Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

La «Leggenda del Natale e del Lupino» di Mimmo Mòllica

La «Leggenda del Lupino» di Mimmo Mòllica è ispirata all’omonima leggenda del 1600 riadattata da Roberto De Simone, regista teatrale e musicologo, studioso dell'espressività popolare della Campania. La «Leggenda del Lupino» racconta della fuga di Giuseppe e Maria in Egitto per salvare il Bambino dalla Strage degli innocenti, voluta da Erode. 

18/12/2021 - Con in braccio il Bambino, la Madonna e San Giuseppe chiedono aiuto agli alberi e alle piante perché nascondano Gesù. Ma la pianta del Lupino anziché dare loro riparo li caccia via, agitando con fragore le fronde per attirare l’attenzione dei soldati di Erode. Sarà il Pino ad accogliere il Bambino proteggendolo dai suoi persecutori e per questo sarà benedetto, mentre il lupino è condannato a generare frutti amari come il fiele. La «Leggenda del Lupino» racconta della Sacra Famiglia costretta a fuggire in Egitto per sfuggire alla Strage degli innocenti, voluta da Erode che, credendo insidiato il suo trono dalla venuta del Re dei Re, ordina di uccidere tutti i bambini al di sotto dei due anni. Nel lungo ed estenuante tragitto Giuseppe e Maria, con in braccio il Bambino, sono costretti a chiedere aiuto agli alberi e alle piante, affinché nascondano il Bambino Gesù. Chiedono rifugio alla pianta del Lupino che - però - li caccia via agitando i rami e facendo esplodere i baccelli secchi, per attirare l’attenzione dei soldati che vorrebbero strappare il Bambino dalle braccia di Maria. Il Lupino viene per questo ‘maledetto’ e i suoi frutti saranno amari per sempre, come vuole la leggenda.

Ma quando la Madonna chiede aiuto al Pino, l’albero spalanca subito le sue fronde maestose per accogliere il Bambino. Il Pino viene per questo benedetto e riceve in dono il profumo dell’incenso. Da allora è usanza bruciare una pigna la notte di Natale: l’«incenso santo» profuma la casa e sale fino al cielo, in segno di devozione, dando un ulteriore tocco di inebriante magia alla nascita di Gesù Bambino.

La «Leggenda del Lupino», tramandata oralmente da cantastorie e poeti, è molto famosa a Napoli, ma non solo. Il maestro Roberto De Simone l’ha musicata, tramandandone una bellissima versione in lingua partenopea, che fa parte della tradizione dei canti di Natale. Mimmo Mòllica ha composto in lingua italiana la «Filastrocca del Natale e del Lupino» ispirandosi a questa antica leggenda.






«Filastrocca del Natale e del Lupino»

Quando nacque Gesù fu emesso un bando
contro i bambini nati proprio quando
i Magi giunti da Gerusalemme
raggiunsero la grotta di Betlemme.

Saputo del Bambino, un re potente
cominciò ad indagare tra la gente,
temendo fosse in bilico il suo regno
voleva uccidere Gesù con molto sdegno.

E quando si avverò la profezia,
la nascita a Betlemme del Messia,
Erode diede l’ordine ai soldati
di uccidere in Giudea tutti i neonati.

Giuseppe falegname fu avvertito
da un angelo del Dio dell’Infinito,
disse a Giuseppe: «Scappate via in Egitto,
Erode ha pubblicato già un editto,
restate là finché lo dirò io
e fatta sia la volontà di Dio».

In piena notte Giuseppe e Maria
con il Bambino scapparono via,
innalzarono a Dio la loro lode
perché salvasse il Bimbo da re Erode.

Fugge Maria con San Giuseppe accanto,
il Figlio avvolto dentro un bianco manto,
e nella notte per sentieri foschi
cercano scampo tra foreste e boschi,
mentre i soldati proprio là vicino
son sulle tracce di Gesù Bambino,
a Giuseppe e Maria danno la caccia
per strapparle il Bambino dalle braccia.

Maria nel bosco non trova riparo,
solo cielo scoperto e tempo amaro,
sentendo ogni soldato già vicino
cerca un rifugio per Gesù Bambino.

Fugge Maria e va per la campagna,
l'Angelo benedetto l’accompagna,
corre Maria, il cuore le si schianta,
chiede riparo pure ad ogni pianta,
anche Giuseppe sentendosi perduto
e agli alberi del bosco chiese aiuto.

La prima pianta che vide vicino
fu un fitto cespuglio di lupino:
«Dolce Lupino mio, dolce Lupino
aiutami a nascondere il Bambino!»

Ma il lupino rispose «andate via»,
a san Giuseppe, al Bimbo ed a Maria,
ed agitò più forte le sue fronde,
disse: «Il Bambino qua non si nasconde».

Chiuse i suoi rami stretti e rinserrati
a Giuseppe e Maria stanchi e stremati,
mentre i baccelli scoppiavano ad oltranza
lanciando i loro semi in lontananza,
per attirar lo sguardo dei soldati
che per fortuna erano già passati.

«Per amore di Dio - disse Maria -,
sbatter così le fronde è una follia,
con i giudei armati già alle porte»,
però il Lupino le sbatté più forte.

E dopo il gran rifiuto del Lupino
Maria vide nel bosco un grande Pino,
malgrado la fatica e la distanza
le ritornò nel cuore la speranza.

«O dolce Pino mio, mio dolce Pino
aiutami a nascondere il Bambino!».
Il Pino aprì le fronde sue maestose
e subito il Bambino là nascose,
divenne il bosco quieto e meno scuro
per rendere il rifugio più sicuro.

Il Pino aprì i suoi rami ed a Maria,
disse: «Sei benvenuta, Madre mia,
non ci son più giudei né soldati,
erano prima qua, ma son passati».
A Gesù con Maria diede riparo
e il bosco sembrò farsi meno amaro.

Quando sentì al sicuro il suo Bambino
Maria commossa si rivolse al Pino,
lo ringraziò e lo strinse forte al petto:
«Pino sarai per sempre benedetto
per avere salvato il mio Bambino
da Erode, re feroce ed assassino».

«Tu che a Gesù Bambino hai aperto il cuore
di incenso santo porterai l'odore,
ma tu Lupino fosti tanto avaro
e il frutto tuo sarà per sempre amaro,
tu col Bambino fosti aspro e crudele
e darai frutti amari più del fiele».

«Tu Pino fosti buono e per compenso
profumerai di resina e d’incenso
ed il profumo degli aghi di pino,
la notte di Natale e del Bambino,
si innalzerà nel vento fino al cielo,
col canto di alleluia e del Vangelo».

Da allora in ogni casa per Natale
c’è sempre un bell’addobbo floreale;
per festeggiar l’arrivo del Bambino
non manca mai una pigna di pino,
per ricordare con la sua fragranza
questa leggenda divenuta usanza,
della fuga in Egitto del Bambino
e dell’amaro frutto del lupino.

Mimmo Mòllica ©

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Illustrazione di Elf-Moondance da Pixabay

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