Le statistiche dell'Istat sulla povertà. Nel 2020 torna a crescere la povertà assoluta. Dopo il miglioramento del 2019, nell’anno della pandemia la povertà assoluta
aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005: sono in condizione di povertà assoluta più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%). Povertà relativa: le famiglie sotto la soglia sono poco più
di 2,6 milioni (10,1%, da 11,4% del 2019).
16/06/2021 - Nel 2020 l’incidenza di povertà assoluta è più elevata tra le famiglie con un maggior numero di
componenti: è al 20,5% tra quelle con cinque e più componenti e all’11,2% tra quelle con quattro; si
attesta invece attorno all’8,5% se si è in tre in famiglia. La situazione si fa più critica se i figli
conviventi, soprattutto se minori, sono più di uno - l’incidenza passa infatti dal 9,3% delle famiglie con
un solo figlio minore al 22,7% di quelle che ne hanno da tre in su - e tra le famiglie monogenitore.
Proprio per queste ultime si registra il peggioramento più deciso rispetto al 2019 (da 8,9% a 11,7%).
La dinamica risulta negativa anche per le coppie con figli (dal 5,3% del 2019 al 7,2% se con un figlio,
dall’8,8% al 10,5% con due figli).
L’incidenza di povertà è invece più bassa, al 5,6%, nelle famiglie con almeno un anziano e scende al
3,7% tra le coppie in cui l’età della persona di riferimento della famiglia è superiore a 64 anni (nel
caso di persone sole con più di 64 anni l’incidenza è pari al 4,9%). In generale, la povertà familiare
presenta un andamento decrescente all’aumentare dell’età della persona di riferimento;
generalmente, infatti, le famiglie di giovani hanno minori capacità di spesa poiché dispongono di
redditi mediamente più bassi e hanno minori risparmi accumulati nel corso della vita o beni ereditati.
La povertà assoluta riguarda il 10,3% delle famiglie con persona di riferimento tra i 18 e i 34 anni e il
5,3% di quelle con persona di riferimento oltre i 64 anni. Rispetto al 2019 l’incidenza di povertà cresce
tra le famiglie con persona di riferimento di 35-44 anni (da 8,3% a 10,7%) e tra quelle in cui la
persona di riferimento ha fra i 45 e i 54 anni (da 6,9% a 9,9%).
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