Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

«LA BARONESSA DI CARINI» BISOGNAVA CANTARLA DI NASCOSTO

La Baronessa di Carini». L’amaro caso della Signora di Carini in versi e strofe. La triste storia di una nobile donna vittima d’un padre brutale, che con la sua stessa spada fa scempio dell’amore e del cuore di lei, imponendole un marito nel quale egli vede l’alba dei propri buoni giorni.

11/09/2019 - Anticamente si cantava con una musica sola, e faceva piangere e tremare, ma bisognava cantarla di nascosto perché il principe non lo voleva affatto. Particolarmente toccante è quando la principessa, stando al balcone, vede venire il padre dalla contrada Agliastrello, sulla pianura sottostante a Carini, accompagnato dalla «cavalleria». La giovane vorrebbe fuggire, ma non sa che fare e riesce solo a gettarsi ai piedi del padre crudele.

… la Bella non può credere ai suoi occhi.
Oh che spavento, turpe apparizione,
oh che sparviero aleggia per la via,
la Baronessa affacciata al balcone
vede arrivare una cavalleria. […]

Vede venire la cavalleria:
questo è mio padre, oh Madonna mia,
tutto vestito alla cavallerizza,
questo è mio padre che viene e m’ammazza.

- Signore Padre, che venite a fare?
- Signora figlia, vi vengo ad ammazzare!
- Signore padre mio fatemi onore,
chiamate prima il padre confessore.

- Sono anni ormai che te ne pigli gioco,
e il tempo che ti resta adesso è poco!
Questo è il momento del tuo disonore,
non è tempo di chiedere il Signore.

Così il padre le è presto di sopra e le dà il primo colpo. Caterina grida aiuto, ma a finirla è il compagno che era con lui. Nessuno gliela poté levare di mano e l’impronta di sangue impressa dalla mano della morente fanciulla ancora oggi resta al muro del Castello, in ricordo dell’orrendo sacrificio e dei lunghi capelli biondi come l’oro della figli di Carini che il popolo piange.

Il Caso della figlia di Carini

Pietro La Grua Talamanca, Barone di Carini, addì 4 dicembre 1563, dà la morte con le sue mani e nel suo stesso Castello di Carini alla propria figlia, creduta rea di fallo venereo avuto con uno di Casa Vernagallo. E questo si chiama il «Caso della figlia di Carini», che ancor rumoreggia nella Sicilia, e crede il volgo ancor restarne le segnature di sangue vive in una stanza superiore del Castello.
Caterina venne scannata dal suo stesso padre, e la Giustizia non ardì proferir verbo. Vincenzo Vernagallo dovette nascondersi, fuggire ad un convento fuori dell’ Isola.

Erano i tempi corrotti ed iniqui che portavano a ciò: tempi di schiavi e di tiranni, di rivoltosi e di assassini, senza religione, senza patria, senza onore. La stessa causa che imponeva silenzio agli storici dovea con più ragione imporlo ai poeti, che in quell’epoca miseranda strisciavano ai piedi della Corte e della Nobiltà, avvilivano nel fango
dell’adulazione la santità della poesia, nata a sublimar Dio e la Patria, a infuturare gli Eroi e i Benefattori dell’Umanità, a percuotere con implacabile flagello i vizi ed i delitti, o coronali, o mitrati, o imberrettati. (Salvatore Salomone-Marino, 1870)

La baronessa di Carini
versi e strofe di Mimmo Mòllica

Povera baronessa di Carini, giovane stella dei serafini, profumo di fiori e dei cherubini. La croce avanti, l’amaro canto, popolo e strade tutti al balcone, per lei la scrissero questa canzone.

Triste è il suono di questa romanza
custode di memoria e costumanza,
di familiari, popolo e persona;
fiori di campo e fiori di corona,
di palme, la bara della vergine buona,
pomposo carro e dolore sincero,
mesta è la folla e il salmodiar del clero.

Tristezza cupa in piazza si consuma
giustizia dorme nell’apprestar rimedi,
dorme il potere, la quiete si frantuma,
l’ avaro pensa ai beni che possiedi.

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LA BARONESSA DI CARINI
L'amaro caso, in versi e strofe
di Mimmo Mòllica
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