1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

«Filastrocca del mozzicone dimenticato» di Mimmo Mòllica

La «Filastrocca del mozzicone dimenticato» di Mimmo Mòllica affronta un problema sottovalutato, di cui si parla poco o niente: quello dei mozziconi di sigaretta abbandonati in strada, in mare, sulle spiagge e nei luoghi naturali. Eppure gettare le cicche per terra è un gesto dalle gravi conseguenze per il nostro ecosistema.

«Filastrocca del mozzicone dimenticato»

Un mozzicone di sigaretta
stava adagiato su una spiaggetta
fra tante cicche spente e buttate
come se fossero là seminate.

Un ragazzino mentre giocava
al mozzicone raccomandava:
«Perché per terra voi ve ne state,
non lo sapete che qua inquinate? ».

Il mozzicone mortificato
disse: –  «Qualcuno qua mi ha gettato,
io non ho colpa, non servo a niente,
sono lo scarto di certa gente.

Sono un rifiuto differenziato,
rifiuto tossico, di già fumato,
sono irritante, sono nocivo,
sono inquinante e radioattivo.

Chi mi ha gettato senza rispetto
non sa che vivo nel cassonetto.
Così, incurante, qua mi ha buttato,
come un rifiuto dimenticato».

– «Ma perché mai "dimenticato"?».
– «Perché son piccolo, perciò si crede
che stia nascosto e inosservato,
ma nella sabbia tutto si vede».

Molti miliardi di cicche ogni anno
vengon gettate a terra o fuori,
sopra le spiagge, poiché lo fanno
tanti milioni di fumatori.

Lo sa anche un bimbo che non si getta
un mozzicone di sigaretta
come un «rifiuto dimenticato»
dal cittadino e dallo Stato.

Mimmo Mòllica ©

Mozziconi di sigaretta, rifiuto tossico radioattivo «dimenticato». 'Dimenticato' perché è un problema sottovalutato, di cui si parla poco o niente, malgrado la legislazione abbia fatto dei passi avanti negli anni recenti. Eppure un mozzicone di sigaretta costituisce un rifiuto tossico radioattivo speciale, ma ce ne dimentichiamo. E gettare le cicche di sigaretta sulle spiagge, nei prati o per terra è un gesto dalle gravi conseguenze, poiché è in grado di provocare danni irreparabili al nostro ecosistema.
Un mozzicone di una sigaretta senza filtro – infatti – impiega da 6 a 12 mesi per dissolversi, in funzione dell'umidità e della temperatura, mentre un mozzicone di sigaretta con filtro impiega dai 5 ai 12 anni, essendo il filtro composto di materiale chimico sintetico (acetato di cellulosa).
Il filtro e la parte incombusta contengono il 50% delle sostanze nocive e degli elementi tossici della combustione.
Le “cicche” di sigaretta perciò sono a tutti gli effetti un rifiuto tossico radioattivo «dimenticato».

I dati:

In Italia ogni anno sono:
– 83.000 i decessi dovuti al fumo;
– 3000 quelli per fumo passivo
– 4000 circa gli elementi nocivi e tossici residui della combustione della sigaretta.
La sostanza radioattiva è il Polonio 210 che emette radiazioni alfa, elemento altamente cancerogeno, il maggiore responsabile della cancerogenesi polmonare.

Se la carica nociva di un solo mozzicone è bassa, basti calcolare che sono:
– 72 miliardi le cicche prodotte ogni anno in Italia
– 13 milioni i fumatori,
– 195 milioni di cicche al giorno
– 3.600 tonnellate di cenere l’anno.
L’impatto ambientale del contenuto nocivo delle cicche abbandonate in strada, in mare, sulle spiagge e nei luoghi naturali è preoccupante, così come la loro raccolta e smaltimento. Anche se trasportati in discarica i mozziconi continuano a inquinare.
Una recente ricerca delle Nazioni Unite ha messo in evidenza che le cicche sono nettamente al primo posto nella top-ten dei rifiuti che soffocano il Mediterraneo.

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