La pandemia influenza la dinamica della popolazione
La pandemia Covid-19 ha accentuato la tendenza alla recessione demografica già in atto e il decremento
di popolazione registrato tra l’inizio e la fine dell’anno 2020 risente di questo effetto.
La perdita di popolazione del Nord appare in tutta la sua drammatica portata in quanto totalmente
ascrivibile alla dinamica demografica negativa (forte eccesso di decessi sulle nascite e contrazione del
saldo migratorio), parzialmente mitigata nei suoi effetti dai recuperi statistici di popolazione operati dal
censimento.
09/12/2021 - Se nel 2019 il calo di popolazione era stato piuttosto contenuto sia nel Nord-ovest che nel
Nord-est (rispettivamente -0,06% e -0,01%), nel corso del 2020 il Nord-ovest registra una perdita dello
0,6% e il Nord-est dello 0,3%.
La diminuzione di popolazione nel Centro si accentua solo lievemente (da -0,3% del 2019 a -0,4% del
2020), mentre è decisamente più marcata al Sud e nelle Isole (rispettivamente -1,2% e -1,0%), anche per
effetto della correzione censuaria al ribasso già descritta.
Il diverso impatto che l’epidemia da Covid-19 ha avuto sulla mortalità nei territori - maggiore al Nord
rispetto al Mezzogiorno - e la contrazione dei trasferimenti di residenza spiegano la geografia delle
variazioni dovute alla dinamica demografica.
Il nuovo record minimo delle nascite (405 mila) e l’elevato numero di decessi (740 mila) aggravano la
dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese.
Il deficit di “sostituzione naturale” tra nati e
morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge -335 mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a
quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare quasi la metà
degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell’anno.
Il deficit dovuto alla dinamica naturale è riscontrabile in tutte le regioni, perfino nella provincia autonoma
di Bolzano (-256 unità), che negli ultimi anni si è caratterizzata per una tendenza positiva grazie a una
natalità più alta della media. Il tasso di crescita naturale, pari a -5,6 per mille a livello nazionale, varia
dal -0,5 per mille di Bolzano al -11,2 per mille della Liguria.
Le regioni che più delle altre vedono
peggiorare il saldo naturale (intorno al 4 per mille in meno rispetto al 2019) sono la Valle d’Aosta (-8,3 per
mille) e la Lombardia (-6,6 per mille); solo la Basilicata (-5,8 per mille) e la Calabria (-3,8 per mille) si
assestano su valori simili a quelli registrati nel 2019.
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