Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

Mafia, Piera Aiello: "Sconcerto per parole della prefetta di Agrigento"

Mafia, Aiello (Misto): Sconcerto per parole prefetta di Agrigento

23 sett 2021 - «Esprimiamo tutto il nostro sconcerto e la nostra indignazione per le affermazioni della prefetta di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, riportate nella relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre 2020». Lo dichiarano in una nota congiunta la deputata del gruppo Misto Piera Aiello, l’ex ministra della difesa Elisabetta Trenta, i testimoni di giustizia Ignazio Cutrò e Pino Masciari, l’avvocato e consulente della commissione Antimafia Rosario Scognamiglio, l’avvocato Roberto Catani e il segretario provinciale di Idv per Roma Nicola Cecchini. «In particolare la prefetta, nel descrivere il territorio della provincia di Agrigento, si lascia andare a giudizi sprezzanti e lesivi della dignità delle amministrazioni locali, definite "non sempre all'altezza dei complessi compiti e con apparati amministrativi caratterizzati da carenze di professionalità". Ma ancor più grave è il giudizio sulla cittadinanza, che non offrirebbe - a suo dire - “modelli positivi di reazione a gravi fenomeni".

Il rappresentante del governo sul territorio, la signora Prefetta Maria Rita Cocciufa, omette, ad esempio, di ricordare che la famiglia Cutrò ha fatto il proprio dovere fino in fondo, denunciando e testimoniando nei processi contro Cosa Nostra. Pertanto le affermazioni riportate nella relazione risultano quantomeno mistificatorie rispetto a una realtà che lotta quotidianamente per affrancarsi dal fenomeno mafioso. E offrono una ricostruzione storica, politica e sociale lontana dalla realtà. Suggeriamo al Prefetto di mettere in soffitta il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e di cominciare a leggere il libro che racconta la storia del testimone di giustizia Ignazio Cutrò e della sua famiglia. Quando lo Stato fa fatica a riconoscere il debito contratto con gli onesti non ci si può rammaricare di non godere di credibilità tra gli stessi. Non riconoscere le fatiche e l'onore di chi non si arrende alla prepotenza mafiosa è la principale causa del disorientamento dei cittadini. Quando si è soli nella lotta contro le mafia si è, agli occhi di Cosa Nostra, vulnerabili».

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