente pari al -4,5 e al -4,7 per mille annuo. Nel lungo termine (2045-2065) il bilancio demografico negativo di queste due ripartizioni tende a farsi ancor più rilevante. Il ritmo annuo di diminuzione passa al -8,3 per mille nel Sud e al -7,9 per mille nelle Isole. Nel 2065 i residenti risulterebbero pari a 10,7 milioni nel Sud e a 5,1 nelle Isole, ben un quarto in meno per entrambe rispetto a oggi. Il Centro-nord, dopo trent’anni di previsione con un bilancio demografico positivo, conoscerebbe anch’esso, dal 2045 in avanti, un progressivo declino della popolazione: del -2,3 per mille all’anno nel Nord-ovest, del -3 per mille nel Nord-est e del -2,9 per mille nel Centro. A conclusione del ciclo previsivo anche in queste ripartizioni risiederebbe un numero inferiore di individui rispetto a oggi: 15,7 milioni nel Nord-ovest, 11,1 milioni nel Nord-est e 11,6 milioni nel Centro.

L’evoluzione della popolazione totale nelle ripartizioni geografiche è contrassegnata da una profonda incertezza. Per il Centro-nord tale incertezza si traduce nell’impossibilità di poter determinare l’esatta direzione del cambiamento demografico, se cioè orientato alla crescita, come indicato dai limiti superiori dell’intervallo di confidenza al 2065, ovvero alla decrescita guardando a quelli inferiori. La popolazione prevista nel Nord-ovest al 2065, ad esempio, è compresa in un intervallo che va da 13,3 a 18,3 milioni, ossia tra due valori rispettivamente ben al di sotto e al di sopra di quello nell’anno base. Inoltre, sebbene lo scenario mediano indichi come più probabile una popolazione del Nord-ovest in diminuzione nel lungo termine, la probabilità empirica che la popolazione di tale ripartizione abbia un continuo cammino di crescita è pari al 38%. Analoghe considerazioni valgono anche per il Nord-est e per il Centro, con probabilità empiriche di crescita della popolazione pari, rispettivamente, a 30 e 32% (solo 9% a livello nazionale).
In nessun caso, al contrario, si verifica che le popolazioni del Sud e delle Isole possano intraprendere un percorso di crescita. Appare certa, in altri termini, una loro riduzione ma con margini di variazione abbastanza ampi: tra 9,4 e 12 milioni i residenti previsti nel Sud al 2065, tra 4,5 e 5,7 milioni quelli nelle Isole. Ciò che risulterebbe molto probabile, invece, è un progressivo spostamento del peso della popolazione dal Mezzogiorno al Centro-nord del Paese. Secondo lo scenario mediano, ad esempio, nel 2065 il Centro-nord accoglierebbe il 70,9% dei residenti contro il 65,7% di oggi, il Mezzogiorno invece arriverebbe ad accoglierne il 29,1% contro il 34,3%.

Commenti