I risultati presentati in questo report sono tratti dall’indagine condotta dall’Istat durante la seconda
ondata epidemica (tra dicembre 2020 e gennaio 2021) per studiare i comportamenti e le opinioni dei
cittadini a quasi un anno di distanza dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Il clima familiare resta positivo, peggiora la
valutazione sulla situazione economica. Più di 3 cittadini su 4 hanno scelto parole di significato positivo per descrivere il
clima familiare durante la seconda ondata epidemica, solo l’8,4% ha scelto termini
di accezione negativa.
26/04/2021 - Più di un quinto della popolazione (22,2%) ha avuto difficoltà nel far fronte ai
propri impegni economici (pagare mutuo, bollette, affitto, spese per i pasti, etc.), il
50,5% ritiene che la situazione economica del Paese peggiorerà.
Le parole che i cittadini hanno scelto di utilizzare per descrivere le giornate (per la precisione quella
precedente l’intervista) durante la seconda ondata epidemica confermano le difficoltà affrontate nel
periodo. Solo il 34,1% ha utilizzato parole di accezione positiva, il 44,7% si è espresso
negativamente e il 21,2% in termini né negativi né positivi.
La situazione è tuttavia migliorata nettamente rispetto al lockdown di aprile 2020, quando il 56,9% si
era espresso con giudizi negativi e soltanto il 20,6% positivamente.
Le parole con segno più utilizzate con maggior frequenza per descrivere la giornata sono: “tranquilla”
(pari al 38,2% delle parole positive, 23,0% ad aprile 2020) e “serena” (pari al 15,2% delle parole
positive, 6,7% ad aprile 2020).
Tra le parole di segno opposto più usate compaiono: “noiosa” (17,2%, 21,5% ad aprile 2020),
“monotona” (8,9%) e lunga (7,2%). L’abitudine a convivere con la situazione determinata
dall’emergenza sanitaria e la minore rigidità delle regole di comportamento anti contagio hanno molto
probabilmente contribuito alla riduzione del sentiment della noia che in fase di primo lockdown è
stata particolarmente sentita e diffusa.
“Normale” (43,6%), “lavorativa” (12,4%), “uguale” (7,8%) sono gli aggettivi usati più frequentemente,
non riconducibili univocamente a significati positivi o negativi. Sono termini che rimandano perlopiù a
una normalità recuperata rispetto ad aprile 2020, quando per esempio la parola “normale”
rappresentava il 37,8% di quelle né positive né negative e la parola “lavorativa” solo il 3,6%, anche in
conseguenza della sospensione di molte attività produttive.
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