Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

VALLE DEL MELA ZONA PIÙ INQUINATA DELLA SICILIA


Relazione ARPA 2018: è la Valle del Mela la zona più inquinata della Sicilia. Comitato cittadini contro inceneritore Mela

04/08/2018 – La valle del Mela è diventata la zona più inquinata della Sicilia, quanto meno da idrocarburi non metanici (NMHC): lo certifica la relazione annuale di ARPA Sicilia da poco pubblicata, basata sui dati del 2017.
La centralina di C.da Gabbia nel Comune di Pace del Mela ha infatti rilevato concentrazioni medie inaudite per tali sostanze (220 µg/m3): le più elevate di tutta la Sicilia.
Volendo fare un raffronto, in prossimità degli impianti petrolchimici di Priolo (dove ci sono ben 3 raffinerie) non si va oltre una media annua di 158 µg/m3. Valori analoghi a Gela, dove ci si “ferma” a 150 µg/m3 (media rilevata proprio nel parcheggio della raffineria).


Oltre ad una media annua così elevata, si registrano frequentissimi picchi di medie orarie che superano abbondantemente i livelli di allarme ed emergenza individuati per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale. A C.da Gabbia le medie orarie rilevate raggiungono infatti il valore di 2.700 µg/m3, ovvero quasi il quadruplo del livello considerato di “allarme” e quasi il triplo del livello considerato di “emergenza” nelle aeree a rischio di crisi ambientale.


E questo è “niente”: ci sono concrete evidenze del fatto che diversi centri abitati della valle del Mela sono molto più esposti di quanto lo sia la centralina di C.da Gabbia, distante circa 3 km dalla Raffineria, che rappresenta la principale fonte di idrocarburi non metanici del polo industriale di Milazzo, stando a dati ARPA pubblicati nel 2016. 


Come evidenziato dalla stessa ARPA anche a seguito di diverse campagne di monitoraggio con laboratorio mobile, gli idrocarburi non metanici emessi dalla Raffineria di Milazzosono i principali responsabili delle puzze asfissianti che spesso impestano il territorio. Peraltro è anche per questo che la Raffineria si trova coinvolta in una recente richiesta di rinvio a giudizio.
Ma non è solo questione di puzza. Infatti gli idrocarburi sono molto pericolosi per la salute. Uno studio pubblicato in una prestigiosa rivista scientifica ha già riscontrato unaprevalenza più che doppia di acromegalia (patologia endocrina da tumori ipofisari) nella valle del Mela rispetto al resto della provincia, ipotizzando per l'appunto una correlazione con l'inquinamento da idrocarburi. Di certo diversi idrocarburi non metanici sono classificati come cancerogeni di classe I, e quindi a livello scientifico non esistono soglie accettabili di esposizione.


Gli NMHC sono inoltre precursori dell’ ozono, che in quantità eccessive può dare gravi problemi per la salute. Anche i livelli di ozono rilevati nella Centralina “Termica” di C.da Carrubaro (nel comune di Milazzo) sono tra i più preoccupanti della Sicilia, specie se si considera che, per stessa ammissione dell'Arpa, tale centralina è ubicata in posizione poco idonea rispetto alla zona industriale di Milazzo. I livelli di ozono non vengono invece rilevati dalla centralina di C.da Gabbia. Turravia, considerando che le concentrazioni di NMHC registrate a C.da Gabbia sono in media tre volte tanto quelle registrate alla "Termica", è facile immaginare che i livelli di ozono rilevabili a C.da Gabbia sarebbero abnormi.


Anche per l'ossido di azoto (SO2) nella valle del Mela si registrano picchi inediti nel resto della Sicilia. Visti tali livelli di inquinamento non bisogna stupirsi se le malformazioni congenite nella valle del Mela hanno superato quelle di Priolo, come rilevato nello studio della Regione pubblicato a Giugno. Insomma la situazione di allarme in cui ci troviamo, ormai chiaramente evidente grazie ai dati e agli studi pubblicati in questi ultimi due mesi, non consente di attendere oltre: invitiamo le autorità responsabili della tutela della nostra salute (vale a dire i Sindaci, in qualità di massime autorità sanitarie locali) ad agire di conseguenza.


Il primo passo non può che essere quello di richiedere un nuovo riesame dell'autorizzazione della Raffineria, al fine di inserirvi le opportune prescrizioni a tutela della salute pubblica. Prescrizioni che sono state illegittimamente accantonate nell’ultima conferenza dei servizi del 28 marzo, su cui peraltro vari comuni della valle del Mela hanno da poco presentato un ricorso. Nelle prescrizioni illegittimamente accantonate era previsto anche un limite alle emissioni odorigene e quindi, necessariamente, agli NMHC.


A richiedere il nuovo riesame dell’AIA dev'essere adesso uno dei due Sindaci dei comuni su cui è ubicato l'impianto (ovvero Milazzo e San Filippo del Mela).
Il nuovo Sindaco di San Filippo del Mela Gianni Pino in campagna elettorale si è impegnato proprio in tal senso, ma bisogna fare presto. Ogni giorno che passa i cittadini sono esposti a livelli di inquinamento e rischi per la salute inaccettabili.

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